Kevin Smith e il totale sbigottimento seriale di Diego Castelli
Alle volte non sai proprio che pesci prendere
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Quando guardi il finale della terza stagione di Homeland e provi a chiederti cosa succederà nella quarta.
Quando mi troverò davvero di fronte a uno zombie, e non solo nella mia mente dove sono più figo di Daryl Dixon.
Quando ti viene detto che la tua serie preferita, nonostante gli ascolti bassissimi, avrà un’altra stagione.
Quando scarti i regali di Natale e ci trovi un cofanetto seriale fichissimo, che assorbirà completamente i prossimi due mesi.
Quando ti struggi da mesi per una tizia che nemmeno sa il tuo nome, e che a un certo punto viene lì e fa: “Tu sei quello che sa tutto di Breaking Bad? Mi spieghi un po’ com’è, che vorrei cominciarlo?”
Quando Jack dice “We have to go back”.
Quando Gemma prende in mano il forchettone da arrosto e non lo usa per l’arrosto.
Quando sei in ferie, senza telefilm regolari, e devi decidere quale dei dieci Recuperoni cominciare.
Quando apri per la prima volta S, il romanzo di JJ Abrams (ordinatelo, ne vale la pena).
Quando ti rendi conto che il Villa, in fondo, a Kevin Smith ci assomiglia proprio.
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