The Night Agent di Netflix è come Pistolero di Elettra Lamborghini di Marco Villa
The Night Agent non è una gran serie, ma è una serie che funziona benissimo e ti costringe a premere “Guarda il prossimo episodio”
Per parlare di The Night Agent, vi avverto che la prendo larga. Molto larga. Mio figlio di 4 anni è nella fase in cui vuole sapere il parere degli adulti su tutte le cose che fa, guarda, ascolta. Per capire se ci piacciono, per orientare un po’ il suo gusto e farsi dei riferimenti. In questo momento è un grande fan di Pistolero, canzone di Elettra Lamborghini che gli è stata impiantata nel cervello all’asilo nido, un paio di anni fa. Succede, che ci volete fare. Questa mattina, giunti al quarto “rimettila da capo, papà”, mi ha chiesto: “Ma a te piace Pistolero?”. D’istinto gli rispondo che non è una bella canzone, ma che mi piace, mi diverte. Risposta sbagliata: “Ma una cosa può non essere bella e piacere lo stesso?”. Così, dal nulla, mi sono ritrovato nel bel mezzo di un convegno di estetica.
Perché sì, nella vita ci sono tante cose che capisci che non sono belle, ma che comunque ti intrattengono, ti divertono. Però vallo a spiegare a un bambino di 4 anni, che ha un disperato bisogno di bianchi e neri, perché tutto quello che è grigio lo interpreta come incerto, difficile da catalogare. La discussione per fortuna è stata troncata dall’entusiasmo (del tutto condivisibile) per una gru particolarmente grande, installata nella via accanto a casa. Ma la domanda alla fine si è rivelata perfetta per The Night Agent, una serie che no, non è bella, ma sì, piace tantissimo. Comprensibilmente, per una volta.
The Night Agent è arrivata su Netflix il 23 marzo ed è subito diventata uno dei contenuti più visti a livello globale sulla piattaforma. A firmarla è un nome come Shawn Ryan, da The Shield a SWAT, una lunghissima esperienza nella creazione e scrittura di serie muscolari e di grande tensione narrativa. Storie di colpi di scena, attese, cliffhanger. Elementi che si trovano subito nel primo episodio di The Night Agent, che parte a mille all’ora con una bomba piazzata nella metropolitana di Washington, un attentato che viene sventato da Peter Sutherland (Gabriel Basso), una recluta dell’FBI. Dopo quel fatto, Peter viene lodato dalla Casa Bianca e inizia a fare piccoli passi di carriera. Non sto a entrare nei dettagli, comunque suo malgrado diventa all’improvviso il fulcro di una indagine complessissima che vede al centro tutti i grandi poteri della politica americana. Con tanto di traditori all’interno della Casa Bianca.
Peter capisce in fretta di non potersi fidare di nessuno, esclusa Rose (Luciane Buchanan), una ragazza sfuggita a un’imboscata in cui sono morti i suoi zii, in apparenza dei tranquilli pensionati, in realtà ex agenti segreti. Lungo tutta la serie, Peter e Rose saranno le variabili impazzite e impreviste, che faranno saltare i piani dei cospiratori, rivelando intrighi e intrallazzi ai più alti livelli della politica statunitense. Sulle loro tracce si mette una coppia di assassini piuttosto bizzarra e con una marcata vena di follia. Follia alla Coen, per intenderci.
The Night Agent è una serie che fin dal primo episodio mette bene in chiaro cosa vuole essere e poi riesce a mantenere quanto ha promesso. Cioè un intrattenimento fatto di fughe, inseguimenti, salti dalle finestre, tante sparatorie e anche un po’ di esagerazioni, che fanno parte del gioco anche quando superano il livello di guardia. Dico solo: gemelli cattivi. Lo spettatore sa che in ogni puntata ci saranno dei colpi di scena, ma non sono (quasi) mai troppo telefonati, ma soprattutto sono raccontati con mestiere.
Ecco, la parola è questa: mestiere. The Night Agent non è Homeland, ma è una serie che sa fare il proprio lavoro e in questo il nome di Shawn Ryan è ormai una garanzia. Sia chiaro: i punti deboli ci sono, ad esempio più l’azione latita, più diventa evidente l’artificiosa complicatezza della trama e in fondo gli stessi assassini pazzerelli sono un elemento che mal si sposa con il clima e il tiro generale. Però sfido chiunque a non schiacciare “guarda il prossimo episodio”, fino a un finale che conta non una, ma addirittura due grandi esplosioni. E questo è il risultato migliore che The Night Agent potesse ottenere. Con buona pace di Elettra Lamborghini.
Perché guardare The Night Agent: perché sa tirare dentro fin da subito
Perché mollare The Night Agent: perché l’esagerazione è dietro l’angolo