Eternal Law – Epic fail all’ennesima potenza di Marco Villa
Per capirci: si parla di angeli. ANGELI CON LE ALI, cazzo.
Occasioni sprecate. Eternal Law sarebbe potuto essere la risposta inglese a quello che, per quanto mi riguarda, è stato il pilot più irritante degli ultimi anni, ovvero Once Upon A Time. In caso sarebbe potuto essere la risposta, non tanto per il tema favolistico, quanto per il comune target familiare, magari con l’aggiunta di un minimo di ironia, come si conviene alle serie inglesi – pressoché di ogni genere – viste negli ultimi anni. Non è stato così: Eternal Law è un prodotto confuso, scritto parecchio male e incapace di suscitare il minimo interesse per le prossime puntate.
Eternal Law è una serie in onda da inizio gennaio su ITV. Racconta di angeli e diavoli. Meglio: racconta di angeli mandati sulla Terra per sistemare situazioni spinose. Capito perché dicevo che sarebbe potuto essere la risposta a Once Upon A Time? Perché, dietro questa trama, abbiamo già visto zuccherose produzione americane, oltre a mille film natalizi o giù di lì, che si risolvono nel finale con un “apri tutto” della fotografia e l’angioletto che inizia a veleggiare a mezz’aria. Ok, scusate, giuro che non vi farò mai più immaginare scene così raccapriccianti, ma è la vita ragazzi. E la vita è dura.
Ad ogni modo, che con Eternal Law siamo in Inghilterra lo si capisce dal fatto che non si fa mai riferimento a dio, ma a un certo Mr. Mountjoy, capo supremo ed evidentemente divinità, ma mai riverito in quanto tale. Per dire: anche nelle situazione più estreme, non c’è qualcuno con la faccia da Medjugorje che arriva e dice “pregate e il buon dio sarà sempre al vostro fianco, egli è la salvezza ecc. ecc.”. No, gli angeli in questione sono tipo degli agenti speciali che periodicamente cambiano lavoro e occupazione, per aiutare la gente in difficoltà. I protagonisti di Eternal Law, in particolare, sono degli avvocati che difendono disperati e gente data già per spacciata.
Ora, un’idea di questo tipo mi fa venire la pellagra solo a pensarci, ma un approccio inglese avrebbe potuto tirare fuori qualcosa di buono. Invece di buono c’è giusto il fatto che i due angeli sono estremamente terreni e dotati di minimo tocco di autoironia, ma proprio minimo. Per dire: i due protagonisti (uno navigato e l’altro novello) che guardano le vetrate delle chiese e riconoscono i santi dicendo “certo che tal dei tali qui è venuto proprio male” o una roba simile. Carino eh, però niente che riesca a farti dimenticare anche per un solo secondo che questi sono degli angeli. Cazzo, degli ANGELI. Con le ali. Perché sì, non ve l’avevo detto per non turbare ulteriormente la vostra mente in queste poche righe, ma questi sono angeli con le ali, solo che non si vedono sempre. Ma, ovviamente, quando le ali si vedono, si mettono in cima ai palazzi a guardare giù verso gli umani, perché se è vero che l’essenza europea toglie della zuccherosità, è anche vero che mette il carico da novanta del “siamo tutti più autori di quei marchettari di Los Angeles, aspetta che faccio vedere a tutti che ho guardato Wim Wenders: tac, angelo pensieroso sulla chiesa. Visto Wim?”. ANGELI CON LE ALI. Dio santo, quanto mi sta costando questo sito.
I problemi veri, non che quello degli angeli – cazzo, gli ANGELI – sia roba da poco, riguarda però la struttura e il modo in cui è scritto il pilot. Ovvero: imbarazzante. Come detto, si tratta di una sorta di legal ultra-atipico, dove l’ultra-atipico significa: questi non sanno scrivere un legal. Va bene la trametta annacquata e senza tensione, ma non c’è indagine, non c’è progressione, solo cose che succedono e che cadono addosso ai due protagonisti (che, non dimentichiamolo, sono dei grandissimi ANGELI CON LE ALI). Ah, per dire, c’è anche una scena in cui uno degli angeli si incazza pesantemente con il suo superiore, al che si mette a urlare, spalanca le braccia come un attorucolo della filodrammatica e cosa ti succede? Pem, spuntano le ali. Anzi: SPUNTANO LE ALI.
Risultato: zero interesse e reale impossibilità di interessarsi all’episodio, figuriamoci alla serie. Un buco nell’acqua clamoroso, ancora più pesante considerando che, visti gli ottimi risultati di Once Upon A Time, probabilmente sarebbe il momento giusto per questa strada per famiglie fatta di buoni sentimenti.
Perché seguirlo: perché siete appassionati di angeli che fanno gli avvocati, anzi, di CAZZO DI ANGELI CON LE ALI. Questa potrebbe essere l’unica nicchia di pubblico raggiungibile. Dite che è molto ampia?
Perché mollarlo: perché non ha alcun senso narrativo, ma proprio nessuno. E poi… vabbè, dai, non devo più dirvi che sono i protagonisti, vero? Epic fail.