Crisis – Una serie tv talmente brutta che manca solo Manuela Arcuri di Marco Villa
Crisis è una serie tv talmente brutta che il momento migliore del pilot sono le anticipazioni degli episodi successivi
Non sono un masochista, né uno di quegli snob che guarda le cose brutte solo per poter dire che sono brutte, ma in un modo talmente assurdo che non se ne può proprio fare a meno. No: le cose brutte non le guardo. Però, quando c’è da fare la recensione di un pilot, molto meglio una serie orrenda di una mediocre, una di quelle di cui non si sa proprio cosa dire. Ecco, in quei casi una serie veramente brutta è manna dal cielo. Tutta questa introduzione solo per dirvi con grande soddisfazione che Crisis non è solo una brutta serie, ma una roba proprio imbarazzante. In fondo lo si capisce già dall’immagine promozionale che c’è qua sopra.
In onda su NBC dal 16 marzo (sottotitoli qui), Crisis è una serie tv creata da Rand Ravich, già regista di quel flop gigantesco che fu La moglie dell’astronauta e autore della bella (ma sfortunata) Life, serie crime con Damien Lewis, il futuro Nicholas Brody di Homeland. Crisis racconta la storia di un rapimento: a essere sequestrata è un’intera scolaresca di adolescenti di una scuola della Washington bene, anzi benissimo. C’è il figlio del Presidente degli Stati Uniti e ci sono rampolli di famiglie ricche, figli di amministratori delegati super potenti e di persone che possono smuovere un po’ tutto in giro per il mondo. A rapirli, un commando super professionale, che li porta in una specie di casa da sogno e li tratta benissimo. I rapitori non sono brutti, sporchi e cattivi, ma gente preparata che non vuole torcere un capello ai sequestrati. Già, ma cosa vogliono? Guardando il pilot la risposta è: boh, non si capisce. Non un buon segno, vero?
Crisis fa parte della categoria delle serie tv oltre. Quelle che provano a essere la migliore serie tv della storia, con dentro di tutto, ma che finiscono per naufragare miseramente dopo nemmeno metà pilot. Serie tv alla Zero Hour, per intenderci. Dentro la prima puntata di Crisis abbiamo svariate problematiche genitori-figli, rapporti complicati tra adolescenti, rapporti ancora più complicati tra adolescenti e professori, tradimenti di ogni tipo a livello di servizi segreti e soprattutto una serie di dialoghi e situazioni che dovrebbero essere super drammatiche, ma che in realtà fanno piegare dal ridere.
Un esempio: un ragazzo si avvicina a un prof e gli dice che l’ha visto pomiciare con un’altra prof di nascosto, in palestra. La bella della classe sente la conversazione e, visibilmente innamorata del professore, lo guarda con faccia basita (F4) e se ne va sconcertata, con lui che farnetica una roba tipo “le emozioni degli adulti sono complicate”. Tutto questo, ovviamente, mentre la classe è rapita dal commando super-spietato. Meraviglia, roba che ti aspetti che compaia Manuelona Arcuri da un momento all’altro. O ancora: il personaggio di Gillian Anderson (sì, c’è anche lei, con evidente problemi di mutuo per essersi imbarcata in questa baracconata) che si confronta con un’agente dell’FBI in modo ostile. Si capisce che tra le due c’è una storia passata complicata. Uno si immagina storie di corna, offese, tradimenti, qualsiasi cosa. In realtà – perdonatemi lo spoilerino – si scopre che il personaggio di Gillian ha allevato come fosse sua la figlia avuta dall’agente in tenera età: l’agente sarà a sua volta figlia di Gillian Anderson? Mistero! E via, dopo Manuelona Arcuri ti aspetti che compaia anche qualche grande diva di una telenovela messicana.
Quindi: contesto thriller/spionaggio e dentro una serie di conflitti iper drammatici e pompatissimi. Ma il problema non è nemmeno questo. Il problema è che il pilot non riesce a dare neanche un indizio su come evolverà la serie: per capire in che modo sarà strutturata, è necessario aspettare l’anticipazione di quello che si vedrà nella stagione, quel minuto che viene piazzato alla fine del pilot. Da lì si capisce che in ogni puntata i cattivoni useranno uno dei sequestrati come leva per costringere i potentissimi genitori a fare qualcosa per loro. Un’idea che non è male, anzi, è stuzzicante, peccato che gli autori non siano nemmeno riusciti a inserirla nel pilot, che dovrebbe essere (dovrebbe eh, ma magari abbiamo capito male noi) la puntata in cui uno viene tirato in mezzo o lasciato fuori. Una roba veramente brutta, insomma, scritta da cani e con un casting talmente piatto da lasciare basiti (F4 again).
Perché seguirla: perché siete dei supersnob che guardano le cose brutte apposta
Perché mollarla: perché se le anticipazioni della stagione sono più efficaci di un intero pilot… non serve che completi la frase, vero?