Bad Teacher – Una comedy inutile di Diego Castelli
20 minuti sostanzialmente buttati
Pochi giorni fa ho recensito Fargo, una serie tratta da un ben noto film, ed è andata benissimo.
Anche oggi devo recensire una serie tratta da un ben noto film, ma il risultato è parecchio diverso.
Il film in questione è Bad Teacher, del 2011, in cui una sboccata Cameron Diaz interpretava un’insegnante dai metodi (e dagli scopi) ben poco ortodossi, in un variegato susseguirsi di gag condite da romanticismo e lieto fine. Sono informazioni ricavate da internet, perché onestamente il film non l’ho visto, quindi non chiedetemi confronti.
Quella che ho guardato, purtroppo, è la nuova comedy di CBS, che parte sostanzialmente dalle stesse premesse: Meredith, una tizia interessata solo alla bella vita e al portafoglio dei suoi amanti finisce per strada dopo essere stata scaricata dalla sua ultima conquista. In attesa di trovare un altro pollo da spennare si mette a fare l’insegnante in un liceo, con conseguenze ovviamente catastrofiche ma anche con la possibilità di crescere come essere umano.
A dispetto delle potenzialità comiche del concept – non certo “geniale” ma comunque dignitoso – Bad Teacher riesce nel difficile compito di non far ridere praticamente mai.
La struttura dei personaggi è abbastanza semplice, con un gruppo di ragazzine adolescenti invischiate nelle solite dinamiche da teenager (quelle cool e antipaticissime, le sfigate bruttine ma simpatiche ecc), costrette a essere in qualche modo “formate” da una che è più superficiale di loro. Ovviamente le cose sono così solo in apparenza, perché la bionda Meredith è sì leopardata e insensibile, ma da qualche parte ha anche quel po’ buon cuore che le permette di schierarsi dalla parte delle studentesse meno popolari, diventando così un’ex stronza che ora aiuta i meno fortunati proprio grazie alle armi della stronzaggine costruite in anni di allenamento.
Se questa impostazione tradisce una banalità disarmante, potrebbe facilmente essere salvata da una scrittura ispirata e veloce. Ma la scrittura di Bad Teacher non è né ispirata né veloce, e si limita ad accumulare una serie di gag spompatissime lungo un percorso di estrema prevedibilità.
Succedono parecchie cose, nel pilot, persino troppe se pensiamo che siamo in una serie e non in un film, ma sono tutte cose che possiamo serenamente anticipare dopo pochissimi minuti, e che si susseguono senza mai dare l’impressione di poter portare a una qualche sorpresa.
In tutto questo, a fronte di una scrittura priva di mordente, ci troviamo alle prese con un cast che dà tutto un nuovo significato alla parola “spreco”. Scorrendo l’elenco degli attori su un sito qualsiasi, il serialminder più accorto può trovare alcuni nomi che in passato gli hanno dato grande gioia: c’è Sara Gilbert, il cui curriculum spazia da Pappa e Ciccia a The Big Bang Theory; c’è Ryan Hansen, mitico Dick Casablancas di Veronica Mars; c’è Kristin Davis, altrettanto mitica Charlotte di Sex & The City. Paradossalmente la protagonista Ari Graynor è la meno conosciuta di tutti (anche se la ricordiamo come sorella di Olivia in Fringe e Caitlin Rucker ne I Soprano).
Insomma, una gran bella squadra, roba da leccarsi i baffi. Peccato che avere in mano dei bravi attori serve a poco, se in bocca gli metti solo battute di merda. Detto così, con un francesismo.
Improvvisamente, avere un bel cast diventa quasi un boomerang per tutti i navigati serialminder al di qua dello schermo. Hansen dovrebbe rappresentare, sul lungo periodo, l’anima romantica della serie, il professore spiantato che fa girare la testa alla protagonista più dei milionari che di solito accalappia. Ma non dice una-battuta-una in grado di trasmettere questo fascino agreste che dovrebbe portarsi dietro. La Gilbert è ridotta a un ruolo di sottomessa che non è mai stato il suo, e la Davis è appena più brava nella parte della collega meschina con stagista-schiava che comunque risulta (troppo) fastidiosa dopo cinque secondi. Insomma, c’è la netta sensazione che tutta questa bella gente non sia affatto sfruttata a dovere.
Di tutto il calderone salvo probabilmente solo il preside, afflitto da una perenne solitudine che in fondo mi ispira un po’ di tenerezza. Però capite che se in una comedy l’unico elemento che salvo è un personaggio che mi fa tenerezza, c’è davvero qualcosa che non va.
In termini di ascolti, il pilot di Bad Teacher è andato parecchio male, quindi non vedo un chissà quale futuro per la serie. Ma se anche ce l’avesse, un futuro, sarebbe probabilmente una lunga sequela di puntate tutte simili tra loro, in cui la ruota superficialità-maturità-superficialità continuerebbe a girare senza scopo che non sia quello di annoiare il povero spettatore.
Io passo, una serie in cui provare odio per la protagonista di nome Meredith ce l’ho già.
Perché seguirla: eh, bella domanda, ci penso ancora un po’.
Perché mollarla: è una delle comedy più banali e mal scritte degli ultimi tempi.
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