Shrinking – Apple TV+: per i futuri orfani di Ted Lasso di Marco Villa
Creata dagli autori di Ted Lasso, Shrinking racconta la storia di un terapista in crisi: un ottimo Jason Segel, un gigionissimo Harrison Ford
Questa recensione parla di Shrinking, lo vedete dal titolo, ma faccio un giro largo. Ve lo ricordate il vostro primo impatto con Ted Lasso? Io sì: arrivata in sordina nell’estate del 2020, mi colpì subito per la sua morbidezza, per il tono da abbraccioni e coccole e il persistente invito a non mollare mai. Quanto di più necessario ci fosse nell’annus horribilis della pandemia, con quell’estate strozzata dall’inattesa ricomparsa delle mascherine e prima di un autunno che non avremmo mai immaginato fatto di nuove chiusure e coprifuochi. Sembra tutto lontanissimo, oggi. Ad ogni modo, Ted Lasso servì anche per quel motivo, ne sono convinto. Oggi parlare di Ted Lasso significa citare la serie comedy di riferimento di questi anni, per quanto la presenza sulla sola Apple TV+ l’abbia resa, almeno in Italia, molto di nicchia.
Quasi quattro anni dopo – e con Ted Lasso ormai in dirittura d’arrivo – Apple TV+ ha pensato di guardare avanti e dare l’ok a una nuova serie comedy firmata da Bill Lawrence e Brett Goldstein (creatori di Ted Lasso), affiancati da Jason Segel (il Marshall di How I Met Your Mother), che è anche l’interprete principale. È nata così Shrinking, che si mette dichiaratamente in scia a Ted Lasso in quanto a mood generale, per poi salutarla amabilmente e andare avanti per la propria strada. In Shrinking, Jason Segel interpreta Jimmy, un terapista rimasto vedovo da circa un anno, che fatica a mettere insieme i pezzi della propria vita: deve cercare innanzitutto di ricostruirsi genitore per la figlia Alice (Lukita Maxwell) e lo fa con l’aiuto dei colleghi Paul (Harrison Ford) e Gaby (Jessica Williams), ma anche della vicina Liz (Christa Miller), che lo aiuta a gestire la figlia, ma forse si sta prendendo troppi spazi.
Dopo il trauma subito, Jimmy si rende conto di aver sempre vissuto una vita basata su convenzioni e che di fatto ha perso tantissimo tempo “non facendo” alcune cose. In particolare, se ne rende conto sul lavoro, dove ascolta i pazienti ripetergli cronicamente le stesse storie e le stesse routine, senza che lui, per ragioni etiche, possa intervenire in modo deciso per provare a troncare, ma limitandosi a far piccole domande in modo da accendere la loro consapevolezza. Un giorno sgarra e intima a una paziente di lasciare per sempre il marito: lei lo ascolta e i risultati sono apprezzabili. Da lì, l’illuminazione: questo sarà il suo nuovo modo di gestire i pazienti. Ovviamente questo è solo l’inizio di una serie di problemi, equivoci, malintesi e altro, anche perché lo shrinking del titolo (riferito al fatto che shrink è lo strizzacervelli) non è da pensare solo applicato ai pazienti, ma anche allo stesso Jimmy.
I primi due episodi (ne arriverà uno nuovo ogni venerdì) ruotano intorno a Jimmy, che è al centro dell’azione, ma dimostrano fin da subito la volontà di allargare lo sguardo anche ai cosiddetti comprimari, che non si limitano a essere funzionali solo a definire il carattere del personaggio principale. Per dire, una cosa semplice, ma che spiega il senso: alcuni personaggi interagiscono tra loro, senza di lui. Sembra poco, ma delinea un orizzonte più ampio, che è poi quello che è stato raggiunto in modo compiuto dalla seconda stagione di Ted Lasso, con personaggi come Roy Kent e Coach Beard. Qui accade da subito ed è una dichiarazione di intenti molto chiara: vogliamo creare un mondo.
Poi, certo, c’è un Harrison Ford a livelli di gigioneria rari e, nella puntata di Salta Intro+, il sempre puntuale Castelli ha sottolineato un parallelo possibile nel rapporto tra il suo personaggio e quello di Jimmy e la relazione che legava JD e il dottor Cox in Scrubs (creata sempre da Bill Lawrence), che è comunque un elemento di per sé molto interessante. Shrinking dà subito l’impressione di essere un prodotto di qualità, ben scritto e con idee molto chiare. Cosa manca? Eh, mancano un po’ le risate. Magari arriveranno pure quelle, ma se anche continuasse così, Shrinking sarebbe comunque una signora serie.
Perché guardare Shrinking: per prepararsi alla fine di Ted Lasso
Perché mollare Shrinking: perché le risate non sono oggettivamente tante