Chicago PD – Lo spinoff di Chicago Fire di Diego Castelli
Dai pompieri ai poliziotti
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Non è che ci sia tanto-tantissimo da dire su Chicago PD, spinoff di Chicago Fire.
E’ una serie di Dick Wolf, anzi è lo spinoff fatto da Dick Wolf su una serie di Dick Wolf. Quindi, come tutte le serie fatte da Dick Wolf, di prima o di seconda generazione (vedasi Law & Order), è un prodotto preciso, ben fatto, senza strane sperimentazioni e allergico a fronzoli di difficile comprensione.
D’altronde il buon Dick – omone paffuto che è uno dei più importanti produttori seriali di sempre, ma che contemporaneamente è la cosa più lontana da un serialminder – l’ha sempre detto: lui produce cose che funzionano, e che funzionano per tanto tempo e fanno fare soldi alla rete. Tutte le menate artistiche sono lasciate ad altri, anche se il suo modo di raccontare è a sua volta diventato una branca importante di quello che significa fare serialità in televisione.
In questo senso Chicago PD si inserisce in un contesto pienamente tradizionale. Se infatti Chicago Fire parla di pompieri (tema poco battuto dalle serie tv), Chicago PD torna a parlare di personaggi ben più usuali, ovvero i poliziotti. Protagonisti sono alcune delle facce con distintivo che avevamo visto in Chicago Fire, e che ora cominciano ad avere vita loro, anche se la città è la stessa, il vicinato pure, e i crossover sono sempre dietro l’angolo.
Quindi no, Chicago PD non parla di Bersani e D’Alema che vanno ad aprire la filiale americana del partito, ormai defenestrati dal rottamatore Renzi.
Le potenzialità aggiuntive per Chicago PD sono sostanzialmente due, ben connesse tra loro: in primo luogo, il protagonista “ufficiale” è Hank Voight, interpretato da Jason Beghe, che in Chicago Fire per un buon periodo ha fatto niente più che il cattivo. La sua promozione a protagonista è stata anticipata in Chicago Fire da una breve opera di ripulitura della fedina, se così si può dire, in modo che il nostro potesse presentarsi nella nuova serie un po’ meno stronzo. Ma rimane il fatto che si tratta di un personaggio con un lato oscuro molto forte, in odore di corruzione, e abituato a fare i propri interessi oltre quelli della città. Che comunque, ci viene fatto capire, è fortunata ad averlo, perché è un tipo dai modi spicci e che assicura un certo tipo di risultati.
In questo senso, e qui si arriva al secondo punto, Chicago PD potrebbe avere un’anima orizzontale un po’ più spiccata rispetto ad altre serie di Wolf, dovendo gestire, oltre ai casi di puntata e le normali beghe lavorativo-amorose, anche una storia parallela come quella di Voight.
Io me lo auguro, perché vedere i pompieri tutto sommato mi diverte, mentre potrei avere qualche difficoltà a gestire gli ennesimi poliziotti. Al massimo possiamo sperare nel terzo spinoff, Chicago NU – Nettezza Urbana.
Perché seguirla: se di solito apprezzate le serie di Dick Wolf, dovete dare una chance anche a questa.
Perché mollarla: non credo aggiungerà nulla alla già nutritissima famiglia dei poliziotti televisivi.
PS
Con mia grossa sorpresa, mentre finivo di scrivere il pezzo ho scoperto che a partire dal quarto episodio la squadra accoglierà un nuovo membro: Rosy Bindi.