8 Settembre 2010 1 commenti

The Middle: quando la vita media diventa estrema di Marco Villa

The Middle.
Ovvero vivere la mezza età, nel centro dell’America, nel pieno della crisi, in mezzo a una famiglia.
Questo il senso della serie creata da Eileen Heisler e DeAnn Heline (no, non è uno scherzo né un palindromo), in onda su ABC e pronta a inaugurare la sua seconda stagione il 22 settembre.

L’obiettivo è raccontare le vicende di una famiglia media, alle prese con problemi di lavoro, figli, scuola, crescita, invecchiamento.
Il tono è comedy, ma con un retrogusto amaro da “sì, ridete ridete, ma tra due minuti vi faccio piegare la testa e vi faccio prendere un po’ dallo scoramento”.
Diciamo che siamo dalle parti di United States of Tara, ma senza i cambi di personalità e senza l’attitudine indie.

I personaggi e gli interpreti fanno decisamente il loro dovere e, dietro la madre/voce narrante ovviamente nevrotica, si muovono un marito piuttosto imbecille-ma-in-fondo-buono, un figlio che adolescenteggia da mattina a sera, una figlia inabile a qualsiasi tipo di attività e infine un figlio di sei anni inquietante, che si comporta come un adulto e ha qualche evidente problema psicologico.
L’intreccio è basato su situazioni comiche efficaci, a tratti surreali e dotate anche di una buona dose di cattiveria, in particolare nei confronti della figlia inetta.

Ciò che salta però all’occhio dopo qualche puntata è una difficoltà nel calibrare i toni.
Tornando al paragone con United States of Tara, è evidente una diversa qualità della scrittura: pur essendo una serie tutt’altro che perfetta, Tara ha un eccellente equilibrio interno, con personaggi che bilanciano tra loro il livello di pazzia/locura e tutti insieme tengono a bada la bomba sempre accesa del personaggio della stessa Tara, potenzialmente distruttivo.
In The Middle, invece, tutto è portato all’estremo: certo, gli scleri materni e la placidità paterna, lo scazzo adolescenziale e l’incapacità filiale sono divertenti, ma questi aspetti tendono solo a crescere, senza mai momenti di bilanciamento.
La corda arriva così tesissima fino a un paio di minuti dalla fine dell’episodio, quando un pippone con morale annessa placa ogni contrasto e ogni patema. Però dopo aver tirato in ballo problemi di ogni sorta, nevrosi e psicosi assortite, crisi e litigi non ci si può rifugiare in un “ecco, la giornata di oggi ci ha insegnato che in qualsiasi situazione possiamo sempre contare sulla famiglia, non importa quanto sia squinternata”.
Troppo facile.
A quel punto mi guardo la Dottoressa Giò.

The Middle, in sostanza, è una serie capace di far ridere e fare irritare allo stesso tempo e per gli stessi motivi.
Ma d’altra parte sono problemi di poco conto, quando c’è una famiglia pronta ad aiutarci.

Solo 1 commento a The Middle: quando la vita media diventa estrema

  1. susina ha detto:

    Sarò controtendenza e sicuramente fuori tempo massimo per commentare qui, ma io alla sesta stagione inoltrata ancora non riesco a farmi venire a noia questi qua. E lo so che è ABC, e lo so che non è un capolavoro… ma il suo lavoro lo fa, e che vi devo dire… l’amore è cieco. O forse ero solo in astinenza dall’inserviente, chissà.



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