14 Dicembre 2011

La Versione di Tina – Flight of the Conchord e Ashmid di Vale'n'Tina

Cantanti neozelandesi ingaggiati da HBO per fare una serie sui cantanti neozelandesi

Che uno dice: ma la Vitali, è stata rapita dagli alieni? Da un commando di terroristi ribelli? Da un gruppo di dissidenti palestinesi?
Sì.
Erano alieni palestinesi ribelli.
Una cosa… ma, suvvia, la prigionia è passata ed è tempo di chiacchierare di argomenti più felici. Però, aspettate, una cosa lasciatemela dire:
Castelli, Villa, Palla, se VOI aveste pagato il riscatto IN TEMPO, io era da mo che stavo a casa! E invece no, siccome siete spilorci mi sono dovuta beccare due settimane in più!!
Bastardi.
Almeno –guardiamo al lato positivo- gli alieni palestinesi ribelli col fatto che sti soldi non arrivavano si sono dovuti inventare qualcosa per far passare il tempo.
Già, perché loro, gli alieni palestinesi ribelli, avevano preventivato di lasciarmi andare moooooooooolto prima. E invece… spilorci bastardi. Vabbè.
Comunque: io e gli alieni palestinesi ribelli – rendendoci conto che la nostra convivenza si sarebbe prolungata – iniziamo una contrattazione su come impiegare tutto quel tempo in eccesso.
Scatta subito la mia proposta: FILM! Solo che, pare, agli alieni palestinesi ribelli, non piacciono Nanni Moretti, né Woody Allen, né Tarantino, né Renato Pozzetto. Dopo un’ora di litigi in cui loro mi davano della falsa intellettuale di sinistra e io rispondevo dando loro ragione (solo che, evidentemente, pensavano li stessi prendendo per il culo), salta su tale Ashmid e fa: “ho io la soluzione!”.
Questa “soluzione”, consisteva nel prodotto che vado qui di seguito a presentarvi:

http://youtu.be/ZGes7FDmHAM
Vedete la bionda a inizio filmato? Ecco, ha appena lasciato quattrocchi. La sua reazione? Cantare. Una canzone SURREALE. Già: è questa –surreale– la parola chiave che descrive Flight of the Conchord.
Innanzitutto partiamo dal presupposto che questa, prima di essere una serie HBO surreale, era un duo di chitarristi neozelandesi surreale.
In principio furono Bret McKenzie e Jemaine Clement, cioè loro:

Sì, lo so, mai sentiti nemmeno io. Comunque niente, sti due che fanno? Suonano. Per la precisione: canzoni a sfondo demenziale [tipo i nostri Elio e le Storie Tese dei tempi d’oro (che, diciamocelo, erano una manifestazione INARRIVABILE di genialità pura, e chi non è d’accordo è pregato di lasciare immediatamente questo blog)].
Suonano di qua, suonano di là, e la BBC li nota; dopo un po’ gli affida un programma alla radio e loro pian piano diventano mediamente noti.
Ad un certo punto, tipo nel 2005, vanno da Letterman. La HBO (che io m’immagino come un’unica potentissima unità monadica, per questo la chiamo “la” HBO) li nota e decide di renderli protagonisti di una serie che, sostanzialmente, parla di loro stessi; ovvero di due giovani chitarristi neozelandesi fuori di testa che con pezzi tipo questo

 


Tentano di raggiungere il successo in quel di NY.
Ora, mi pare di aver già detto che la serie è surreale, no?
Solo che questo aggettivo dovete comprenderlo in tutto il suo pondus: considerate che, per la sottoscritta, azioni quali:
-mettersi a cantare in mezzo alla strada
-chiedere ad uno sconosciuto di bere dalla sua bottiglietta
-andare ai concerti di Tiziano Ferro
& simili, sono comportamenti del tutto normali. Essendo già io di mio abbastanza surreale, mi è difficile percepire la surrealtà delle altre manifestazioni surreali.
E, invece, nel caso di Flight of the Conchords, ci ho messo ben sei puntate per smetterla di dire “oh mio dio” e “no, non ci posso credere”.
Ergo, fate vobis.
Comunque, il consiglio è di vederla e di darle un po’ di credito per lasciarvi conquistare.
E infatti Ashmid io lo stimo un sacco.
Grazie Ashmid.

PS: tempo fa, prima del mio rapimento, mi era stato chiesto di parlare di Carnival.
Ora, io l’ho vista una puntata. O meglio: non proprio intera…diciamo….50 secondi?
No, mi spiace, ma io sono ECCESSIVAMENTE impressionabile! Non riesco a vedere nemmeno la puntata di Halloween di Dawson’s Creek, e non sto scherzando!
E lì era tutto buio, una fotografia scurissima, poi c’era gente tatuata e paurosa che mi lasciava presagire il peggio… vi prego, non odiatemi se sono una cagasotto.

 



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