The Transporter – Da Luc Besson agli inseguimenti a cazzo di Marco Villa
Quelle serie patapim bum wram da Raidue prima del TG
Facciamo le cose per bene: The Transporter è una roba inguardabile. Però è perfetto, a suo modo splendido. E’ possibile tutto ciò? Ovviamente sì e se foste gente che ama roba tamarra in cui ci sono solo (sottolineo e maiuscolizzo il SOLO) inseguimenti, avreste trovato la parola del vostro dio che guida con i guantini.
The Transporter è la serie ispirata all’omonima saga prodotta da Luc Besson e parla di un tizio che guida fortissimo e porta robe illegali da una parte all’altra. Praticamente un corriere DHL che fa le stradine da esperto, come l’ultimo degli sbronzi che cerca di evitare il palloncino. E la storia è tutta qui. Il pilot può essere riassunto così:
1. Inseguimento
2. Figa a caso mezza nuda
3. Inseguimento
4. Pestaggio cattivi
5. Scopata con altra figa a caso mezza nuda
6. Inseguimento
7. Pestaggio cattivi (attenzione: contiene calcio rotante)
8. Limone finale
E tenete conto che non avevo voglia di scrivere tutti gli inseguimenti, trattasi di sintesi stretta. In mezzo a queste cose, il nulla pneumatico, retto da una trama che sembra una storia inventata di quelle che si inventano i bambini quando giocano: “facciamo che eravamo nel futuro e tu eri un poliziotto e io un ladro buono che però non sanno di essere amici”. Questa frase non ha senso? No, ma non ha senso nemmeno una trama di puntata che dice: “dobbiamo portare da Nizza a Parigi l’ultimo esemplare di un prototipo che riduce quasi a zero i consumi delle macchine e ne aumenta esponenzialmente le prestazioni, ma dobbiamo stare attenti ai cattivi delle compagnie petrolifere che ci temono e vogliono ucciderci in nome del business!”. Perché così va la prima puntata. Ora, capisco che per i nerd da officina ho appena descritto il paradiso, come dire a dei fricchettoni che è stata introdotta un’ora obbligatoria di diablo in tutte le scuole, però il resto dell’umanità deve convenire sul fatto che The Transporter è una cagata totale. E io faccio parte del resto dell’umanità.
Se siete degli spettatori non dico illuminati (quali certamente siete, dal momento che state leggendo le pagine di questo splendido sito), ma appena consapevoli, rifiuterete alla grande questa serie, attraversata da un protagonista come Chris Vance, una specie di Terence Hill versione Don Matteo dopo un ictus con paresi, che ha provocato un eterno sorrisino da “dio che figo di dio che sono adesso vado al Radetzky a prendermi uno sbagliato mostrando la tartaruga”. A questo aggiungete che The Transporter è una serie franco-canadese, ambientata in Francia, ma in cui tutti – ovviamente – recitano in inglese, con uno straniamento simile a quello provato inizialmente in A Young Doctor’s Notebook, ma che poi là si è dissolto per la bravura degli attori, mentre qui continua a martellare le tempie come la celebre goccia cinese.
Ricapitolo? Ricapitolo. The Transporter è una serie demmerda, che può piacere solo a chi è un nerd da officina o a chi ha sommovimenti intimi guardando inseguimenti, spararatorie ed esplosioni nelle serie di RaiDue pre-TG. Ecco, per loro sarà splendido, ma davvero eh.
Perché seguirlo: l’ho detto due righe fa
Perché mollarlo: l’ho detto per tutto il post