16 Maggio 2022

Serial Moments 527 – Dal 8 al 14 maggio 2022 di Diego Castelli

Pugili ridicoli, cestisti vincenti e raffinati razzismi

ATTENZIONE! SPOILER IN BIANCO E NERO DI BETTER CALL SAUL, HACKS, THE STAIRCASE, WINNING TIME, THE OFFER, MAYANS, THIS IS US, ATLANTA

8.Better Call Saul 6×05 – Pugili
Una scena ridicola e insieme molto tenera nella puntata settimanale di Better Call Saul. A nemmeno un episodio di distanza dalle loro super truffe, Howard capisce che dietro il tentativo di screditarlo ci sono Jimmy e Kim, e così lo sfida letteralmente a duello su un ring di pugilato. Dubito che l’incontro sarà risolutivo, anche se Saul le prende, ma a noi rimane una sequenza abbastanza assurda con i due impegnati in una rissa decisamente buffa. Mettiamola così: è giustamente meglio che in Better Call Saul l’azione sia compito dei Fring e dei Salamanca.

7.Hacks 2×02 – Confessioni
È tornata Hacks, una delle serie più riuscite dello scorso anno, e i primi due episodi non deludono. Il momento migliore arriva quando Deborah costringe Ava a leggerle la mail con la quale l’aveva sputtanata sul finale della scorsa stagione, una scena che in pratica mette a nudo il personaggio di Deborah in quanto tale, come se ce lo raccontasse la sua sceneggiatrice. In aggiunta a questo, divertentissimo anche il parossismo a cui arriva la relazione fra Jimmy, agente di Deborah e Ava, e la sua assistente non-licenziabile Kayla, una scema completa tanto esilarante quanto fastidiosa.

6.The Staircase 1×04 – Cadute e omicidi
Considerando che non era ancora stata scritta la recensione, settimana scorsa non avevo potuto segnalare il secondo episodio di The Staircase, dove veniva ricostruita l’ipotesi della morte accidentale di Kathleen con una scenda particolarmente cruda, difficile da dimenticare. Ma proprio la natura ipotetica di quella ricostruzione faceva pensare che, prima o poi, la serie ci avrebbe mostrato anche la ricostruzione di un’altra ipotesi, quella che vede la morte di Kathleen come tutt’altro che accidentale. Ed eccola qui, nell’episodio 4: la donna scopre il porno gay e le mail spinte sul computer del marito, lo affronta, e lui la aggredisce uccidendola. E ancora una volta, la scena è estremamente forte, potente, memorabile nel senso più letterale e oscuro del termine. Mi è venuto da pensare che non devono essere state nemmeno facili da girare e soprattutto da interpretare, quindi brava Toni!

5.Winning Time: The Rise of the Lakers Dynasty 1×10 – Vittoria!
Finisce la prima stagione di Winning Time, già rinnovata per la seconda, e l’ultimo episodio non può che essere dedicato alla prima vittoria in NBA della nuova squadra costruita da Jerry Buss. Per quanto già sappiamo come andrà a finire, tutta la fase della partita – con l’infortunio di Abdul-Jabbar, l’ansia di Jerry West nei corridoi, la costante tensione caratteriale fra i due allenatori Pat Rilery e Paul Westhead, l’ambizione di Magic Johnson – crea un’epica sportiva tecnicamente super-classica, ma comunque piena di suspense e passione.
Una prima stagione magari non rivoluzionaria, ma comunque precisa al millimetro.

4.The Offer 1×05 – La cena
Proseguono i lavori per la realizzazione del film, e finalmente Ruddy e Coppola riescono ad avere il parco attori al completo, compresi Pacino e Brando, anche se questo comporta fare compromessi e chiedere favori che prima o poi (più prima che poi) presenteranno il conto.
La scena migliore riguarda una cena organizzata da Francis per permettere al cast di conoscersi e “annusarsi” per la prima volta: prima ancora di iniziare a mangiare, in maniera fluida e spontanea, attori e attrici cominciano a recitare proprio la famosa scena della cena ne Il Padrino, sotto gli occhi estasiati del regista. Per noi spettatori poteva essere una poracciata da cosplayer, e invece funziona alla grande, è un omaggio riuscitissimo che mette i brividi.

3.Mayans 4×05 – Coco
Passiamo un intero episodio a cercare di capire se i Mayans riusciranno a risolvere le faide al loro interno (spoiler: no), che ecco arrivare un finale in cui Coco, proprio nel momento in cui l’amore sembra averlo salvato dalla tragedia della tossicodipendenza e con prospettive di una vita migliore, viene ucciso da un assalto ai Mayans portato niente meno che dai Sons of Anarchy.
Non si fa così ragazzi, noi abbiamo un’emotività fragile.

2.This is Us 6×16 – Vecchiaia
Dopo la morte di Miguel, Rebecca è rimasta da sola con il suo alzheimer, e i figli devono decidere cosa fare per garantirle una vecchiaia il più possibile dignitosa, ma anche rispettosa (come da sua richiesta) della stessa indipendenza di Kate, Randall e Kevin.
La soluzione viene effettivamente trovata, con la presa di responsabilità da parte di Kevin che chiude l’ennesimo cerchio lungo una vita. Ma il processo di decisione è soprattutto una scusa per mostrare, attraverso i soliti rimandi interni e fili rossi che percorrono interi anni, il vero peso di Rebecca nella vita dei figli, che le riconoscono i sacrifici fatti per la loro formazione e ora sono pronti a ripagarla nel momento di difficoltà.
Come sempre, tutto perfetto.

1.Atlanta 3×09 – Bianco e Nero
Penultimo episodio di Atlanta, e altra puntata di raro gusto e intelligenza. Donald Glover (regista e sceneggiatore di questo capitolo) immagina un ragazzo di razza mista (padre nero e, si suppone, madre bianca) che a scuola passa per bianco ma poi a casa vive la stessa condizione di povertà di molti neri, che per esempio gli impedirà di andare nel costoso college in cui vorrebbe laurearsi. L’arrivo di un munifico donatore nero, disposto a pagare la retta del college solamente ai veri ragazzi neri, fa partire una sequela di eventi che finiscono fra polizia e lanciafiamme.
È un ottimo episodio perché prende i consueti stereotipi relativi al rapporto fra bianchi e neri e li ribalta, mostrandosi un ricco nero pervaso da un tale razzismo anti-bianco, da escludere anche un ragazzo effettivamente nerissimo solo perché è nigeriano e quindi non veramente “nero americano”, almeno finché non viene colpito da una pallottola della polizia, che è la cosa più “black” che si possa fare in America.
La sfida, un classico per Atlanta, è quella di superare gli stereotipi, guardando alla vera vita delle persone a prescindere dal loro colore, riconoscendo che il male, l’avidità e il potere un colore non ce l’hanno. In termini estetici, poi, Glover sceglie un metaforico bianco e nero d’annata, un gusto retrò anche nel montaggio e nelle musiche che riduce le differenze di colore e inserisce la wokeness pro-black in un passato dai toni lugubri, fin troppo simili al razzismo bianco dei decenni scorsi.
In Atlanta il razzismo non viene mai negato, ma costantemente problematizzato e ragionato da un gruppo di autori neri che, pur nel tentativo di arrivare a una società più giusto, non ci sta a rinchiudersi in gabbie concettuale pre-confezionate a uso e consumo delle classiche polarizzazioni da social.
Magistrale.



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