Serial Moments #89 – Dal 21 al 27 luglio 2013 di Diego Castelli
Ipnosi aliena, alta filosofia e inaspettati addii
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ATTENZIONE! SPOILER FINALMENTE VACANZIERI DI FALLING SKIES, THE NEWSROOM, THE KILLING E TRUE BLOOD!
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Nel post di oggi troverete solo quattro serial moments invece dei consueti cinque. Una forma di ribellione? Una denuncia metaforica della crisi sempre più pressante che liofilizza il portafogli? Un tentivo di sottolineare la necessità di concentrarsi su ciò che veramente conta nella vita?
No, dovevo partire per le vacanze e non ho fatto in tempo a vedere tutto quello che vedo di solito.
Ah, e settimana prossima i moments saltano proprio per lo stesso motivo. Ma poi li recupero, non temete…
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4. Falling Skies 3×08 – Pillola blu o pillola rossa
Quasi tutte le serie post-apocalittiche, chi più chi meno, amano usare i flash back per far vedere il passato felice dei propri protagonisti. La 3×08 di Falling Skies sembrava dedicata a questo scopo, con le immagini della vita pre-alieni di Tom e famiglia. Ma basta poco per accorgersi che in realtà non è un vero flash back, bensì una manipolazione mentale in stile Matrix per costringere Tom a rivelare importanti informazioni di guerra. Poi la puntata diventa più banale con lo scorrere dei minuti, ma quella prima metà merita il serial moment. Certo, poi uno potrebbe anche chiedersi perché mai gli alieni dovrebbero inventarsi ipnosi complicatissime, quando per far parlare il buon Tom basterebbe strappargli le dita dei piedi una ad una. Gli sceneggiatori sembrano anche consci del problema, visto che mettono in bocca alla perfida Karen una frase tipo “sappiamo che resisterebbe al dolore”. Oh, può darsi, è risaputo che tutti i professori di storia sono addestrati per resistere al dolore, ma provare che ti costa?
3. The Newsroom 2×02 – Executed
No, Newsroom non si è ancora rialzato del tutto. Anche in questo secondo episodio rimangono le perplessità della premiere, con quella faccenda di Occupy Wall Street troppo telefonata per essere credibile, le paturnie sentimentali di Maggie troppo esplicite per essere di Sorkin, e quel pessimismo cosmico troppo cupo per essere The Newsroom. Ciò detto, riescono comunque ad aprirsi squarci della vera scrittura sorkiana, quella che dai tempi di West Wing riesce a intrattenere e far riflettere allo stesso modo. Stavolta c’è il caso dell’uomo condannato a morte pur essendo probabilmente innocente. E nel dialogo tra Will e Don c’è proprio tutto l’Aaron Sorkin che amiamo: il confronto tra la necessità delle regole e i loro inevitabili punti oscuri, la difficoltà di un personaggio di seguire le proprie convinzioni pur sapendo che potrebbe trovarsi in territori eticamente grigi, la capacità di sondare un tema scottante in una danza dialogica insieme accattivamente e profonda. In più, le parole di Will diventano simbolo più ampio della sua posizione in questa stagione: l’anno scorso una ritrovata morale gli permetteva di ergersi sopra la massa dei colleghi; ora quella stessa adesione a principi saldi e incrollabili (nel caso specifico il rispetto dei verdetti processuali) lo catapulta in una zona che sentiamo essere “sbagliata”, malgrado la sua argomentazione sia salda e precisa. Riappare dunque quella strana immobilità, sintomo di una certa paura ad agire, che sembra aver stretto Will in una morsa soffocante. Speriamo ne esca, anche se quella faccenda di Genoa pende sulla sua testa in maniera preoccupante.
2. The Killing 3×09 – Morti inattese e tentativi di limone
Altro puntatone di The Killing, che rende ancora più evidente la sensazione che avevamo fin dall’inizio: questa terza stagione è parecchio superiore alla seconda, che era sempre di altissima qualità, ma era pur sempre un allungare il brodo rispetto a una versione originale (quella danese) che concludeva la storia di Rosie dopo un solo anno. In questo episodio – peraltro diretto da Jonathan Demme, regista de Il silenzio degli innocenti – succede un po’ di tutto, e c’è spazio per emozioni di ogni tipo. Dovendo scegliere un serial moment in mezzo ai tanti possibili… ne scelgo due. Perché di sicuro non si può non citare il ritrovamento del corpo di Bullet, la ragazzina lesbo-teppista ma dal cuore puro (capisco sia una definizione un po’ da sailor moon, ma tant’è) di cui tutto avremmo pensato, tranne di trovarla morta in un bagagliaio, specie quando mancano ancora quattro episodi alla fine. Allo stesso tempo, però, bisogna per forza citare il tentativo di Holder di mandare a puttane tutta la mia teoria della settimana scorsa, quella del rapporto iper-platonico tra lui e Sarah. In un momento di profondo dolore per la morte di Bullet, Holder tenta di ficcare la lingua nell’esofago di Linden, facendoci provare un profondo disagio. Meno male che lei rifiuta il bacio, non ci avrei dormito la notte…
1. True Blood 6×06 – Ma no!!!
E così, dal niente, dopo che per settimane ne abbiamo acclamato la tamarraggine, True Blood piazza il colpo da groppo in gola. Già nell’episodio precedente il povero Terry aveva commissionato il proprio omicidio, ormai incapace di reggere il peso dei dolorosi ricordi di guerra. Ma avevamo pensato che qualcosa o qualcuno si sarebbe messo in mezzo tra cattivi pensieri e azioni concrete: un vampiro benevolo, una fata capitata nel posto giusto al momento giusto, andava bene anche un qualunque licantropo o mutaforma in vena di eroismo. E invece no, non solo Terry viene colpito e ucciso dal suo vecchio compagno d’armi, ma muore poche ore dopo aver subito una cancellazione dei ricordi pensata proprio per renderlo più felice. Peccato non averci pensato prima.
Poi sul finire di puntata Bill stacca la testa al governatore, che è una bella cosa, ma a quel punto eravamo già in lutto…