1 Agosto 2022

Serial Moments 538 – Dal 24 al 30 luglio 2022 di Diego Castelli

Controfigure, lutti spaziali e rapine in bianco e nero

ATTENZIONE! SPOILER NON PREVISTI DI ONLY MURDERS IN THE BUILDING, FOR ALL MANKIND, WHAT WE DO IN THE SHADOWS, PHYSICAL, BLACK BIRD, THE ORVILLE, PLAYERS, BETTER CALL SAUL

8.Only Murders in the Building 2×06 – Controfigure
Se nella scorsa puntata il serial moment era una rivelazione inaspettata, questa volta invece si lavora di pura comicità e recitazione. Meravigliosa la scena in cui Sazz (Jane Lynch), tornata a fare la controfigura di Charles per la nuova stagione di Brazzos, viene mandata dallo stesso Charles a mollare Jan al posto suo. Fa già ridere così, ma diventa ancora meglio quando Sazz si rivela così convincente da provocare in Jan una vera commozione, come se Charles fosse effettivamente lì.

7.For All Mankind 3×08 – Bambini alieni!
Il salvataggio di Ed non era in discussione, è di fatto il protagonista. E nemmeno Danny poteva morire, considerando che non è ancora arrivato a un vero confronto con Ed sull’argomento-Karen. Invece il povero russo poteva sì morire, e la figlia di Ed poteva rimanere incinta di un bambino che ora rischia di scatenare un incidente diplomatico (oltre a poter essere il primo umano tecnicamente extraterrestre).

6.What We Do in the Shadows 4×04 – Valchirie da montare (nel senso di costruzioni, che avete capito)
In teoria, il serial moment vero e proprio di questo episodio dovrebbe essere la rissa fra Nandor e Guillermo, per quanto fittizia. Ma la verità è che sono quasi svenuto quando Nadja, dopo averci presentato due valchirie descritte con discreta aderenza al mito nordico classico, ci rivela che sono solite vendere polpette e mobilia.
Perché so’ svedesi…
Wink wink.

5.Physical 2×09 – Voci da zittire
Prima o poi doveva arrivare, per Sheila, il momento di iniziare un effettivo percorso di guarigione. Che poi vada a buon fine o meno, è un altro paio di maniche, ma intanto, per la prima volta, qualcosa si è mosso, e mi è piaciuto il modo in cui questo piccolo ma decisivo salto è stato reso in termini puramente filmici: il trucco è stato usare la voce interiore che da sempre porta Sheila verso il lato oscuro della bulimia, e costringere la protagonista a tirarla fuori di fronte alle sue compagne della rehab, così che, grazie a loro, la voce potesse essere effettivamente combattuta.
Un’apertura alla guarigione non è certo un fatto nuovo nelle serie tv che trattato più o meno direttamente questo argomento, ma usare in questo modo la voce di Sheila ha trasmesso un preciso senso di coerenza rispetto a tutto ciò che abbiamo visto finora, cosa che ha reso questo primo step decisamente credibile e molto comprensibile anche a chi non ha quel tipo di problemi.

4.Black Bird 1×05 – Quel racconto
L’abbiamo già fatto questo discorso, ma tocca rifarlo: una serie come Black Bird si regge quasi tutta su dialoghi e recitazione, visto che il nocciolo della questione riguarda la capacità di Jimmy di diventare amico di Larry e convincerlo a confessare. In questo episodio siamo arrivati proprio a quel momento, quello in cui Larry finalmente si confida a Jimmy, raccontando il suo omicidio più importante. Non è ancora abbastanza per considerare chiusa la questione (Jimmy di fatto non ha ancora raccolto prove concrete, spendibili in tribunale), ma la scena della “confessione” è inquietante al punto giusto, e trasmette perfettamente tutte le sensazioni in campo: la bravura di Paul Walter Hauser (Larry) è talmente evidente e rilevante, da mettere in ombra quella di Taron Egerton, che comunque va sottolineata lo stesso. La sua abilità, più discreta ma non meno importante, sta nel mostrarci un Jimmy apparentemente complice e piacione, ma sotto sotto sconvolto da quello che sta ascoltando, e cazzarola se ci riesce!

3.The Orville 3×09 – Il sacrificio
Penultimo episodio di The Orville per chissà quanto tempo, e la faida con i Kaylon, spina dorsale della stagione, viene completamente ribaltata: a fine puntata i Kaylon diventano alleati, e i nemici veri sono i Krill e i Moclan, che a loro volta hanno stretto un inaspettato e pericoloso patto.
E come si arriva alla pace con i Kaylon? Grazie al sacrificio di Charly, che perde la vita proprio per evitare il genocidio degli odiatissimi androidi, che peraltro, per ironia della sorte, è stato reso possibile da una macchina creata anche con il suo contributo.
La scrittura dell’episodio non è raffinatissima, diciamo un po’ di grana grossa, ma è comunque coerente con una serie che mette in scena in modo consapevolmente esplicito i dilemmi morali e gli snodi narrativi che ha deciso di raccontare.

2.Players 1×10 – Gatti e amicizie
Efficacissimo finale di stagione che prima ci porta in cima all’epica con la vittoria dei Championships (grazie alla capacità di Creamcheese di diventare un supporto “vero” per Organizm), e poi si prende anche tutto il tempo necessario per raccontare la separazione dello stesso Organizm dalla squadra. A legare le due metà della puntata, la metafora del gatto Yuumi, personaggio che da sempre cerca di ricongiungersi alla sua padrona Norra, un po’ come Creamcheese che da solo non funziona, ma ogni volta che pensa di aver trovato la sua Norra, quella se ne va.
Oh, è stata una bella prima stagione, altroché.

1.Better Call Saul 6×10 – Chi nasce quadrato…
Abbiamo visto la prima puntata interamente non-prequel dell’intera serie, tutta giocata su quel bianco e nero, che fin dal pilot, ha caratterizzato il racconto di quello che Saul Goodman è “oggi”, dopo gli eventi raccontati da Breaking Bad. La cosa bella è che l’episodio non aggiunge poi moltissimo a quello che sappiamo della storia del personaggio e degli eventi post-BB che l’hanno portato dove si trova ora. Allo stesso tempo, raccontandoci di una rapina giocata con astuzia e intelligenza (ai danni, fra parentesi, di una guardia interpretata da Jim O’Heir, cioè Jerry di Parks and Recreation), veniamo a sapere che in realtà nulla è cambiato: il tratto fondamentale di quello che una volta era Jimmy è la sua capacità di ingannare la gente, di intortarla per i suoi scopi, e siccome è l’unica cosa che sa fare veramente, per lui rappresenta la sua più intima identità, ma anche una maledizione.
Non è un caso che la meticolosa preparazione ed esecuzione del furto siano del tutto sproporzionate rispetto al valore della refurtiva: quello che conta per Saul è il gesto tecnico dell’inganno, l’esercizio della sua intelligenza in relazione delle furberie. La stessa maestria messa in scena dalla regista Michelle MacLaren (regista e produttrice fra le più fedeli del creatore Vince Gillighan), che costruisce un episodio di grande suspense e di totale perfezione formale (applausi anche a Paul Donachie, direttore della fotografia), senza raccontare moltissimo, ma lasciandoci completamente soddisfatti.
Chi nasce quadrato non può morire tondo, e quello che scopriamo con questo episodio è che il povero Jimmy/Saul, nonostante gli sforzi e le sfighe subite, sempre quadrato è.

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