Community: la miglior serie del 2010 di Marco Villa
Ci sono serie che partono piano. Magari si fanno apprezzare per qualche intuizione, ma non sembrano lasciare il segno. Così, causa abbondanza, le si molla. Con Community potrebbe verificarsi una situazione del genere: i primi episodi sono divertenti, i personaggi ben fatti, ma sembra sempre che manchi qualcosa.
Ecco, il presente post ha un unico obiettivo.
Sostenere con forza che Community non va assolutamente abbandonato perché trattasi di autentico capolavoro, senza dubbio la serie rivelazione della passata stagione.
Community è una comedy creata da Dan Harmon, va in onda su NBC e il 23 settembre inizia la seconda stagione. Racconta la vita del Greendale College, una università locale di scarsa fama, totalmente diversa dai college che normalmente vediamo nelle serie americane.
Gli iscritti non sono infatti fighetti figli di papà o zoccolette in progress, ma studenti poveri o non all’altezza dei grandi atenei, pensionati che cercano di riempire le proprie giornate, trentenni che cercano di dare una svolta alla propria vita e altre categorie simili. In sostanza, sfigati.
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La forza di Community sta quindi nel mettere in scena delle vicende che possiedono tutte le caratteristiche delle serie adolescenziali (studio, scuola, professori, mio-dio-cosa-farò-della-mia-vita, ballo di fine anno, ah-quella-me-la-voglio-limonare…), ma hanno per protagonisti personaggi improbabili che nulla hanno a che fare con l’adolescenza stessa. In questo modo, gli intrecci visti mille volte in titoli quali Greek vengono rivitalizzati e smettono di essere cliché abusati (e abusanti dello spettatore).
Ma non è tutto. Community ha infatti dalla sua un apparato metatestuale di dimensioni enormi. Ogni scambio di battute contiene un livello di lettura capace di rimandare a ogni angolo della cultura pop: dal cinema, alla musica, ai fumetti, alle serie stesse. Cruciale in questo senso il personaggio di Abed, un ragazzo di origini asiatiche che è una sorta di Imdb vivente e per questo fatica a cogliere la differenza tra realtà e finzione. Questi continui rimandi all’esterno sono poi al centro di alcune puntate tematiche, che trasformano in toto il linguaggio visivo e dialogico di Community, modellandolo secondo i canoni di generi cinematografici quali il gangster movie (in particolare The Goodfellas) o il cinema bellico.
Per questi e altri motivi che non vado a spoilerare, Community è veramente un gioiellino di scrittura, animato da personaggi ben fatti e interpretati da un cast sempre all’altezza. Oltre a Danny Pudi (Abed), vale la pena citare almeno Chevy Chase (Pierce) e Ken Yeong (el señor Chang).
Quindi resta solo da dire che da qui al 23 settembre c’è tutto il tempo per godersi la prima stagione.
Solo 1 commento a Community: la miglior serie del 2010
la cosa ancora più divertente è che in ogni sito di streaming è impossibile vedere la prima serie di community, tutti i link sono stati eliminati,manco fosse una congiura…