The Day of the Doctor – 50 anni di Doctor Who di Diego Castelli
Mezzo secolo a spasso nello spaziotempo
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Per un grandissimo numero di spettatori sparsi ovunque, Doctor Who è una dirompente fonte di addiction, al pari dei vari Star Trek e Star Wars. Peccato che io e il Villa (shame on us) non ne abbiamo mai visto neanche mezza puntata. L’occasione del cinquantennale della serie però (con tanto di puntatone specialone), era un’occasione troppo ghiotta, e ci pareva di fare un brutto servizio a non parlarne per niente.
Ecco allora arrivare in nostro soccorso una serialminder di quelle dure e pure, che scrive anche su altri siti ma che quando le abbiamo chiesto “Dai, aiutaci col Dottore” ha subito risposto “Pronta!”.
La cosa bella è che capisco così poco di quello che lei riassume così appassionatamente (non conoscendo manco uno dei personaggi e delle situazioni), che mi verrebbe anche la voglia di spararmi un bel Recuperone. Sarebbe una roba abbastanza epica.
Ma per ora accontentiamoci di avere la coscienza un po’ più pulita…
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DOCTOR WHO: THE DAY OF THE DOCTOR (di Maria Sole Bosaia)
A cinquant’anni esatti dalla sua nascita sugli schermi della BBC, Doctor Who è tornato con un episodio speciale – The Day of the Doctor – per celebrare degnamente la serie di fantascienza più longeva di sempre. Per l’occasione la puntata è stata distribuita in 94 paesi, sia in televisione che al cinema, giusto per sottolineare la portata dell’evento che vede estimatori sparsi in tutto il mondo.
Tanta è stata l’attesa e altrettante sono state le speculazioni riguardo cast e plot, dal momento che, curiosamente, ci troviamo in un momento di transizione, a cavallo tra la settima stagione e l’ottava che sancirà l’uscita di scena dell’Undicesimo Dottore in carica – interpretato da Matt Smith – e l’arrivo del Dodicesimo.
Se ancora non bastasse, ci sono le premesse del finale della settima: la rivelazione del vero nome del viaggiatore spaziale, conclusasi con il cameo di John Hurt (The Hollow Crown), ha aggiunto altra carne al fuoco per quello che rimarrà uno degli anniversari televisivi più memorabili.
Detto questo, “The Day of the Doctor” presenta numerosi pregi, ma per farla breve riesce ad accontentare i palati fini degli appassionati e anche quelli di chi segue Doctor Who senza farsi troppi viaggi mentali.
A cominciare dalla sigla iniziale, che con il suo bianco e nero retrò rende onore al passato citando i titoli originali del 1963 accompagnati dalla colonna sonora dell’epoca. Bravo Steven Moffat (showrunner dal 2010 dopo Russell T. Davies), che piazza il suo primo strike nel cuore dei fedeli “whoviani” (così si chiamano gli appartenenti al fandom di Doctor Who). Il seguito è una lunga cavalcata tra punti cardine della serie, citazioni e omaggi ai passati protagonisti che hanno fatto grande questo show.
Attenzione: spoiler a seguire!
La premessa è presto svelata: una nuova minaccia aliena si accinge a invadere la terra e il Dottore in carica è chiamato a intervenire insieme alla sua ultima assistente: Clara Oswin (Jenna Coleman). “Sempre la stessa storia” brontolerete voi. In parte sì e in parte no, perché a catturarci fin dall’inizio è la spettacolare capacità di tenerci avvinti con le sue straordinarie avventure, che siano mostri di gommapiuma e cartone o creature fantastiche realizzate con le ultimissime tecniche digitali.
Ed ecco quindi il Dottore, dopo un rocambolesco arrivo, introdursi all’interno di uno dei simboli della City: la National Gallery. Siccome l’S.O.S. giunge dal passato, cosa c’è di meglio di una reunion tra precedenti e attuali Signori del Tempo? Non possiamo tacere più a lungo: il 50° anniversario di questa serie vede in campo anche David Tennant (The Escape Artist), amatissimo decimo Signore del Tempo che in questo episodio aiuta non poco il suo successore a venire a capo della faccenda.
La sceneggiatura però fa di più che restituirci Tennant in tutto il suo splendore con una delle sue assistenti più stimate (indovinate un po’ di chi si tratta): aggiunge anche un tassello importante alla storyline ufficiale.”
Tenetevi stretti alle poltrone perché Gallifrey, il pianeta perduto del Dottore, precedentemente ritenuto distrutto e poi “risorto” e sigillato in “La fine del tempo, vive. O meglio, sopravvive grazie alla decisione finale di tre delle incarnazioni del Dottore, che rimedia così al suo più grande errore, al suo più angoscioso rammarico, quello che avrebbe fatto calare il Silenzio…
Tra battute esilaranti, fortunati incontri, momenti di commozione e una chicca che apre l’orizzonte sulla stagione a venire, si snoda uno degli episodi più coinvolgenti e divertenti di sempre.
Osservare tutti i volti del Signore del Tempo riuniti insieme è uno spettacolo che merita davvero di essere gustato.
Impeccabile dal punto di vista della regia, recitato benissimo da attori che insieme fanno scintille, arricchito da non trascurabili colpi di scena, “The Day of the Doctor” si candida come pietra miliare nella lunga, davvero lunga storia di questo show.