Serial Moments 525 – Dal 24 al 30 aprile 2022 di Diego Castelli
Amori ritrovati, sicari depressi e commossi addii
ATTENZIONE! SPOILER DESERTICI DI MADE FOR LOVE, GASLIT, BARRY, SLOW HORSES, MOON KNIGHT, PACHINKO, TOKYO VICE, THIS IS US, BETTER CALL SAUL (E BANG BANG BABY)
9.Made for Love 1×02 – Un gradito ritorno
È stata una delle mie serie preferite del 2021, anche se in realtà se la sono cagata in pochissimi, e quindi sono contento che Made For Love sia tornata. Ha ricominciato da dove aveva finito, con Hazel disposta a tornare (parzialmente) sotto il controllo di Byron pur di ricevere cure mediche per il padre malato. E se i primi due episodi stagionali non hanno momenti di specifico picco, c’è però la consueta solidità nella scrittura, in cui tutto va sempre al posto giusto, fra una pazza idea tecnologica lì, e un momento comico-grottesco là. Bello il cliffhanger in attesa del terzo episodio: Herbert, il padre di Hazel, mette insieme un po’ di indizi e capisce che in effetti si trova imprigionato in un cubo iper-tecnologico che ha solo la forma della sua vita di sempre, e giusto in finale di episodio vede con i suoi occhi il viscido Bennett che apre un muro nel nulla del paesaggio. Sono molto curioso dei prossimi sviluppi.
8.Gaslit 1×01 – Presentazioni
Il Villa ha già parlato a sufficienza del pilot di Gaslit, ma in sede di Serial Moments ci tengo a sottolineare la scena che mi ha fatto dire “ah ok, devo seguire questa serie”.
Parlo naturalmente della prima volta in cui Gordon, assoldato da John, espone la sua folle e grottesca idea di spionaggio a Mitchell. È il momento in cui dici “ah ma quindi, più che una rigorosa ricostruzione storica, è una meravigliosa vaccata in cui tutti gigioneggiano alla grande”. Mi avete convinto!
7.Barry 3×01 – Porto d’armi
C’è qualcosa di vagamente criminale nel far tornare una serie tre anni dopo la stagione precedente: non mi ricordavo più niente, ho cercato riassunti, uno sbattimento non ragionevole per una cosa che dovrebbe essere divertente.
Detto questo, Barry divertente lo è davvero: ritroviamo il nostro sicario in uno stato psicofisico abbastanza pietoso, impegnato ad accettare incarichi di basso livello solo per tirare a campare, con una fidanzata finalmente lanciata nel mondo dello showbusiness (diventata una pigna in culo per questo, se già non lo fosse prima), e prospettive di vita e di carriera non-omicida praticamente azzerate.
In più, il rapporto ormai compromesso con Gene, con il quale si produce in una scena da antologia: il vecchio insegnante vuole accogliere Barry con la pistola in pugno, ma è talmente incapace di usarla che l’arma si sfalda nelle sue mani proprio sul più bello, “costringendo” Barry a intervenire anche quando, forse, avrebbe quasi preferito lasciare che il destino seguisse il suo corso.
6.Slow Horses 1×06 – Colpe segrete
Finale di stagione per Slow Horses (seguito dal promo della seconda stagione con immagini già girate, una roba che non vedevo da tempo) e ottima gestione di una puntata piena di suspense in cui i nostri, a voler cercare il pelo nell’uovo, non è che facciano così tanto la differenza nel salvataggio di Hassan, come ampiamente sottolineato da Lamb. Naturalmente, il vero ruolo dei “ronzini” non sta nel fatto di aver liberato Hassan, bensì nella prontezza mostrata nel salvare il rapitore, per proteggere la Verità dal tentativo di Diana di nasconderla con una bella pallottola.
Inutile dire, comunque, che il serial moment più tosto e amaro sta alla fine: dopo che Lamb ha spiegato a Standish la verità dietro la morte di Charles (Lamb confessa di aver procurato lui la pistola al suicida), scopriamo infatti che… non era affatto la verità. Lamb ha ucciso a sangue freddo Charles, con la complicità del nonno di River. Chiudiamo dunque la stagione con la calcolata amarezza di chi ha amato un personaggio che credevamo “buono ma pigro”, “onesto ma cinico”, e che invece rivela una colpa molto più feroce e difficilmente digeribile del previsto. Non che, evidentemente, non ne porti il peso, ma insomma, la botta ci è arrivata lo stesso.
5.Moon Knight 1×05 – Sdoppiamenti
Sul quinto episodio di Moon Knight devo dire due cose. La prima è che è stato il mio episodio preferito finora, il più creativo e articolato, il più ardito, magari non il più ordinato, ma allo stesso tempo quello che ha cercato di affrontare di petto il tema della doppia personalità di Steven/Marc, cercando di risolverlo in un modo drammaticamente efficace ma, comunque, pienamente fantasy. E alla fine, quando uno Steven ormai conscio di essere un’invenzione seguita a un trauma, rimane pietrificato nel deserto, l’emozione mi è arrivata.
La seconda cosa che voglio dire è che questa è una serie su un supereroe che si chiama Moon Knight, che ha pure un costume discretamente figo, e che io ho visto qualcosa come 5 minuti complessivi in 5 episodi (su 6). Ma dico, vi pare il modo?
4.Pachinko 1×08 – Le persone vere
Non so come sia per voi, ma io da sempre, quando guardo un film che so essere tratto da una storia vera, aspetto con ansia feticista il momento in cui, tipicamente prima o durante i titoli di coda, mi faranno vedere i veri volti delle persone che hanno ispirato la storia.
Ecco, siamo arrivati alla fine della prima stagione di Pachinko, e benché effettivamente succedano diverse cose piuttosto potenti all’interno della fiction (su tutte l’arresto di Isak, marito della giovane Sunja, che scopriamo essere un ribelle anti-imperiale, alleato coi comunisti), niente regge il confronto con le brevi interviste alle vere donne coreane e residenti in Giappone che, a distanza di ottant’anni, ricordano i giorni del loro trasferimento forzato nelle terre degli invasori. E non è nemmeno un racconto rancoroso o eccessivamente amaro, il tempo livella tutto e queste donne ora si sentono integrate nella società giapponese. Eppure è possibile vedere, ancora dopo tutto questo tempo, un moto malinconico rivolto verso un passato che non esiste più, che al contrario di quello che accade in Pachinko non può essere veramente recuperato, e che lascia il desiderio di sapere cosa sarebbe potuto succedere, se queste persone avessero avuto il diritto di scegliere per la propria vita.
Mica male…
3.Tokyo Vice 1×08 – Festa finita
Nel corso della sua prima stagione appena terminata, Tokyo Vice non è apparsa granché nei Serial Moments, perché più che su singoli momenti di grande impatto, ha costruito la propria forza in termini di atmosfera, un certo grado di furbo esotismo, e lo sviluppo di una tensione a bassa intensità, ma costante nel tempo. Nel finale, però, un po’ di nodi vengono al pettine: i soldi rubati a Samantha, il pestaggio di Jake, le minacce alla famiglia di Katagiri, l’accoltellamento di Sato, il video in cui si vede il probabile omicidio di Polina, recapitato da chissà chi alla porta di Jake. Tutti singoli momenti più forti della media fin qui mostrata dalla serie, che hanno avuto la funzione precisa di segnare un cambio di passo: fino a questo momento si era scherzato, con il giovane reporter in rampa di lancio, gli incontri conturbanti nei night club, e detective che potevano investigare senza troppi rischi. Ora invece si cambia, il gioco è finito, e per i buoni è arrivato il momento di rischiare davvero.
2.This is Us 6×14 – Un giorno sarà pronto
Passo dopo passo, in previsione del finale di serie, This is Us continua a chiudere i cerchi aperti nel corso dei mesi e degli anni. E se nelle puntate delle scorse settimane abbiamo potuto scoprire i dettagli della fine dell’amore fra Kate e Toby, con conseguente nuovo matrimonio con Philip, ora vediamo l’agognato, rimandato, sperato ritorno di fiamma fra Kevin e Sophie, altri due personaggi con una storia così lunga da coprire tutti ma proprio tutti i piani temporali raccontati dalla serie.
La ciliegina sulla torta, secondo me, è la scelta di usare la malattia di Rebecca, che ormai fa sempre più fatica a vivere nel presente e parla a Sophie come se lei e il figlio avessero ancora vent’anni, come uno strumento che serve proprio ad aiutare Sophie ad assumere una nuova prospettiva, che le consenta di abbandonarsi all’amore di Kevin, ormai maturato come uomo e come persona. In pratica, una Rebecca bloccata nel passato rassicura Sophie sul fatto che, se anche “ora” Kevin è un ragazzino poco affidabile, un giorno sarà pronto per lei. E quando sarà mai questo giorno? Esatto, proprio oggi.
È impressionante come dopo sei anni si abbia ancora la precisa sensazione che in This Is Us non ci sia assolutamente mai nulla di casuale.
1.Better Call Saul 6×03 – Nacho!
Ce l’eravamo detto proprio recentemente, che il destino di certi personaggi di Better Call Saul mai visti in Breaking Bad, era per forza di cose appeso a un filo. Puntualmente, in questo episodio, con grande dolore, diciamo addio a Nacho, ormai messo alle strette nei giochi di potere tra Fring e i Salamanca.
In parte l’ho trovata una morte un po’ spiccia, dopo praticamente una puntata e mezza di fuga, e il fatto che Nacho accetti di morire con l’unica promessa, da parte di Mike, che nulla di male accadrà a suo padre, non mi ha convinto proprio del tutto.
Detto questo, la scena è molto potente, con Nacho che decide di coprire Gus (sempre per proteggere il padre) riuscendo comunque a togliersi il sassolino dalla scarpa di insultare pesantemente l’anziano Hector, rivelando che è proprio colpa sua se il Salamanca si trova su una sedia a rotelle. Soprattutto, Nacho riesce a togliersi la vita da solo, evitandosi probabili torture e chiudendo la sua parabola mantenendo una forma di dignità e indipendenza che irrita parecchio Hector, che infatti spara più volte al cadavere in preda alla frustrazione.
Caro Nacho, ci mancherai, anche perché il tuo interprete, Michael Mando, ha tuttora uno nei nomi che preferisco in tutta Hollywood.
Fuori concorso
Bang Bang Baby 1×01 – Smarties
In termini formali, con cinque episodi usciti adesso e altri cinque in arrivo a fine maggio, Bang Bang Baby si pone a metà fra una serie in binge watching e una serie tradizionale in cui bisogna aspettare fra un episodio e l’altro. Detto questo, cinque episodi interi in uscita al venerdì non sono riuscito a vederli, e quindi scelgo di trattarla come una serie in binge watching che non riuscirò a inserire come si deve nei serial moments.
Visto che però parliamo di una bella serie italiana, che sta un gradino sopra (anche due) altre serie nostrane che abbiamo visto di recente, la segnalo lo stesso nella scena che ho preferito del pilot: quella in cui Alice scopre che il padre non è morto. Al contrario di qualunque altra fiction italica, in cui la scoperta sarebbe stata spiegata con un paio di linee di dialogo iper-didascaliche, qui si sceglie una via più ardita, più interessante, di maggior impatto: dopo aver visto sul giornale la foto di un uomo che la turba, Alice corre a cercare le foto del matrimonio della madre, trovandole tutte strappate. Riesce però a recuperare una vecchia immagine del padre e, confrontandola con l’uomo sul giornale, nota una somiglianza che non può lasciarla indifferente. Questa improvvisa emozione diventa poi una cascata di smarties che, provenendo dalla sua infanzia, riempie il suo presente soffocando lei e la sua stanza di ragazza. Tutto questo senza dire una parola.
Un po’ meglio di “caspita, sembra proprio mio padre”.