Black Sails – La serie tv sui pirati che promette sesso e violenza di Marco Villa
Ce la farà Black Sails a sconfiggere la maledizione dell’inutile Jack Sparrow?
Parliamoci chiaro, che qui la questione è importante: i pirati sono una bomba, un caso quasi unico in cui, da sempre, epica e anti-epica convivono serenamente e con grande gioia reciproca. Nelle storie di pirati ci sono squartamenti, poveri cristi gettati in pasto agli squali e assalti violentissimi, ma state certi che dietro l’angolo c’è anche il nostromo sbronzo con la gamba di legno, se non addirittura un pappagallo che dice parolacce. Nel corso degli anni, ogni romanzo o film a tema piratesco ha scelto il proprio tono, finché non è arrivato il Jack lo Squartatore del genere. Sto parlando di Pirati dei Caraibi, saga di quattro (più uno in arrivo) film di rara inutilità, con un protagonista di enorme fastidio, quel Johnny Depp aka Jack Sparrow, che è riuscito nell’impresa improba di trasformare un intero genere in una grande, incontenibile, inimmaginabile cazzata.
Pensare una serie di pirati dopo l’armageddon Jack Sparrow è dura, perché negli ultimi dieci anni Pirati dei Caraibi è stato associato in maniera pressoché esclusiva al tema dei pirati: qualsiasi prodotto (film, libro, fumetto, serie tv) deve per forza farci i conti e Black Sails non è ovviamente esclusa da questo discorso.
Black Sails è una serie che va in onda su Starz dal 19 gennaio. La rete è abbastanza una sicurezza: nel curriculum troviamo Spartacus e Boss, due serie molto differenti per genere, tono e qualità, ma entrambe importanti nella produzione degli ultimi anni. La serie è stata creata da Jonathan Steinberg (già showrunner di Chuck) e vede tra i crediti uno come Michael Bay, che di solito non è mai legato a film alla Ingmar Bergman.
Black Sails è una storia di capitani e pirati semplici, di truffatori e donne manipolatrici, di tesori e di guerre con la marina britannica. Nel primo episodio sono due i contesti principali che emergono: la vita a bordo della nave Walrus, con una ciurma poco propensa a fidarsi di un capitano in crisi di risultati, ma determinato a inseguire per i sette mari (potevo non dire “i sette mari”? Su, dai) una nave ricchissima di tesori; e poi la vita a terra, nell’isola di New Providence (zona Bahamas), base dei pirati e luogo dove avvengono scambi di merci e denaro, nonché grandi abbuffate di sesso nei bordelli. A fare da tramite tra questi due mondi è John Silver, regazzetto che si salva da un abbordaggio e passa nelle fila dei pirati, fingendosi cuoco e portando con sé un foglio indispensabile per rintracciare la suddetta nave pregna di oro e pezzi da otto (i pezzi da otto!).
Se il nome John Silver vi suona e prima di esso vi viene da aggiungere l’aggettivo Long, siete nel giusto: Long John Silver, così come il Capitano Flint (i due protagonisti della serie tv) sono personaggi che potreste avere già incontrato da piccoli nell’Isola del Tesoro di Robert Louis Stevenson, romanzo di cui Black Sails è una sorta di prequel.
Il primo episodio di Black Sails è un pilot che fa semplicemente il suo dovere, con tutto il buono e il cattivo che questa espressione porta con sé. La presentazione dei personaggi è decisamente standard, anche se con un paio di spiegoni che levati e i personaggi stessi sono interessanti, per quanto già parecchio caratterizzati: il colto e impulsivo capitano, il saggio capo dell’equipaggio, lo scaltro finto cuoco, la tosta proprietaria di osteria, la sagace prostituta. Potrei andare avanti per ore con grande soddisfazione, ma va bene così. Le scene d’azione sono buone, con un uso di effetti speciali che non sarà questo enorme piacere per gli occhi, ma che non si fa certo disprezzare. Certo, dal trailer l’impressione era quella di una serie molto più carica di violenza e sesso (e la stessa rete Starz pareva esserne garanzia), mentre nel pilot ci sono tracce davvero minime di entrambe le componenti e questo è un peccato. Non perché io sia un sadico sessuomane, ma perché (insieme a un possibile taglio drammatico dei personaggi) sarebbero stati i due elementi in grado di allontanare davvero Black Sails da quel minchione di Jack Sparrow. Purtroppo, in questo senso, la prima puntata di Black Sails non si dimostra molto coraggiosa. Anzi: il personaggio di John Silver piazza un paio di faccette e ammiccamenti che sono tutto un programma.
Black Sails non parte a mille, quindi, ma può decisamente riprendersi. Ora i personaggi e le situazioni sono chiarite, c’è da vedere l’azione vera. Su un’ora di pilot, il tempo speso in mare e abbordaggi sarà di un quarto d’ora scarso. Aspettiamo un po’ di massacri e poi capiremo se Black Sails sarà riuscita a evitare la maledizione del pirata con la sindrome di Tourette.
Perché seguirlo: perché i pirati sono fighi e perché il trailer prometteva sesso&violenza in pura tradizione Starz
Perché mollarlo: perché il pilot è di qualità super-standard e non ha nulla di davvero entusiasmante