The Following episode di Vale Marla Morganti
Chi crede ancora alla lotta tra Bene e Male?
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Evviva, ora tocca a me parlare di The Following, a metà della prima stagione, dopo che le penne di spessore di Serial Minds hanno detto la loro. Ovviamente sono la meno attendibile, ma dato il rapimento che provo per questo telefilm-seriale-americano-di-FOX-stile-conspiracy (eh sì ormai è un’epidemia vedi Utopia, Homeland, House of cards, ecc) ho deciso di sobbarcarmi con estremo gaudio l’onore di dire anche la mia su Ryan Hardy e la sua inconcludente crociata contro Joe Carroll.
Pensandoci mi sembra un po’ come la storia di Lupin III e Zenigata. Le caratteristiche di base ci sono, anche se nel manga siamo più legati al malfattore mentre in The Following – a meno di non essere a nostra volta psicopatici assassini – pendiamo un po’ di più (ma giusto un po’) dalla parte dei poliziotti. Anche se trovo che Joe Carroll non possa che essere considerato un personaggio affascinante. Si dice che geni e serial killer hanno lo stesso profilo psicologico, e Joe Carroll è decisamente un serial killer geniale.
Una delle cose che più mi aveva rapita all’inizio della serie era proprio questo, l’idea dell’assassino letterato che vuole scrivere la sua opera sporcando d’inchiostro la realtà. Forse nelle prime puntate era più marcato questo aspetto, poi è semplicemente diventato reale. E dai pochi ma efficaci adepti di Carroll, che lo aiutavano a scrivere i primi capitoli del suo personale romanzo, siamo arrivati a metà della stagione con un cospicuo esercito, composto da fondamentalisti di libri, sangue e lame.
E’ inquietante, certo. Potrebbe sembrare eccessivo, forse. E’ quello che ho provato io, almeno. Tra l’episodio 6 e 7 ho avuto una battuta d’arresto. Nonostante l’estrema ansia e la persistente suspense – nel senso che anche in ufficio in pausa pranzo con svariate persone e le luci accese mi trovo a urlare e imprecare – mi son detta “ora è troppo”. E’ troppo facile inserire gente che uccide a caso, che lo fa per il gusto di farlo e di compiacere un pazzo schizzato che, a ora, non abbiamo ben capito come abbia fatto a impressionare e raccogliere intorno a sé un così vasto numero di persone che credono in lui e nel potere di togliere la vita, immotivatamente. Ovvio che ne viene fuori qualcosa di impatto, ma anche di sopra le righe.
Quindi anch’io, come tanti detrattori della serie, ho avuto il momento di scoramento. Però devo dire che la 8, “Welcome Home”, mi ha fatto un po’ tornare ai patemi giustificati delle prime puntate. In primo luogo non abbiamo visto Claire, personaggio che a me un po’ irrita, e poi c’è stato l’attacco a Weston, personaggio che invece adoro. Ovvio che lo sai che alla fine Weston non deve morire, però intanto abbiamo visto come la setta è molto più avanti dell’FBI, visto che il giovincello era l’unico che sapeva, ma nemmeno Ryan sapeva che lui sapeva.
Penso che una delle forze di The Following sia questa, la lotta tra il sapere e il non sapere. Suvvia, siamo ormai nel III millennio, il 3.000 d.C. è dietro l’angolo, non ditemi che vi fate ancora infinocchiare con la lotta tra il Bene e il Male. Non ci sono parti da prendere in The Following, c’è solo da attendere il following episode (scusate la bassezza letteraria ma era troppo invitante). C’è solo da credere nei due Kevin, Williamson (perdinci dalla sua mente è uscito Dawson’s Creek, più conspiracy di quello…) e Bacon (che non so mai che film ha fatto, però credo anche in lui).
So che ci sono dibattiti ancestrali intorno a The Following, ma ahimé ne sono completamente estranea. A me la televisione piace guardarla (serie americane/britsh/fatte bene in particolare e Geordie Shore), e anche se riempio le pause pranzo/sigaretta e le serate parlando e sparlando con amici, di qui a partecipare a crociate (specie le crociate “contro”) ci sta un bell’abisso. Forse perché ho un’idea semplice in mente: se non vi piace, se non siete riusciti a guardare nemmeno il pilot, se ci avete provato ma che schifo, gli attori sono cani, la trama non regge, Carroll è un pazzo psicopatico quindi è inconsistente fare una serie sui suoi deliri, che noia, mamma mia il bambino chi è un incrocio tra McGyver e il bambino del sesto senso, ma Claire proprio quello si doveva sposare, Emma è proprio una gran vacca, pazza e zozza, oh cazzo ma il triangolo Emma-Paul-Jacob a me piaceva perché l’han fatto finire lì, oppure no, era ridicolo nemmeno dovevano farlo, be’ allora, cari followers seriali, non state qua a farvi del male con Mr Carroll e Mr Hardy, di serie ce ne sono a iosa. Lo dico per voi. Per quanto mi riguarda c’è troppa ciccia sulla brace per non dare fiducia. Ok, concordo che alcune scelte possano essere troppo ardite e dunque emotivamente fastidiose, non perché cruente ma perché apparentemente immotivate o finite in fretta a tarallucci e vino dopo averci ricamato trame, ansie e ghirigori. Sono piccole pecche che dal mio umile punto di vista non tolgono forza a un prodotto da smile verde fluorescente e lampeggiante. Suvvia non esiste la serie perfetta: gli errori, le leggerezze, le visibili mancanze ci sono sempre, specie se uno si pone l’obiettivo di trovarle, come quelli che fanno i montaggi video con tutti gli errori degli Avengers (questa me l’ha suggerita il Castelli che è fumettaro). Ma quando in una puntata di pura adrenalina Hardy arriva nella villa nel bosco, riesce a entrare in casa, vede il piccolo Joel nel quale rivede Claire (e di certo il pacemaker stava anche faticando), c’è emozione, c’è empatia, c’è fiatone… ma a chi viene in mente di criticare il fatto che un detective dell’FBI non dà mai le spalle alla porta?! Ma chissenefrega, ero impegnata a sobbalzare! Se veramente vi soffermate su queste sottigliezze non avete capito lo spirito di The Following, e allora è giusto che passiate le giornate e fare le pulci a ogni episodio.
Ora, se non siete già impegnati a fare una bambolina voodoo con le mie sembianze, lasciatemi chiudere con il botto… mi prendo anche l’onere e l’onore, il permesso e la giuoia di andare contro il Villa che parlava di un basso profilo del cast, che invece a me convince in pieno. E poi Kevin Bacon non ha la scorbuticheria, è solo che Claire è da un po’ che non gliela dà. Poi vabbè si sa che io ne so meno del Villa, quindi scegliete voi da che parte stare… però, sappiate che io sono bionda e buona, lui è roscio e cattivo! Vi aspetto al The Following episode!
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