Becoming Elizabeth – Starzplay: praticamente il contrario di The Great di Marco Villa
Becoming Elizabeth è una serie rigorosa che vuole raccontare con fedeltà la storia di Elisabetta I
Sembra incredibile, ma anche una sola serie può essere sufficiente per cambiare le coordinate di un genere. Pensate all’impatto avuto da The Great, la serie di Hulu del 2020 che ha dato una virata netta al genere “monarchi in costume”, dopo anni dominati dalla meravigliosa asciuttezza (e fedeltà storica) di The Crown. The Great giocava (e gioca, visto che la terza stagione è stata confermata) in ogni scena, mischiando storia e invenzione, nel tentativo di dare l’idea di un mondo, più che raccontare una biografia. È una sola serie, non una tendenza, ma comunque all’interno di SALTA INTRO, il nostro podcast, quando abbiamo citato per la prima volta Becoming Elizabeth ci è venuto naturale chiederci: “Ma è una The Great?”. Dopo il pilot, non è difficile dire che no, Becoming Elizabeth non è una The Great, anzi: è la cosa più lontana possibile da The Great, sia per sviluppo, sia per impostazione generale.
Becoming Elizabeth è una nuova serie di Starz, disponibile in Italia su Starzplay dal 12 giugno. L’Elisabetta del titolo è Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e una delle regine simbolo della storia della monarchia britannica. Becoming Elizabeth, come da titolo, racconta il divenire di Elisabetta, il percorso che la porta da ragazzina a monarca. La serie inizia nell’esatto istante in cui Enrico VIII viene dichiarato morto. Enrico ha avuto due figlie e un figlio, ma è anche il re che ha scatenato lo scisma anglicano, prendendo come pretesto proprio la sua complicata vita sentimentale e i suoi tanti matrimoni. L’erede al trono è il maschio Edward, ma tutti sanno che potrebbe essere delegittimato e che potenze straniere potrebbero provare a spingere per altri candidati al trono, per far collassare l’Inghilterra stessa.
Questa grande confusione ha un solo sfogo: intrighi di ogni tipo, resi ancora più diabolici dal fatto che Edward (Oliver Zetterström) è un ragazzino e le altre due figlie sono – appunto – donne e quindi considerate più manovrabili dai vari burattinai di corte (o aspiranti tali). Non sto a entrare nel dettaglio di queste dinamiche, perché sarebbe davvero complesso riuscire a renderle in poche righe. Vado un poco più in profondità, invece, per quanto riguarda il triangolo di personaggi che anima il primo episodio, ovvero quello che vede protagonisti Elizabeth (Alicia von Rittberg), la fresca vedova e sua matrigna Catherine Parr (Jessica Raine) e Thomas Seymour (Tom Cullen). Catherine e Thomas hanno da tempo una storia, i due si sposano in segreto poco dopo la morte del re, ma nel frattempo Seymour ci prova in maniera esplicita con Elizabeth: Catherine la prende sul ridere, ma Thomas ha capito che la mite Elizabeth potrebbe avere mire chiare sul trono e la vuole tenere il più vicino possibile.
Quella di Becoming Elizabeth, insomma, è una vicenda di rapporti di potere a corte. Una vicenda in tutto e per tutto sovrapponibile a quella di The Great, ma come detto la distanza è abissale. The Great è una serie che prende un linguaggio moderno per raccontare una storia del passato, mentre Becoming Elizabeth cerca di calare tutto in un tempo andato, in modo quasi filologico: a cominciare dalla scelta di una lingua inglese complessa e teatrale, passando per luci e ambientazioni in cui è la penombra a farla da padrona. Non è un caso che la creatrice, la trentennte Anya Reiss, venga proprio dalla scrittura per il teatro, disciplina in cui è una voce più che autorevole fin da quando era giovanissima. La sensazione è quella che abbia voluto buttare lo spettatore in un contesto altro, diverso da quello a cui è abituato: mettere play a Becoming Elizabeth è come uscire dall’aeroporto di un paese straniero. Il senso di smarrimento è simile, mentre complotti e relazioni si snodano e si incrociano tra loro, accompagnati da dialoghi mai semplici, almeno in lingua originale.
La scelta è radicale, cosa che apprezziamo, ma paga il non avere inserito nel primo episodio dei momenti di svolta, delle scene in grado di puntellare tutto quel ginepraio di rapporti. E invece le uniche scene che restano davvero in testa sono quelle in apertura, con la morte del re e il prelievo dei tre figli per portarli in luoghi sicuri. È poco ed è soprattutto un peccato, perché Becoming Elizabeth è una serie alta, che avrà senz’altro modo di distendersi e svilupparsi, ma la mancanza di snodi narrativi si fa sentire.
Perché guardare Becoming Elizabeth: perché è un tuffo in un mondo ben descritto
Perché mollare Becoming Elizabeth: perché mancano momenti cruciali