9 Giugno 2022

Irma Vep – HBO/Sky: una meravigliosa leggerezza di Marco Villa

Irma Vep è un esempio di scrittura eccezionale e allo stesso tempo di totale disinteresse per le regole classiche della serialità televisiva

Pilot

Tutto è questione di gusto, lo sappiamo. Ma Irma Vep lo è ancora di più, se possibile. Perché è una serie molto posata e tranquilla, eppure è anche una serie da dentro o fuori come non ne vedevo da tempo. Il motivo è presto detto: nel primo episodio di Irma Vep non succede niente e in particolare niente di quello che di solito vediamo succedere nel primo episodio di una serie. Eppure io mi sono divertito, mi sono goduto questi 55 minuti come non succedeva da un po’. Ma sono gusti, appunto.

Irma Vep è una miniserie di HBO (ad agosto in Italia su Sky e NOW), scritta e diretta da Olivier Assayas, basata su un film omonimo del 1996 dello stesso Assayas. Che dici: “1996” e pensi che sia l’altro ieri, ma sono quasi 30 anni. Vabbè, a parte questo, Assayas è un regista francese che è abbonato ai festival: i suoi film o vanno a Venezia o vanno a Cannes. È un po’ che non ne vedo, l’ultimo è di una decina di anni fa: si chiamava Qualcosa nell’aria (Apres Mai in originale) ed era bellissimo, nel suo essere un racconto adolescenziale sospeso. I suoi film, e pure Irma Vep, sono tutti giocati su sceneggiature precise al millimetro, basate su rapporti interpersonali che sono l’inizio e la fine del gioco, ma anche su una grande direzione degli interpreti.

Irma Vep è esattamente questo. La storia: Mira (Alicia Vikander) è un’attrice da blockbuster hollywoodiani, supereroi e affini. All’apice della carriera commerciale, sente il bisogno di cambiare traiettoria e girare un film d’autore. Per questo, si trasferisce due mesi a Parigi, per lavorare al nuovo progetto di René Vidal (Vincent Macaigne), regista elitario per eccellenza, che sta girando il remake di un film muto del 1916 che si chiama The Vampires.

Nel film, Mira interpreta Irma, una sorta di ladra/musa criminale legata ai vampiri del titolo. Su questo sfondo, Mira cerca di riallacciare i rapporti con la sua ex fidanzata (Adria Arjona), René si avvicina giorno dopo giorno a un esaurimento totale, un altro attore del film (Vincent Lacoste) cerca disperatamente di riconquistare la sua ex (pure lei attrice nel film) e prova a convincere il regista a girare una scena di sesso tra i loro personaggi.

Ora, cosa vi è rimasto in testa da questa breve sinossi: esatto, niente. E questo è l’effetto che fa Irma Vep, che scorre via con una scioltezza incredibile, pattinando su storie minime, definite dai rapporti tra i personaggi e dalle eccellenti battute che scambiano. A fare la differenza è proprio la qualità di scrittura e interpretazione, che rendono i 55 minuti del pilot di una precisione millimetrica. Irma Vep può sembrare un esercizio di stile e in parte lo è, nel suo tentativo di mescolare le carte tra ciò che è reale e ciò che è finzione, ma è anche un esempio di scrittura estremamente scorrevole. 

Come si diceva, nel primo episodio mancano pressoché tutte le basi della serialità: non ci sono cliffhanger, non c’è la costruzione di una tensione programmata per esplodere negli episodi successivi. Tutto, anzi, sembra pensato per qualcosa con una durata limitata: quella di un film. Mi rendo conto che si tratta di una bella mazzata a livello di struttura, eppure Irma Vep per quanto mi riguarda ha un primo episodio che mi ha soddisfatto dal primo all’ultimo minuto. Questione di gusti, lo so. Ma è stato un gran piacere. Irma Vep è una serie intelligente e leggera, che non si compiace mai di questi pregi. Tutto giusto.

Perché guardare Irma Vep: perché ha una scorrevolezza rara

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