Waiting 4 Gossip Girl: torna l'antica mignotteria del corso… di Diego Castelli
Aahhhhh, il teen drama… Genere nobile e bistrattato… fucina di talenti e serbatoio di vaccone…
Trovo che il migliore esponente attuale del genere sia ancora Gossip Girl, la serie di CW creata da Josh Schwartz, pronta per la quarta stagione in partenza lunedì 13 settembre.
Mi colpì subito, nel 2007. L’inizio pareva Beverly Hills 90210, con l’arrivo di una famigliola poverella e sempliciotta in un ambiente tutto fashion e lustrini.
Ma poi la faccenda cambiava. Gossip Girl è stato fin da subito un profluvio di trasgressioni, con protagonista una gang (bang) di diciassettenni ricchi e modaioli che fanno vita da scapoloni impenitenti e/o principessine isteriche. Le responsabilità stanno strette, contano i party e lo status sociale, manipolato dalla voce misteriosa di Gossip Girl, nerd frustrata che si occupa delle vite di tutti, tranne che della sua.
E’ una serie potenzialmente irritante nella sua scarsa verosimiglianza. E però mi sono subito lasciato prendere da una scrittura incalzante (la prima stagione ha un ritmo serratissimo) e da un gruppetto di personaggi non certo “nuovi”, ma al contempo precisi e a loro modo unici. C’è chi adora Chuck, uno che ha voce roca da travone, abiti vistosi e carisma da vendere. Altri preferiscono Dan, boccuccia sporgente e modi da bravo ragazzo con velleità da romanziere. Pochi prediligono Nate, il “ciao, sono belloccio e poco altro”, che però belloccio lo è veramente, il che non guasta mai. E se passiamo alle donnine, ce n’è per tutti i gusti. Blair, cerchietto in testa, modi da regina e mente da stratega militare (ma a scavare c’è anche il cuoricino romantico…). Jenny, sorella di Dan, soggetta a evidenti turbe psichiche che la fanno passare da carinissima fanciulla e stronza epocale nel giro di uno-due episodi. E poi lei, l’unica e sola, Serena Van Der Woodsen, cognome ridicolo ma fisicone da valchiria, sogno erotico immediato, potente catalizzatrice di pulsioni puberali. Peccato per quella sua tendenza a innamorarsi di cani e porci e per la difficoltà a tenere le gambe chiuse (là sotto le condizioni igienico-sanitarie devono essere davvero precarie). Voglio ricordare anche Rufus, il padre di Dan, passato da rockstar ribelle a casalingo pigiamato in camiciona di flanella, capelli anzianotti con riga di lato, e veri valori da trasmettere tra uno waffle e l’altro.
E ho tralasciato i molti pregi di certe ambientazioni e costumi.
All’alba del quarto anno, siamo ancora su buoni livelli. Non nascondiamocelo, la qualità è stata altalenante, non si fa più notizia come prima, e ora i protagonisti sembrano anche meno “cattivi”. Però la terza stagione è andata in crescendo, con le serpi in seno di Chuck, i casini genitoriali di Serena e il continuo dondolare di Jenny sul filo del rincoglionimento. Con un finale bello incasinato per tutti.
E sapete qual è la cosa che ancora mi colpisce di Gossip Girl?: che non importa quanto riesca a farti amare certi personaggi. Ciò che conta è l’odio che ti scatena per tutti gli altri!
2 commenti a Waiting 4 Gossip Girl: torna l'antica mignotteria del corso…
E’ una serie così brutta, ma così brutta, ma così brutta che fa il giro completo e diventa bella. Non riesco a smettere di guardarla.
Secondo me non la si puo’ definire una brutta serie. Oddio, nemmeno bella. Media. Devo ammettere che una volta cominciato a guardarla poi l’ho finita, non mi ha mai particolarmente annoiata e comunque sia ero curiosa di scoprire come procedeva. Non che mi sia nemmeno sentita male quand’è finita. Ma insomma, trovo che i personaggi abbiano un loro perchè (tranne Serena che personalmente trovo piuttosto inutile ed antipatica) e che l’idea di base sia abbastanza originale ( Poi certo qualcuno deve spiegarmi perchè i teen drama americani devvano avere per forza dei protagonisti piu’-che-ricchi e perchè quando provano a farli essere poveri risultano irritanti come in gilmore girls).