The Vampire Diaries 4 – Qualcuno prenda Elena a sberle! di Diego Castelli
C’è un nuovo personaggio da odiare. E non è Klaus.
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Questo non è un post sulla premiere di The Vampire Diaries. O meglio, non il solito post. La puntata va bene, son successe tante robe, Elena si è ricordata delle cose che Damon le aveva fatto dimenticare, così magari adesso limonano un altro po’, e poi si schifano di nuovo, e poi e poi e poi. La serie ormai viaggia col pilota automatico, non stiamo a perderci troppo tempo.
Qui la faccenda importante è un’altra. A pochi giorni dalle elezioni presidenziali USA, Elena Gilbert si candida ufficialmente al ruolo di femmina più menosa, sfracellacazzo e qualcuno-le-dia-dei-calci di tutto l’universo seriale. Il posto al momento è ancora di Meredith Grey, ma si sa, basta una dibattito sbagliato, e può succedere di tutto.
Da cosa deduciamo che Elena ha deciso di concorrere per questa importante onorificenza? Molto semplice. Ne avevamo già parlato in un post che i lettori della prima ora di Serial Minds ricordano bene: nella serialità attuale, essere vampiri è tutt’altro che una maledizione, anche se loro continuano a vendercela così, per rimanere fedeli alla tradizione. Questo perché di fatto i vampiri televisivi sono belli, potenti, immortali, e capaci di provare tutte le emozioni e i pensieri degli essere umani. Certo, c’è la sete di sangue, e un vampiro dai saldi principi morali si fa scrupoli a mangiare gli umani. Ma in True Blood hanno inventato il sangue sintetico, e in Vampire Diaries viaggiano di scoiattoli e sacche rubate all’AVIS (i volontari del sangue, non le macchine a noleggio). Ma Vampire Diaries, da sempre, fa anche di più: toglie il problema del sole, con pratici anelli anti-scottature che si trovano comodamente sul sito “Bonnie & Magic, incantesimi a metà prezzo”.
Tutto questo ce l’eravamo già detto, ma non pensavamo che questo argomento potesse tornare in auge con tale forza, al momento della prevedibile vampirizzazione della Gilbert. Perché dopo aver guadagnato i canini, la bella Elena si produce in un intero episodio di fastidiose lamentele senza fondamento.
Comincia col lamentarsi del fatto che ancora cammina, che il sangue di vampiro nelle sue vene l’ha tenuta in vita, quando sarebbe dovuta morire annegata. Tranquilla cara, anche noi ce ne lamentiamo, anche se il mondo non ci ha guadagnato granché dal salvataggio di Matt. Comunque uno cosa può dire? Cara Elena, avresti trovato più giusto morire? Benissimo, sappi che in questa fase di transizione puoi ancora fare il bagno con il tostapane acceso, e il problema si risolve subito. E invece no: perché non prendersi queste 24 ore per tediare tutti e far notare a Stefan e Damon che lei non voleva che andasse così? Ragazza mia, neanch’io volevo che mi rigassero la macchina una settimana dopo l’acquisto, ma non è che poi ho ammorbato tutto il vicinato per sto fatto.
E mentre Elena si lamenta, Bonnie mette a repentaglio l’universo per trovarle una cura. Perché ovviamente la Gilbert avrebbe preferito morire, ma se per sbaglio qualcuno trova un incantesimo guaritore non ci sputa mica sopra. Così Bonnie prova a trovare una via d’uscita, non ce la fa, e si becca pure la ramanzina della nonna, che giustamente le fa notare che giocare con questo tipo di magia potrebbe far incazzare gli spiriti, e non ha molto senso far incazzare gli spiriti per una che tanto voleva essere morta, o no?
Ma Bonnie è un’anima pia e ci prova lo stesso, gli spiriti si incazzano, così che la volta successiva le portano via la nonna. Che anche qui ci sarebbe da discutere, visto che queste forme di vendetta trasversale non sono molto eleganti per gente che ormai dovrebbe essere arrivata alla pensione eterna. Invece no, prendiamo la nonna e portiamola in chissà quale dimensione di fuoco e fiamme. Cioè, guardate che non è bello mandare la propria nonna all’inferno, uno può rimanere segnato per una cosa così, e vorrei che si tenesse bene a mente che senza i tentativi di svampirizzare Elena, la vecchia sarebbe ancora tra noi (vabbe’, metaforicamente).
Intanto le ore passano, e Elena si ritrova ingabbiata. Logica vorrebbe che si lasci morire, perché ha rotto le palle per ottomila stagioni col fatto che non voleva diventare un vampiro, e ora ci si aspetterebbe della fottura coerenza. E invece no. Elena – forse convinta da frasi romanticissime di Stefan tipo “tu non mi vedi ma sto sorridendo”, e un presumibile (anche se fuori onda) “però se ti sporgi dalle sbarre magari riusciamo a buttarci un’occhiata” – decide che magari morire non è piacevole, così piazza due dita in una pozza di sangue prontamente approntata e slurp, si fa una bella leccata di gustosa emoglobina, che la trasforma definitivamente. La proverbiale mano nella marmellata, diciamo.
E qui c’è l’apoteosi. L’acme. L’orgasmo vampiresco. Liberatasi dalla gabbia, Elena pensa bene di andare sul tetto di casa a scambiarsi parole dolci con Stefan. A sentire cose come “un giorno alla volta”. Un giorno alla volta?!?! Ma questa voleva morire, quale un giorno alla volta?!
Elena qui ha persino un barlume di decenza, quando fa notare che sta arrivando l’alba, e che sarebbe il caso di rientrare. Ma no, perché? dice Stefan, e taaaac, produce un bell’anello diurno. Lo mette al dito di Elena, le sorride, e poi lei appoggia la testa sulla di lui spalla, a guardare l’alba, per nulla toccata dalla sete di sangue che ha attanagliato i Salvatore per decenni e Caroline per almeno due episodi in croce. No, Elena ha ciucciato due dita di plasma, ed è a posto. Le han detto che fa male alla pelle, e lei s’è convinta subito.
Farebbe già abbastanza incazzare, ma poi tocca pensare ancora una volta a chi quell’anello l’ha fatto: sempre Bonnie, la povera crista che mentre perdeva litri di sangue dal naso e spediva sua nonna all’inferno, ha trovato il tempo di fare un anello per Elena, così che la menosa potesse guardare l’aurora col suo fidanzatino pucci pucci e accorgersi che forse è meglio così, piuttosto che annegare in un furgone.
Ma io mi chiedo: dove cazzo è Buffy quando serve?
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