26 Novembre 2024

Adorazione – Su Netflix un urlatissimo teen drama giallo di Diego Castelli

Adorazione cerca di affrontare temi difficili con energia. Molta energia. Pure troppa.

Pilot

Quando da queste parti passava ancora il Villa, si giocava spesso su una delle molte differenze di gusto fra me e lui, dove io sono uno a cui spesso piacciono le cose “grosse”, epiche, roboanti, mentre lui diceva sempre di amare la sottrazione, cioè le storie che dicono molto senza per questo usare troppi strumenti, a volume troppo alto.

Ecco, sono in trepidante attesa di avere un suo parere su Adorazione – nuova serie italiana di Netflix liberamente ispirata al romanzo di Alice Urciolo e interamente diretta da Stefano Mordini (che io e il Villa, tanti anni fa, abbiamo pure avuto come ottimo professore all’università) – perché se c’è una cosa che Adorazione rifiuta quasi con rabbia, è la “sottrazione”.

Siamo a Sabaudia, provincia di Latina, lontano dal glamour delle grandi metropoli. Un gruppo di ragazzi, annoiati da una vita sempre uguale, con poche prospettive e pochi sogni, vive di relazioni ben poco sane fra coetanei e fra ragazzi e genitori.
Gelosie, tradimenti, tensioni esacerbate da scarse capacità comunicative, scontri generazionali con genitori che, pure loro, hanno la loro dose di problemi, alcuni separati, altri infantili, altri semplicemente incapaci di gestire il rapporto con figli adolescenti.

In questo scenario da teen drama a tinte forti irrompe poi il poliziesco e il giallo: Elena (Alice Lupparelli) sparisce nel nulla, per la costernazione della migliore amica Vanessa (Noemi Magagnini), del fidanzato Enrico (Tommaso Donadoni), della famiglia e di tutto il resto del gruppo di amici e amiche.

Il tutto impregnato da una colonna sonora con pezzi scritti apposta per la serie (“Adorazione” di Fabri Fibra, “Ghost Town” di Madame) e altre canzoni e artisti emergenti e super gggggiovani.
Nel cast c’è pure Noemi, che interpreta la mamma di una delle protagoniste, facendo sentire assai vecchi tutti quelli che se la ricordano a X Factor nel 2009.

Muovendosi nelle due direttrici del teen drama (che approfondisce le relazioni fra i personaggi) e del giallo (che si concentra sull’indagine circa la sparizione di Elena, con ovvia moltiplicazione dello stress dei protagonisti), Mordini disegna passioni forti, dolori dirompenti, bisogni primordiali.

Adorazione prova a raccontare tante cose, ma soprattutto una certa difficoltà di espressione e comunicazione. Siamo in un mondo in cui le persone faticano a parlarsi senza proiettare all’esterno i propri bisogni e pretese, in cui c’è poco spazio per l’empatia, in cui la protezione dei propri desideri, comodità, libertà, finisce con lo schiacciare tutto il resto, in un groviglio di emozioni di volta in volta più brutali, che può sfociare nella violenza vera e propria.

Da questo punto di vista, ed è forse il pregio principale che trovo in una serie che poi di difetti ne ha parecchi, Adorazione trasmette una grande energia. Se il tentativo era mostrare un sistema di relazioni già stressato da problemi precedenti, e poi ulteriormente messo alla prova da un evento terribile come la sparizione di Elena, non c’è dubbio che Adorazione ci riesca, perché dall’inizio alla fine abbiamo l’impressione che non ci sia via d’uscita, né fisica né metaforica, da una provincia piena zeppa di un disagio esistenziale che taglia le gambe a ogni speranza di vera serenità.

I primi problemi arrivano quando, al di là della valutazione complessiva sulle intenzioni del racconto, ci mettiamo davanti alla sua realizzazione pratica.
Adorazione è una serie in cui si urla in praticamente tutte le scene, per tutti e sei episodi. Anche questo fa parte dell’energia di cui si diceva, e però manca comunque una qualunque misura, in nome di un’isteria collettiva che in più di un momento diventa francamente respingente.
Per dirla in altro modo: ti viene voglia di prenderli tutti a ceffoni.

Poi certo, bisognerebbe anche fare una tara con il vissuto di chi guarda: un quarantaduenne con un’adolescenza serena allo spalle (tipo me) può vivere queste situazioni con fastidio, e con una forte impressione di esagerazione. Chi invece vive in contesti più simili a questo potrebbe trovarsi più a proprio agio.

In ogni caso, una tale, costante esplosione drammatica dovrebbe poi essere sostenuta da una recitazione di primo livello, per non suonare ancora più stucchevole. Anche qui, però, qualche problema, con troppi attori e attrici (fra i giovani, ma mica solo loro) che danno proprio l’impressione di… stare recitando, sia quando si scaldano (cioè quasi sempre) sia quando dovrebbero essere più sobri.
(Fun fact: ho fatto un video su TikTok a proposito di Adorazione, sottolineando questo e altri problemi, e una ragazza del cast mi ha messo un like. Credo per un pure “likamento” compulsivo dei video che parlassero della serie, o magari era d’accordo, chi lo sa)

Anche sul fronte del giallo, poi, ci sono un po’ di inciampi. Preferisco tenere la recensione spoiler-free, ma basterà dire che l’articolazione della trama gialla, specialmente nella seconda parte, non si amalgama alla perfezione col teen drama, con improvvise soste e accelerazioni che rendono difficile e poco immediato capire quale sia, in ogni dato momento, la trama o sottotrama a cui dovremmo dare maggiore attenzione e partecipazione emotiva.

Quando si arriva poi alla risoluzione dell’enigma, lì cascano abbastanza le braccia non tanto per le rivelazioni in sé, quanto per il fatto che se in vita vostra avete seguito anche solo una serie poliziesca o un podcast true crime, le assurde mancanze della polizia sveleranno la necessità artificiosa di tenere in vita l’indagine anche se, a conti fatti, si sarebbe potuta risolvere in due ore.
(Oddio, ora che ci penso potrebbe essere la più realistica rappresentazione della polizia italiana da anni a questa parte…)

Insomma, Adorazione è una serie con un suo stile, le sue ambizioni, e l’evidente impegno a raccontare le difficoltà di una provincia abbandonata e disagiata, che diventa brodo di coltura per vite infelici, azzeramento di prospettive, violenza (sulle donne, ma non solo).

Tutto bene, se non fosse per una messa in scena letteralmente urlata, che finisce con l’avvicinare di più la serie al melodrammone stereotipato che al prodotto d’autore che vorrebbe essere.
Se rimaniamo al prodotto teen italiano di Netflix, e pur sapendo che parliamo di prodotti diversi fin dalle intenzioni, una serie come Skam Italia resta largamente superiore, perché capace di entrare nelle vite dei giovani mostrandone complessità e fragilità, senza per questo apparire monocorde.
(Il fatto che poi in Skam ci fosse anche più speranza è una cosa che la fa piacere di più a me, ma questo è un altro discorso)

Perché seguire Adorazione: se il teen drama con risvolto sociale vi piace verace, sanguigno, incazzato, agitato.
Perché mollare Adorazione: aveva bisogno di più misura, qualche soluzione più afficace, e magari meno grida isteriche ogni singolo minuto.



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