6 Settembre 2024

English Teacher – Commedie attualissime e dove trovarle di Diego Castelli

Su FX una comedy liceale che prende di petto tutti i temi più spinosi del contemporaneo, con un approccio particolarmente sciallo

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Se volessimo parlare di funzioni della comicità, senza voler essere accademici ma proprio nel senso di “cosa la comedy può darci per la nostra vita”, troveremmo sicuramente molti spunti. Le commedie, ma pure i singoli guizzi di comicità che possiamo trovare in un meme o nella battuta di un amico, ci fanno divertire, ci stupiscono, ci provocano, ci mostrano punti di vista inaspettati su questioni e situazioni che davamo per scontate, e via dicendo.

Una delle mie funzioni preferite, però, specie di questi tempi, è una specie di potere “normalizzatore”. Mi piace un sacco quando la commedia piomba in una situazione spinosa, che col tempo si è intricata e incancrenita e appallottolata in maniera apparentemente inestricabile, per mostrarne il volto più umano, o goffo, o ridicolo, e permettere a tutti di tirare un sospiro di sollievo.

È più o meno quello che succede con English Teacher.

Creata per FX (e non ancora disponibile in Italia) da Brian Jordan Alvarez, che è anche il protagonista (in passato l’abbiamo visto recitare anche in Will & Grace e Jane The Virgin), English Teacher racconta, neanche a farlo apposta, di un insegnante inglese di liceo, uno di quei licei di provincia da serie tv, con gli armadietti, la squadretta di football, i balli della scuola e tutte quelle cose lì.

Evan è gay, tutti lo sanno e la cosa non crea problemi a nessuno, ma siamo comunque in un paesino di provincia e quindi può capitare che una madre un po’ su di giri, che si è resa conto che il proprio figlio maschio probabilmente apprezza la compagnia di altri maschi, mandi una lettera di protesta al preside del liceo (che fra l’altro è Enrico Colantoni, all’epoca padre di Veronica Mars) per quella volta in cui Evan ha baciato il suo fidanzato di fronte all’ingenuo studentello, traviandolo per sempre.

Le traversie che Evan affronta per rimettere la signora al suo posto, ricevendo anche il goffo e sconclusionato (ma non per questo inutile) aiuto dei suoi colleghe e colleghi, è solo (parte del)la trama del primo episodio, quello che presenta i personaggi e mette qualche semino per il futuro, ma è anche simbolo più generale dei temi affrontati dalla serie: English Teacher, oltre che una comedy al liceo, è una comedy al liceo che tratta soprattutto quegli spinosissimi temi dell’inclusività, della sessualità, dell’identità di genere, e insomma della cultura woke (termine già vecchio, ma così ci capiamo), che tanto tengono banco da qualche anno a questa parte, spesso e volentieri per questioni che riguardano non ciò che serie e film raccontano, ma con quali sguardo, quali interpreti, quali messaggi.

Ed è proprio qui che arriva il potere salvifico, normalizzante di English Teacher.
Ognuno dei suoi personaggi, senza che la cosa ci venga detta con un cartello, ma mostrandocela attraverso le loro interazioni, ha una posizione diversa nei riguardi di quel mondo così delicato.
Evan è gay, ma a scuola gli interessa soprattutto essere un insegnante, e gli piacerebbe che contasse solo questo. Il suo collega Markie (Sean Patton), insegnante di educazione fisica, pensa di essere un sacco aggiornato sulle cose del mondo, e invece ne sa poco e niente. Il preside non è interessato né a promuovere né a ostacolare nuovi punti di vista sulla realtà, perché gli interessa soprattutto che nessuno gli rompa i coglioni.

E se passassimo dagli adulti agli studenti troveremmo una mandria di ragazzi che ovviamente, per questioni anagrafiche, si muovono con più dimestichezza in un mondo veloce e molto politicizzato fatto di termini sempre nuovi e rivendicazioni sempre più pressanti, ma sono anche dei teenager che, in quanto tali, sono inesperti, ingenui, spesso semplicemente goffi.

L’intuizione di Brian Jordan Alvarez, l’approccio che la sua serie propone su queste questioni, è diverso dal solito perché rifiuta la polarizzazione insistita, la divisione esaperata in buoni e cattivi, la creazione di drammi esistenziali costantemente sopra le righe.

No, English Teacher sceglie una strada diversa e ci racconta tutti questi personaggi come… persone, e tendenzialmente persone con il cuore al posto giusto, cioè con la volontà di essere bravi insegnanti, bravi presidi, bravi studenti.
Solo che, nel mondo di oggi, a volte avere il cuore al posto giusto non basta, perché la sollecitazioni culturali e politiche sono così frenetiche e velenose, che anche con le migliori intenzioni si finisce con lo sbagliare qualcosa, l’offendere qualcuno, il creare casini che poi il preside si arrabbia.

Ma è proprio partendo dalla consapevolezza che questi personaggi non vogliono il male di nessuno, che la comicità di English Teacher può prendere quei problemi e trasformarli nei (buffi, ridicoli, divertenti) tentativi dei protagonisti di stare al passo coi tempi fallendo quasi sempre, ma dando sempre l’impressione, a noi come agli altri personaggi, che lo sforzo in sé sia già quello che serve davvero, più che sufficiente a essere tutti amici.

In questo senso, dunque, parliamo di potere normalizzante della comedy. Perché English Teacher ci mostra dei personaggi che, proprio come le persone reali, non possono stare sulla corda ogni ora del giorno, e quindi scivolano su bucce di banana che non sapevano di aver di fronte, e poi si rialzano, si tolgono la polvere di dosso e ripartono, sperando di scazzare di meno.

Un meccanismo che, naturalmente, disinnesca molte delle micce che queste questioni si portano costantemente dietro, specie in un modo internet e social dove non conosciamo davvero le persone ma, basandoci solo su poche parole che gli abbiamo visto scrivere online, crediamo di poterle etichettare pienamente, bollandole di eroismo o malvagità, e trattandole di conseguenza con tutta la forza delle nostre peggiori parole.
In English Teacher, invece, un professore di educazione fisica non esattamente politically correct si può tranquillamente amare, quando ti rendi conto che vuole bene a tutti senza distinzioni. E allo stesso tempo, un insegnante gay può essere uno che vorrebbe saperne il meno possibile di battaglie LGBTQIA2S+, perché lui vuole fare il professore, non l’attivista, cosa che, guarda un po’, ce lo restituisce come molto più vicino, approcciabile, umano.
Insomma, sono tutte persone comuni, ognuna con i suoi problemi, desideri, speranze, idiosincrasie, che si trovano a vivere in un mondo che ogni tanto si fa quasi incomprensibile. Stanno già simpatici, no?

Al momento di scrivere questa recensione ho visto solo due episodi di English Teacher, trovandoli freschi, simpatici, interessanti e, come detto, molto “rilassanti”, nella loro capacità di parlare in tono ironico ma mai irrispettoso di temi che solitamente pretendono le guerre culturali con l’elmetto in testa.

Non è detto che riesca a tenere questa freschezza per tutta la stagione, né possiamo essere sicuri che il rigirare sempre intorno a quei temi non diventi infine stucchevole, a prescindere dalle buone intenzioni.
Però l’esordio è originale e gradevole, e si merita una chance.
Ma poi c’è il padre di Veronica Mars, dai, ho la lacrimuccia nostalgica.

Perché seguire English Teacher: si avvicina a temi molto dibattuti e polarizzanti con uno sguardo più divertente e pacificatore del solito.
Perché mollare English Teacher: se di quei temi vi siete stufati a prescindere.

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