The Defenders di Marco Villa
Ultraman e Jim Belushi giocano agli avvocati
Io ho un problema che mi trascino dall’infanzia.
Odio l’attorucolo che interpretava Il mio amico Ultraman.
Profondamente.
In modo viscerale.
Potrebbe anche diventare il nuovo Al Pacino.
Non cambierebbe nulla.
Odio.
Ai tempi era un regazzino con una faccia troppo idiota per non essere deriso, ma in fondo buono di cuore.
Oggi è uno yuppie arrogante e arrivista, ma in fondo buono di cuore.
Va da sé che la cosa che non sopporto, né ieri né oggi, è questa ottusa bontà di cuore.
Dai, siamo nel 2010, dobbiamo ancora sorbirci il personaggio dalla scorza dura ma in realtà tanto tanto caro? Dopo Gran Torino, dovrebbe essere vietato.
Ok, chiudo lo sfogo.
Di cosa si parla? Si parla di una nuova serie legal, in onda su CBS dal 22 settembre.
Si chiama The Defenders e finora ha fatto registrare ascolti più che dignitosi, partendo con il botto e poi assestandosi su livelli inferiori ma comunque decisamente buoni.
Protagonisti sono Ultraman e Jim Belushi, nei panni di due avvocati scalcagnati e mal considerati dai colleghi, ma che si appassionano sempre alle cause dei clienti e, nonostante le apparenze, sono bravissimi.
Dai, siamo nel 2010, dobbiamo ancora sorbirci i personaggi cialtroni ma di grandi capacità?
Ultraman è un rampante che si tromba le hostess, conquista tutti con il suo charme e il suo sorriso Durban’s.
Jim Belushi è il socio anziano dello studio: tanta esperienza alle spalle, ma poca ambizione. Risultato: è un ottimo legale ma non ha mai sfondato.
Terzo personaggio importante è Lisa Tyler, interpretata da Jurnee Smollett, neolaureata in legge che per pagarsi gli studi ha lavorato come ballerina in un locale di lap dance. Se a questo sommate il fatto che siamo a Las Vegas, concorderete che qualche autore ha visto un po’ troppi episodi di CSI.
Proprio nell’ambientazione a Las Vegas risiede uno dei punti più interessanti della serie. La città del Nevada, infatti, non viene mostrata nel suo finto splendore o nella fantasmagoria di luci e riflessi. Nel primo episodio, si vedono piuttosto hotel periferici e spiazzi desertici al confine con l’autostrada.
Nel complesso The Defenders è però un prodotto troppo facile e già visto per essere davvero vincente.
È senz’altro ben confezionato, con un’ottima recitazione (sì, anche Ultraman), un gran ritmo e una fotografia asettica che dà un tocco di malinconia a tutto il quadro.
Siamo però in un ambito già ampiamente esplorato e non vedo come questo titolo possa offrire grandi spunti o aprire nuovi orizzonti.
Siamo insomma ben lontani da The Whole Truth, che coraggiosamente cerca di ribaltare l’impostazione stessa del genere legal e per questo viene punito con ascolti disastrosi, che lo condanneranno a una fine certa dopo i primi 13 episodi, se non addirittura a una cancellazione prematura.
Perché siamo nel 2010, ma a quanto pare il pubblico fatica a staccarsi dall’impostazione avvocato = eroe che cerca la verità.
Previsioni sul futuro: casi, indagini, processi, liti, battibecchi, Ultraman. E tanto tanto buon cuore.
Perché seguirlo: perché ha un ottimo ritmo e la puntata scorre via liscia e fresca
Perché mollarlo: per protestare contro un pubblico che farà cancellare The Whole Truth. E poi, diciamocelo, anche voi odiate da sempre Ultraman.