Scenes from a marriage – HBO: dramma borghese in cinque atti di Marco Villa
Scenes From a Marriage è il remake della serie di Ingmar Bergman ed è un’eccezionale prova di recitazione e messa in scena
C’è un minuto scarso, all’inizio di Scenes From a Marriage, che lascia piuttosto sospesi. Seguiamo Jessica Chastain mentre cammina sul set, qualcuno la chiama per nome, lei si scioglie la muscolatura, ringrazia la ragazza che le ha fatto da stand-in, si siede al suo posto, motore gira, azione e inizia a recitare. È l’apertura della serie, che da lì in avanti procederà con scene di puro dialogo. Di fatto, questa introduzione è forse il passaggio più dinamico di tutta la prima puntata. Non è questo, però, il punto più interessante della questione, quanto il fatto che il regista e autore Hagai Levi ha ritenuto importante dover mostrare il momento in cui l’interprete entra nel ruolo, come a voler separare realtà e finzione, persona e personaggio.
Del resto, Scenes From a Marriage (dal 12 settembre su HBO, dal 20 su Sky Atlantic e NOW TV e già presentata integralmente a Venezia) è una serie che punta tutto sull’immedesimazione, che scommette sul fatto che il proprio spettatore medio riveda o tema di rivedere sullo schermo delle dinamiche che vive (più o meno) quotidianamente. Scenes From a Marriage è un dramma famigliare, remake dell’omonima serie (poi ridotta a film) di Ingmar Bergman, datata 1973. Il punto di partenza è di quelli importanti, perché Bergman ha sempre fatto dello scavo interiore una delle proprie caratteristiche fondanti e scavare in un matrimonio è tanto ambizioso, quanto garanzia di trovare materiale umano interessante.
Il matrimonio in questione è quello tra Mira e Jonathan, rispettivamente Jessica Chastain e Oscar Isaac. Lei è manager di un’azienda tech, lui un accademico. La serie si apre (come l’originale di Bergman, da cui poi si discosta) con una intervista a cui i due vengono sottoposti: fa parte di una ricerca che indaga sui rapporti tra moglie e marito quando è la donna a guadagnare sensibilmente di più. È questo il caso e le domande dell’intervistatrice sono il modo perfetto per far emergere fin da subito le tensioni latenti nella coppia. Tensioni che vengono acuite da una cena con una coppia aperta vicina all’auto-distruzione e vengono portate al limite estremo da una notizia che non vado a spoilerarvi. Quella raccontata da Scenes From a Marriage è una coppia sull’orlo della crisi, anche se non lo sa o fa finta di non saperlo e la prima puntata è un chiaro esempio di quello che andremo a vedere: pochissima azione, dialoghi precisi e affilati, ottime interpretazioni. Nel titolo abbiamo parlato di atti, perché siamo di fronte a un prodotto che ha un chiarissimo impianto teatrale e non è un caso che sia stato realizzato in una fase ancora segnata dai problemi dati dal Covid.
Nonostante la staticità delle scene, Scenes From a Marriage non è mai ferma, perché è attraversata da una tensione elettrica costante: Hagai Levi, Jessica Chastain e Oscar Isaac fanno un lavoro tremendo per tenere sempre alta l’attenzione. In particolare i due interpreti sono in grado di restituire sullo schermo due personaggi complessi, che fin dalle prime battute dimostrano di non essere appiattiti su nessun tipo di stereotipo di genere. È questa la chiave vincente di Scenes From a Marriage, quella che può permettere alla serie non solo di tenere botta sulla lunga distanza, ma anche di crescere e arricchirsi. Perché la serie di HBO è bella fin da subito, ma ha i margini per diventare qualcosa di davvero importante.
Perché guardare Scenes From a Marriage: per il livello altissimo di scrittura, regia, interpretazione
Perché mollare Scenes From a Marriage: perché non sopportate le serie fatte solo di gente che parla