Scandal – La terza stagione è completamente a caso di Marco Villa
Scandal si è persa (e non sa tornare?)
[SPOILER ALERT: SI PARLA DI QUELLO CHE SUCCEDE NELLA TERZA STAGIONE]
Il pilot di Scandal l’ho recensito a Pasqua di tre anni fa: lo vidi, non capii praticamente nulla, scrissi che mi pareva una serie senza capo, né coda. A distanza di un paio d’anni ho fatto il recuperone, mi sono piuttosto entusiasmato con la seconda stagione e ho visto la terza in contemporanea. Lo so, non ve ne fregava niente di sapere la storia del mio rapporto con Scandal, ma era giusto per unire i puntini da una recensione di pilot non proprio lusinghiera, fino a una stroncatura totale, ovvero quella che state leggendo. Non sono masochista, in mezzo c’è stata una seconda stagione veramente bella. La terza, invece, è totalmente a caso. Per dirla facile: Scandal ha deciso di saltare lo squalo ogni quarto d’ora. Lo faceva anche Fringe, ma là era diventata una cifra stilistica, qui invece l’impressione è che ci sia tanta confusione.
La terza stagione di Scandal è quella che dice addio in modo definitivo al format iniziale della serie tv: non siamo più di fronte a “gladiatori in completo” che aggiustano problemi di persone importanti di Washington, ma sostanzialmente a un gruppo di agenti che agisce in parallelo alla Casa Bianca, sistemando situazioni che il presidente non potrebbe o non vorrebbe toccare. Questo il grosso cambiamento a livello generale, già ampiamente introdotto a metà della seconda stagione. Andando nel merito, invece, il cambiamento più importante – e più deleterio per Scandal – è quello che va a toccare la competenza dei protagonisti: li abbiamo conosciuti come personaggi infallibili, in grado di risolvere ogni questione con colpi di genio, ora li vediamo ridotti a gente che fa cose a caso, sempre e comunque in balia degli eventi o di altri personaggi più potenti (normalmente genitori di Olivia Pope).
Fateci caso: tutto quello che accade non è più influenzato da Olivia e soci, ma è sempre il contrario. In questa stagione, solo in un’occasione i nostri eroi prendono in mano la faccenda ed è quando fanno chiudere il B613, giusto un attimo prima che questo potesse sventare un attentato. Non esattamente una mossa da infallibili gladiatori in completo.
Il ridimensionamento dei personaggi passa poi per un altro elemento: il sesso. Scandal è sempre stata una mezza soap, niente di nuovo, ma i personaggi provavano a mettere davanti a tutto la propria professionalità e il proprio lavoro. Nella terza stagione, invece, pensano tutti a scopare. C’è una crisi mondiale? Che stress, meglio scopare. C’è una terrorista da catturare? Ok, ma prima scopiamo. E lo fanno tutti, anche Huck e Quinn (sorvoliamo su quella roba imbarazzante della sua storia con l’agente cattivone del B613), fino a oggi estranei alle dinamiche amorose. Prendete la parte della perdita di capacità, aggiungete questo strapotere ormonale e arriverete alla mia stessa conclusione: una serie con un format vago, che basava tutto sull’invincibilità dei protagonisti ora ha perso il suo punto di forza.
Senza quella carica, senza quella distinzione allo stesso tempo sfumata (nel raccontare), ma nettissima (nella caratterizzazione dei personaggi), Scandal è diventata una serie in cui comanda il caso, in cui i protagonisti si prendono per mano e saltano squali come non ci fosse un domani. Lo stesso finale di stagione ne è la conferma, con un su e giù senza senso di avvenimenti, fino alla morte del figlio del Presidente e alla fuga di Olivia con uno come Jake, che si candida a personaggio scritto peggio degli ultimi dieci anni.
Il calo della serie passa poi anche dai dialoghi: il botta e risposta velocissimo e di marca sorkiniana ha lasciato spazio a una verbosità senza motivo. Non ci sono più dialoghi veloci, ma solo tante parole dette in fretta. Tutti subiscono questa involuzione, ma in particolare la patiscono Olivia Pope e suo padre, quest’ultimo caratterizzato da una recitazione talmente enfatica che fa venire voglia di saltare tutte le sue scene.
Scandal è partita in sordina, è diventata rapidamente una serie bomba e altrettanto rapidamente si è buttata via. Tutto può succedere, speriamo succeda.