Misfits – Il finale della terza stagione di Marco Villa
Cambia tutto, non cambia niente
SI PARLA DEL FINALE DELLA TERZA STAGIONE, REGOLATEVI CON GLI SPOILER
Fine della terza stagione di Misfits, fine della stagione che avrebbe dovuto cambiare tutto, ma che in realtà ha spostato pochi equilibri. Quel tanto che basta a far urlare ad alcuni “era meglio la prima stagione” – c’è sempre qualcuno che dice “era meglio il demo”, e a volte quel qualcuno sono io. La verità è che Misfits ha un concept molto potente e delle stagioni molto divertenti, che giocano a prendere quel concept e a stropicciarlo e stiracchiarlo a più non posso. Per ora non si è rotto. Per ora.
Va detto, però, che con questa stagione Misfits ha cambiato faccia e carattere. Ce ne accorgiamo nell’ultima puntata: un attimo prima di diventare il vendicatore mascherato, Simon osserva dall’alto se stesso e i suoi soci, in una situazione del passato, già vista in una delle stagioni precedenti. Mentre lui li guarda dall’alto, Alisha simula una trombata per un tempo infinito. Nella terza stagione, una cosa del genere sarebbe impossibile: non solo per il cambiamento effettuato dal personaggio di Alisha, ma perché in generale tutta la parte più spinta del telefilm è stata smussata. Un fatto simboleggiato dal passaggio da Nathan a Rudy: entrambi hanno il ruolo del buffone di corte, ma il secondo è molto meno – lo dico? – volgare (brrr, scusate, me ne vergogno già). È semplicemente stupido. Un cambiamento simile l’ha avuto anche Kelly, che continua a essere la bad girl del gruppo, ma si avvicina sempre più al ruolo di ex-truzzetta.
Quindi, Misfits è cambiato tanto dalla prima stagione? Sì, senza dubbio. Ma è cambiato solo ed esclusivamente nella psicologia e nella scrittura dei personaggi, che sono cresciuti e maturati. E per fortuna. Sono adolescenti. Spoiler: crescono.
Per il resto, Misfits è uguale alle prime puntate. Storie principalmente verticali e tutti a casa. Se nella prima stagione ogni puntata era dedicata a uno dei personaggi, questa divisione oggi si è persa, ma è stato anche giusto che fosse così, privilegiando il gruppo rispetto ai singoli. Con il passare degli episodi, poi, Misfits si è spinto sempre più in là.
Ne parlavamo già per l’inizio della seconda stagione, ma una quindicina di puntate dopo è evidente come gli autori se ne freghino di qualsiasi plausibilità e buttino dentro elementi in continuazione, forti del fatto che al termine dei 40 minuti resetteranno pressoché tutto. E nella terza stagione non manca un ulteriore passo in questa direzione, simboleggiato senza dubbio dalla puntata nazista. Ma ci sono altre follie, solo toccate da una scrittura che se ne frega di approfondire le cose: potrebbe sembrare sciatteria, per quanto mi riguarda è scelta stilistica, segno di autoironia e volontà di leggerezza. Si veda la faccenda della gravidanza di Curtis, buttata lì e poi accantonata.
L’ultima puntata, poi, ha fatto poi compiere un salto di qualità all’intera serie. L’ha fatto introducendo un elemento importante come il riferimento a un’epica interna. Ne avevo già parlato con How I Met Your Mother, intendo con questo termine la creazione di una narrazione superiore, che vada oltre le singole puntate e stagioni. Il ritorno di alcuni dei personaggi ammazzati in precedenza ha dato una botta importante alla creazione di un universo-Misfits, idea rafforzata poi dalla riproposizione della scena della scorsa stagione cui si accennava in precedenza. Il fatto, poi, che uno di questi personaggi provochi l’uscita dalla serie di due protagonisti come Simon e Alisha chiude un po’ il cerchio di questo discorso. Finora l’unico elemento che si ripeteva era il tormentone – fantastico – della puntuale uccisione di tutti i probation worker, ora la faccenda si è allargata e diventata più complessa.
A questo punto, diventa interessante capire come sarà la prossima stagione. L’uscita dal cast di Nathan è stata compensata dall’ingresso di un personaggio uguale-ma-diverso. Simon e Alisha non hanno però caratteristiche così forti e riconoscibili come quelle di Nathan. Sta di fatto che, in autunno, Misfits avrà solo due dei cinque interpreti originari: via Robert Sheehan, Antonia Thomas e Iwan Rheon, restano solo Lauren Socha e Nathan Stewart-Jarrett. Un azzardo? Senz’altro, ma l’abbiamo appena detto: spingere in là i confini è una delle caratteristiche di Misfits. Si vedrà.