Midnight Mass – Netflix: occhio che questa può essere una bomba di Marco Villa
I primi episodi di Midnight Mass ci consegnano una serie potente, che può esplodere da un momento all’altro
Se state cercando l’horror classico da saltello sulla sedia, non siete nel posto giusto. Disponibile dal 24 settembre su Netflix, Midnight Mass è una storia di tutt’altro tipo. Che gioca tutto il suo essere horror sulla tensione crescente e su un luogo che è abitato da un male tanto presente, quanto difficile da cogliere.
Midnight Mass è ambientata a Crockett Island, immaginaria isoletta al largo dello stato di Washington. Poco più di un centinaio di abitanti, economia locale che ruota intorno alla pesca e che è stata messa a dura prova da uno sversamento di petrolio avvenuto qualche anno prima. Questo evento è uno spartiacque per Crockett Island, che al momento è in una fase di crisi. Una crisi che è economica, ma anche personale ed è esemplificata dal personaggio di Riley (Zach Gilford, il Matt Saracen di Friday Night Lights), che torna sull’isola dopo aver scontato quattro anni di carcere per aver ucciso una ragazza, mentre guidava ubriaco.
È con lui che arriviamo sull’isola e scopriamo un mondo che ruota in maniera implacabile intorno alla religione, con la locale chiesa (cattolica) a fare da vero centro del posto. Legato alla chiesa è anche l’altro evento che fa muovere la trama di Midnight Mass, insieme al ritorno di Riley. Si tratta dell’arrivo di padre Paul (Hamish Linklater di Legion), il prete che sostituisce l’anziano monsignor Pruitt, ovvero l’uomo che da una vita dice messa in paese. Padre Paul si butta con dedizione nel suo compito, parlando esplicitamente e a più riprese di come il paese debba risorgere, debba ripartire con una nuova vita per superare le difficoltà del presente. Del resto, tutti gli abitanti sembrano aver bisogno di un nuovo inizio, a cominciare da Erin (Kate Siegel, già nel dittico Hill House e Bly Manor), che è incinta e che un’amica di infanzia di Riley.
Nei primi due episodi, quelli che abbiamo visto al momento di scrivere questo pezzo, si percepisce l’esistenza di una presenza malvagia, che però si esplicita in una strage di gatti e in qualche fugace apparizione nel buio. È evidente che la costruzione di questo aspetto avverrà nei prossimi episodi, ma un male molto pervasivo è già presente: è un male che sembra nascere dal paese stesso, in una modalità non lontana da quanto accaduto mille volte nei romanzi di Stephen King, con quel suo Maine in apparenza quasi incontaminato, ma in realtà talmente malvagio da dar vita a mostri di vario tipo. Di natura sovrannaturale, certo, ma soprattutto di natura umana, come la Bev di Midnight Mass (Samantha Sloyan), rappresentazione della donna di chiesa fanatica e crudele.
Crockett Island è un posto di questo tipo e, nei suoi primi episodi, Midnight Mass riesce a mostrarlo con efficacia, nonostante l’azione non sia certo abbondante, anzi: è una scelta forte, che non a caso arriva da uno degli autori più apprezzati degli ultimi anni, quel Mike Flanagan che ha firmato il già citato dittico delle case infestate Hill House e Bly Manor, senza dubbio tra le serie horror più interessanti degli ultimi anni.
La partenza, insomma, è delle più promettenti, con la creazione di una cappa insopportabile e opprimente data dall’incrocio di cattolicesimo esasperato e disperazione personale. Dovesse trovare la giusta misura anche dal punto di vista dell’azione, Midnight Mass sarebbe una delle serie dell’anno. Ma di questo torneremo a parlare, in caso.
Perché guardare Midnight Mass: perché in poco tempo costruisce un’ambientazione che lascia il segno
Perché mollare Midnight Mass: perché cercavate l’horror da saltello sulla sedia e non ci siamo proprio