The Thing About Pam è una bella serie, ma con un grosso problema di Marco Villa
Una storia vera, un podcast di successo, una Renée Zellweger che punta dritta agli Emmy, ma anche un grosso problema: The Thing About Pam
È una cosa che volevo dire da tanto, finalmente lo faccio: Se avete sentito la puntata di questa settimana del nostro podcast SALTA INTRO, in parte conoscete già la questione (la cosa, verrebbe da dire) su The Thing About Pam. Visto che crossmedialità? Benvenuti nel Serial Minds Universe.
Ok, a parte gli scherzi, c’è davvero qualcosa di strano in The Thing About Pam, la nuova serie di NBC, in onda dall’8 marzo. La storia è quella di un omicidio realmente accaduto, l’uccisione di una donna avvenuta in una città del Missouri durante le vacanze di Natale del 2011. Lei è Betsy Faria (Katy Mixon), è malata di cancro e suo marito la ritrova a terra nella cucina di casa, piena di sangue e con un coltello piantato nel collo. La polizia si butta subito proprio sul marito, decidendo all’istante che Russell (Glenn Fleshler) è l’assassino. Fondamentale, in questo senso, la testimonianza di Pam (Renée Zellweger, che punta dritta agli Emmy), amica della vittima, che rafforza fin da subito le intuizioni degli investigatori.
Pam è un personaggio ingombrante, invadente, che travolge tutto con un fiume di parole e che si accredita come figura centrale per la vita della vittima, ma anche dell’intera comunità in cui vive. Fin dalle prime sequenze, però, sappiamo che in realtà è anche un’assassina: è lei che ha ucciso Betsy e farà di tutto per coprire le proprie tracce, facendo ricadere la colpa sul povero Russell.
Come detto, la vicenda di The Thing About Pam è realmente accaduta ed è stata raccontata dal programma di informazione Dateline di NBC, che ci ha pure costruito un podcast di gran successo. Da podcast a serie il passo è (sempre più) breve e mai come questa volta la trasposizione è stata fedele: podcast e serie condividono la stessa voce narrante (Keith Morrison) e anche il suo script è pressoché identico, con pochissime variazioni.
E qui arriviamo al problema in questione: il tono di Keith Morrison è compiaciuto, quasi sopra le righe. Ed è un marchio di fabbrica riconosciuto, perché stiamo parlando di un veterano, che ha portato il proprio stile di racconto prima nel podcast, poi nella serie. Si tratta di un tono che immediatamente trasporta la serie in un mondo quasi alla Fargo o alla Landscapers, serie in cui si muore e si ammazza, ma tutto ha sempre un tono grottesco. Là, però, niente stona: in Fargo perché è tutta finzione, in Landscapers perché c’è comunque un grande affetto per i personaggi, mostrati come persone con dei forti disagi, ma mai messe alla berlina.
The Thing About Pam ha invece un taglio diverso, perché la sensazione è che ci sia uno sguardo dall’alto verso il basso. La voce narrante ironizza, sottolinea con sarcasmo, ma non empatizza mai: stiamo parlando di America profonda, quella che viene sempre etichettata come ignorante e la serie non fa nulla per comprendere i personaggi che mette in scena, anzi, sembra godere del fatto di mostrare Pam con la sua megabottiglia di Coca sempre in mano. Nel podcast, la parte più narrativa è bilanciata da una seconda voce e dalle interviste ai protagonisti della storia, mentre nella serie la regia non fa da contrappeso stilistico, ma anzi insiste ancora di più sul versante grottesco.
Il risultato è un cortocircuito strano, che lascia perplessi. Anche perché, serve ricordarlo, stiamo parlando di una storia vera, di un omicidio che è avvenuta undici anni fa e di una vicenda giudiziaria che si è chiusa nemmeno tre anni fa. Qui invece siamo a tanto così dalla parodia, un po’ come se si trattasse del podcast creato dai protagonisti di Only Murders In The Building, che di fatto prende in giro proprio i podcast true crime come quello di Dateline.
A questo si aggiunge che la vicinanza tra gli eventi reali e la loro rappresentazione finzionale è caratterizzata da una finestra temporale sempre più ristretta. L’abbiamo osservato già con Inventing Anna e The Dropout e The Thing About Pam ne è ulteriore dimostrazione.
Parlare solo di questo cortocircuito, però, è solo una parte della questione, perché al netto di tutto The Thing About Pam è una serie che sa tirare dentro, grazie a una storia molto forte e a interpretazioni che sembrano a fuoco. La serie, insomma, parte benone, ma il dentro-fuori è inevitabile. Una bella serie, con un bel problema.
Perché guardare The Thing About Pam: perché la storia è forte e gli interpreti di livello
Perché mollare The Thing About Pam: perché siamo a tanto così dalla parodia di un vero omicidio