Serial Moments 498 – Dal 17 al 23 ottobre 2021 di Diego Castelli
Comici amari, figli ribelli e insospettabili sospetti
ATTENZIONE! SPOILER STRAZIANTI DI THE MORNING SHOW, AMERICAN CRIME STORY, SUCCESSION, ONLY MURDERS IN THE BUILDING, WHAT WE DO IN THE SHADOWS
The Morning Show 2×06 – Outing
In una stagione che purtroppo si sta confermando non all’altezza della precedente, segnaliamo comunque una puntata quasi tutta incentrata su Bradley, di cui seguiamo le difficoltà private e familiari. In particolare, una serie di articoli scandalistici rivelano la sua presunta (e in realtà vera) relazione con Laura, gettandola nel panico. Il racconto della sua difficoltà nella gestione di questo outing non richiesto (che poi “non richiesto” sta nella definizione di outing, in effetti) è reso potente non solo dalle scelte registiche che ci raccontano il peso specifico dello stress subito da Bradley, ma anche dal contemporaneo tentativo degli autori del programma di sfruttare la cosa per aumentare gli ascolti. Soprattutto, c’è anche la sufficienza con cui la questione viene affrontata dalla stessa Laura, che pure è passata attraverso lo stesso problema, ma ora non sembra del tutto in grado di aiutare Bradley ad attraversarlo in un modo che non sia semplicemente dirle “su su, ci sono passata anch’io, passerà”.
American Crime Story 3×07 – Segreti e comicità
Quello di questa settimana è stato il mio episodio preferito finora della terza stagione di American Crime Story, appena sopra il numero 6. Che poi è un altro modo per dire che a mio giudizio questa storia ci ha messo un po’ troppo a carburare, ma forse ora siamo arrivati alle cose interessanti. Il racconto dell’esplosione mediatica del caso Lewisnky, fino a poco prima conosciuto solo dalle persone più o meno direttamente coinvolte, è prima di tutto una bella esplorazione del punto di vista di Monica, la ragazza che si trova al centro di un circo che non desiderava, e che non è in alcun modo preparata ad affrontare. È un episodio piuttosto teso e duro, in generale, ma a farmi particolare impressione sono state le riproposizioni delle (vere) battute e parodie con cui la satira americana, da Jay Leno al Saturday Night Live, all’epoca scherzò sulla vicenda in modo anche piuttosto pesante. È interessante, cioè, come la serie provi a cogliere il punto di vista di due donne dal peso etico molto diverso (una più vittima, Monica, l’altra più carnefice, Linda), mostrando la fragilità di entrambe di fronte a un fuoco mediatico che le schiaccia completamente. E intendiamoci, io sono da sempre convinto che si possa scherzare su qualunque argomento, avendo la dovuta intelligenza e attenzione al contesto, ma certo fa anche bene, per la nostra coscienza e capacità di stare al mondo, vedere quanto amara e dolorosa può essere certa comicità per chi vive particolari situazioni di disagio. Non per censurare la comicità, naturalmente, ma per essere consapevoli del suo ruolo e della sua influenza. La consapevolezza, in generale, non fa mai male, e quindi rivedere a distanza di vent’anni John Goodman al Saturday Night Live che interpreta una Linda Tripp presa in giro in primo luogo per il suo aspetto, fa abbastanza riflettere come sia cambiata la nostra percezione del mondo in questi anni.
Succession 3×01 – Figli ribelli
Del ritorno di Succession abbiamo già parlato, e il paradosso è che di serial moments potrebbero essercene moltissimi o nessuno a seconda di quanto vogliamo tenere alta l’asticella. Se per serial moments intendiamo scene di particolare spicco, con eventi imprevisti e metaforiche esplosioni, allora non ce n’è. Se invece ci diciamo che un serial moment sorge ogni volta che una serie ti fa dire “beh caspita, quanto ne sa sta gente”, allora possiamo considerare come tale quasi ogni battuta di questa premiere.
Dovendo scegliere, allora cito (come in parte sottolineato nella recensione) l’inquadratura finale con un Logan smarrito di fronte all’inaspettata forza del figlio ribelle. Un’immagine che fa il paio con il risolino del finale della seconda stagione, e che promette molto per gli altri episodi della terza.
Only Murders in The Building 1×10 – In manette
Alla fine non ci ho più capito niente delle discrepanze fra il rilascio americano della serie e il corrispettivo caricamento degli episodi sul Disney+ italiano, ma comunque insomma, è terminata la prima stagione di Only Murders in The Building. Malgrado tutti i pezzi del puzzle siano andati al loro posto, con la scoperta che Jan era la vera colpevole di tutto (scelta che non credo di aver approvato del tutto, a meno di considerarla una “sorpresa per il fatto che pareva troppo banale, e quindi alla fine fa il giro e ci sorprende davvero”), il vero serial moment arriva col cliffhanger finale, quando i nostri vengono effettivamente arrestati per la morte di Bunny, con Mabel sospettosamente coperta di un sangue di cui speriamo non abbia colpa. Ci sono anche altri piccoli nodi rimasti legati, ma evidentemente è questa la promessa più succosa per la prossima stagione, particolarmente sorprendente per me perché pensavo che questa stagione sarebbe finita in maniera meno aperta, nel caso in cui una seconda non fosse stata possibile (la notizia del rinnovo è arrivata a metà settembre).
What We Do In The Shadows 3×09 – No, Colin!
Per tutti i non morti! Stavo guardando la puntata settimanale di What We Do In The Shadows e stavo placidamente contemplando la possibilità di inserire nei serial moments la scena in cui un po’ di vampiri del Concilio Mondiale si intrattengono a guardare il pipino di Nandor, che in quel momento finge di essersi abbandonato al Super Slumber, sorta di ibernazione vampirica a cui aveva promesso di dedicarsi per via dei suoi problemi di infelicità.
E invece, blam, altro che serial moment, arriva una scarpata in faccia: veniamo infatti a sapere che il motivo della recente (e stranissima) amicizia fra il noiosissimo Colin Robinson e Laszlo è dovuta al fatto che lo stesso Laszlo ha scoperto che Colin sta per morire, perché i vampiri energetici durano esattamente 100 anni, e proprio oggi è il centesimo compleanno di Colin. Che gustosa sciocchezzuola, pensiamo noi, certamente la situazione si risolverà. E invece no, perché non solo Colin muore effettivamente nell’ultima scena, senza sapere che si sta spegnendo, ma nel tentativo di svegliarlo Nandor gli SFONDA LA FACCIA con la mano.
Al momento in cui scrivo la morte di Colin, che sembrerebbe proprio certa, non è però stata confermata definitivamente dagli autori dello show o dal suo interprete Mark Proksch. Poi certo, la situazione sembra davvero complicata, ma in questa serie c’è anche una versione di Nadja incarnata in una bambola. Un modo si trova, voglio dire. E io lo spero, perché sì, le morti improvvise e strazianti mi piacciono, ma pure Colin Robinson mi piace!