Serial Moments 573 – Dal 2 al 8 aprile 2023 di Diego Castelli
Guest star inaspettate, futuri distopici e persone serie
ATTENZIONE! SPOILER MUSICALI DI HELLO TOMORROW!, SCHMIGADOON, THE BIG DOOR PRIZE, THE MANDALORIAN, THE POWER, TED LASSO, EXTRAPOLATIONS, SUCCESSION
8.Hello Tomorrow 1×10! – Un biglietto di sola andata verso il nulla
Si chiude la prima stagione di una delle mezze delusioni degli ultimi mesi di Apple Tv+. Hello Tomorrow! ci aveva stupito con un trailer pieno di aspettativa, rivelandosi però un drama abbastanza piccino, stretto su due-tre concetti in croce, e con un’immaginazione visiva piacevole, ma comunque inferiore alle attese.
Il finale, va detto, è un episodio migliore di altri, perché riesce a piazzare due twist interessanti: il primo riguarda il fatto che Joey, allontanatosi dal padre dopo aver scoperto la verità sulla sua identità e sui suoi traffici, si riavvicina a lui solo per… tornare a fare il truffatore, perché Jack sta cercando di riparare alle sue bugie con altre bugie, teoricamente a fin di bene, ma pur sempre bugie. Il fatto che l’auspicato riavvicinamento inizi su queste basi mmm, non promette nulla di buono.
Il secondo twist riguarda le persone che Jack voleva fingere di mandare sulla Luna, solo per legittimarsi agli occhi degli investitori che poi, con i loro soldi, avrebbero effettivamente garantito la costruzione delle case sul satellite: per una serie di coincidenze ed equivoci, i poveracci partono davvero per la Luna, ma noi sappiamo che non troveranno alcuna casa ad aspettarli.
La scaltrezza di Jack, insomma, ha fatto finire tutti dalla padella alla brace, e ora il protagonista dovrà occupare la seconda stagione (già annunciata) per risolvere i nuovi casini, che probabilmente tenterà di affrontare nuovamente usando furbizia e parlantina. Chissà però se avrò voglia di dargli ancora retta fra un anno o due…
7.Schmigadoon 2×01-02 – Schmicago!
La seconda stagione di Schmigadoon, serie musical che non riuscì a imporsi con particolare forza nella percezione seriale collettiva, ma che era comunque costruita con gusto e musicata con abilità, doveva scegliere se presentarsi alla seconda stagione con la stessa ambientazione e mood, oppure se provare qualcosa da nuovo. La scelta è caduta nettamente sulla seconda opzione, con uno spostamento esplicito e perfino verbalmente dichiarato alla fase successiva del musical, quella di Chicago, di Cabaret, insomma degli anni Sessanta e Settanta, più cupi, cinici, sessualmente disinibiti rispetto al decennio precedente.
Il risultato è ancora una volta quello di una comedy in cui lo sforzo musicale è davvero notevole, destinato però ad aprire, anzi confermare, il solito solco: se i musical vi piacciono, Schmigadoon mi sembra roba di bella qualità. Se invece non vi interessano, allora tocca ridire quello che dicemmo all’epoca della prima recensione: bella, ma non è Galavant.
6.The Mandalorian 3×06 – Guest star a pioggia
A tempo debito tireremo le fila di una stagione di The Mandalorian capace di sommare singole idee e situazioni gustose (per esempio, in questo episodio, tutta la scena al bar dei droidi, impauriti dalla possibilità di essere sostituiti… dagli umani!) con una storia che complessiva che boh, mah, davvero ci interessa così tanto della rinascita dell’ordine mandaloriano? Raccontato in questo modo, con gente che mette il casco, toglie il casco, infila le calze, toglie la sciarpa?
Al netto di questo, però, questa puntata va ricordata per un’improvvisa impennata sul fronte guest star: Din e Bo-Katan, infatti, arrivano su un pianeta dove i regnanti sono Jack Black e Lizzo, e dove il capo della sicurezza è il quasi ottantacinquenne Christpher Lloyd, indimenticabile Doc di Ritorno al Futuro.
A Doc non si può volere male, a prescindere.
5.The Big Door Prize 1×04 – Ebbasta con sto celibato
Il quarto episodio di The Big Door Prize è complessivamente un po’ meno efficace dei primi tre, soprattutto perché si concentra moltissimo sulle difficoltà matrimoniali di Dusty e Cass, che sono finora l’elemento meno interessante della serie. Sul finale, però, un interessante approfondimento/chiarificazione su Reuben, il prete che alla fine della terza puntata si struggeva di fronte al cartellino che prevedeva per lui l’ambiguo potenziale di “Father”.
Ebbene, veniamo a sapere che Reuben, dopo un passato di alcolismo e traumi, aveva intrapreso la via religiosa dopo aver trovato per caso un bigliettino (forse di un’altra Morpho) che diceva “prete”. Ora, però, un nuovo bigliettino a lui dedicato dice “padre”, e Reuben va in sbattimento pensando che si riferisca alla paternità vera, biologica, a cui lui ha definitivamente rinunciato con l’abito talare. Che abbia dunque sprecato anni e anni di vita adulta dietro una vita non adatta a lui?
4.The Power / Ragazze Elettriche 1×04 – Ehhh, sti esseri umani…
Il quarto episodio di Ragazze Elettriche mi è piaciuto più dei tre iniziali, perché è riuscito a piazzare un po’ di emozione vera con un racconto che vuole essere stratificato e per certi versi contraddittorio. L’intero episodio, pur con sfumature e situazioni diverse, ci porta a provare un’emozione positiva, un entusiasmo sincero, per le ragazze che cominciano a usare i loro nuovi poteri per difendersi dalla violenza maschile. Allo stesso tempo, però, ci mostra anche come i confini fra autodifesa, vendetta, cattiveria e delirio di onnipotenza possano essere molto sottili, quando persone molto diverse fra loro ricevono tutte lo stesso identico potere. Pur in una sceneggiatura non sempre ordinata e con qualche idea discutibile (si cerca di dare una patina scientifica all’emersione del potere elettrico, ma poi il fatto che una ragazza lo usi come potere curativo in modo così “creativo” pare andare nella direzione opposta), è una puntata che sollecita emozioni gustosamente contrastanti, e che chiude con un guizzo di sottile ironia: nel momento in cui Tunde (un uomo, peraltro) dice che è convinto che la bontà innata degli esseri umani consentirà di trovare un nuovo equilibrio dopo un’inevitabile fase di scontro, percepiamo con chiarezza che il giornalista è parecchio ottimista, forse troppo, e ora vogliamo vedere come la realtà gli arriverà come un treno sui denti.
3.Ted Lasso 3×04 – Brutti pensieri
Questo è un episodio di Ted Lasso che più di altri si immerge fino al cuore della serie, che è un po’ più oscuro e problematico di quello che normalmente ci piace pensare. Tutta la puntata è giocata sul tema dello stress, delle aspettative, sul modo in cui il mondo esterno viscido e bastardo sa storpiare le nostre priorità, facendoci perdere di vista le cose importanti. Vale per la squadra, per la quale l’uso di un trucco “sporco” come il video di Nate che deturpa la scritta “Believe”, serve solo a creare una rabbia ingestibile che porta a uno sconfitta dolorosa. Vale per Nate, che vince la partita e gli onori della stampa, ma non riesce a essere felice perché in realtà avrebbe voluto riappacificarsi almeno in parte con Ted. E vale, naturalmente, per lo stesso Ted, che non può concentrarsi sulla partita perché troppe cose nel suo privato non vanno come vorrebbero.
In questo senso, il finale è emblematico del momento difficile: Ted fa la scelta apparentemente giusta, cioè parlare apertamente con la ex moglie dei suoi sentimenti, per cercare di costruire un nuovo equilibrio e nuovi obiettivi. Il fatto però che questa apertura non sia sufficiente a rasserenarlo davvero, è il segnale del fatto che la situazione complessiva è troppo pesante per essere sanata da un semplice colpo di spugna.
La battaglia per la serenità di Ted, vero obiettivo finale della serie, è ancora lunga.
2.Extrapolations 1×06 – Black Mirror
Dopo quattro episodi abbastanza loffi, con il quinto e soprattutto il sesto Extrapolations sembra arrivata a essere la serie che speravamo fosse fin dall’inizio. Complice il fatto che gli episodi sono autoconclusivi, ma si pongono su una linea cronologica crescente, con l’andare delle settimane progredisce anche il tempo della storia, portandoci sempre più dentro un futuro in cui il cambiamento climatico stringe con aumentata violenza la sua morsa sulla popolazione mondiale.
Il sesto episodio, di fatto, è una puntata di Black Mirror, in cui un protagonista, destinato a una forma di demenza causata dal caldo e dall’anidride carbonica, affida la conservazione dei suoi ricordi a un cloud tecnologico soggetto a pagamenti molto cari ed esposto a sua volta ai rischi connessi alle catastrofi naturali date dal riscaldamento globale.
Per quanto ci sia una storia fantascientifica e anche personale alla base dell’episodio, sullo sfondo vediamo sempre più accesa la sfida fra una tecnologia che è effettivamente capace di continui progressi, e una distruzione ecologica che mina alla radice quei progressi, rendendoli sempre più inefficaci, verso una distopia ipertecnica ma sostanzialmente malata.
Per questo mi sembra l’episodio più riuscito finora, perché più dei cambiamenti climatici racconta le loro conseguenze (anche molto indirette) sulla vita delle persone, e lo fa con un racconto teso, emozionante, credibile da più punti di vista. Se andiamo avanti così, la valutazione complessiva su Extrapolations andrà modificata, anche se la falsa partenza rimane una pecca vistosa.
1.Succession 4×02 – Persone serie
Per buona parte, il secondo episodio stagionale di Succession è fin troppo simile al precedente, con i soliti tira e molla familiar-finanziari. Sul finale, però, si sale improvvisamente di tono. Mentre Roman, Kendall e Shiv fanno compagnia a un Connor sfiduciato e scornato in una squallida sala da karaoke, il padre Logan compare all’improvviso per un dialogo faccia a faccia.
In questa scena c’è tutta Succession, perché Logan sembrerebbe intenzionato ad appianare almeno alcune divergenze, ma non c’è alcuna certezza che sia sincero, così come nei figli vediamo un’asprezza che c’entra poco con l’autostima e molto con il semplice istinto di sopravvivenza. Una tensione inscalfibile costruita con strati e strati di colpi bassi e cattiverie dette dietro le spalle, che rendono ormai impossibile capire quando una persona, padre o figlio che sia, sta parlando con sincerità.
Ci portiamo anche a casa una frase da conservare gelosamente e da riutilizzare ogni qualvolta una o più persone care si comportano in modo ridicolo: “I love you, but you are not serious people”.