3 Luglio 2013 4 commenti

Orphan Black – La prima stagione promette e poi mantiene di Marco Villa

Orphan Black è un po’ come Ambra Angiolini

Copertina, On Air

orphan-black-700x392

Orphan Black è la serie tv che ti fa divertire per dieci puntate. Non ti fa pensare a niente, ti rilassa e ti lascia una discreta fotta perché finisce completamente aperta. Settimana scorsa parlando di Under The Dome scrissi di intrattenimento estivo. Ecco, Orphan Black è la stessa cosa, ma anticipata di qualche mese.

OPHAN BLACK EPISODE 106 DAY 7La serie – canadese – è andata in onda su BBC America dal 30 marzo (seconda stagione confermata, in arrivo nel 2014) al primo giugno, mettendo in fila dieci episodi in cui succede tutto e di tutto. Orphan Black è una serie in cui una povera sventurata si trova al centro di un gigantesco giro di cloni. E fin dagli ultimi minuti del primo episodio risulta evidente che la serie non si farà nessun problema ad arrivare sempre a un millimetro dal diventare una roba inguardabile. In occasione del pilot scrissi, un po’ come per Under The Dome, che il successo o il fallimento della serie sarebbe passato dalla capacità di fermarsi effettivamente a quel millimetro di distanza. Dopo la prima stagione si può dire che sì, Orphan Black tiene.

Tiene perché la protagonista Tatiana Maslany (nella foto su Wikipedia è un cesso, ma in realtà non lo è per niente) riesce a essere credibile in quasi tutti gli sdoppiamenti che interpreta. La prova migliore la dà interpretando Sarah Manning, ma anche la parte di quella povera idiota di Cosima non è male. Totalmente da dimenticare, invece, le poche battute nei panni di Katja Obinger e soprattutto le scene in cui interpreta Helena. Proprio Helena è il più grande difetto di questa prima stagione. Un personaggio cruciale, importante, ma scritto e interpretato da cani. Tutta la costruzione di Helena è sfilacciata e senza senso, così come il personaggio di Tomas, suo aguzzino e mentore. Per non parlare di quei capelli biondi imbarazzanti. È in questi dettagli che si vede che Orphan Black è tutto tranne che una serie raffinata. Ma non importa, va bene così, perché ci si perde volentieri dietro tutti i twist narrativi, alla carne che va via via accumulandosi sul focherello di questa serie.

OrphanBlack_S1_E04_34_photo_web-1024x576Oltre all’aspetto complottistico-misterioso, poi, non va dimenticata la parte più comedy. La linea comica, come direbbero a Boris, è affidata soprattutto a Felix, l’amico gayssimo che dice cose sarcasticissime e acidissime e a Alison, la clone desperate housewife. Proprio è Alison è in realtà il personaggio più complesso, capace di siparietti divertenti, come di momenti di assoluta e inattesa crudeltà, come in occasione della morte della vicina di casa, cui assiste senza muovere un dito, rinunciando così a salvarla.

Ricapitolando: una trama principale fatta di colpi di scena e cambiamenti continui, sempre sull’orlo del maddai; una interprete credibile nel moltiplicarsi nei mille cloni; momenti comedy più che godibili. Nell’altra colonna, una vaga sciatteria di fondi, con poca attenzione ai dettagli e alcune cadute grossolane. Nel complesso, una prima stagione positiva. Non è la serie dell’anno, non lo sarà mai. Ma Orphan Black mantiene quel che promette. Un po’ come Ambra Angiolini.

 

 



CORRELATI