Dr. Death – Il chirurgo assassino con la faccia di Joshua Jackson di Marco Villa
Dr. Death racconta la storia (vera) di un medico che non sa operare, ma opera lo stesso. Ansia.
Ormai lo sapete: tutti i network, di qualsiasi forma e dimensione, stanno facendo partire i propri servizi di streaming. Giusto così, perché c’è una fetta sempre più grande di pubblico (soprattutto giovane) che la televisione vecchio stile nemmeno sa cosa sia. Peacock è la piattaforma online di NBC, ne abbiamo già parlato diverse volte, anche in toni irriguardosi per via di alcuni titoli come il sequel di Saved By The Bell (ovvero Bayside School) o l’idea di rifare Willy, il principe di Bel Air in versione drama. Oggi però parliamo di Peacock e parliamo di Dr. Death, una serie di cui è davvero difficile dire male.
Rilasciata negli Stati Uniti il 15 luglio e in arrivo il 12 settembre in Italia su StarzPlay, Dr. Death racconta la storia di un medico che perde il controllo di sé e della propria psiche, trasformandosi nell’esatto opposto di quello che viene chiesto a chi esercita la sua professione: non è più qualcuno che cura, ma qualcuno che provoca danni e – spesso – uccide. Il medico in questione si chiama Christopher Duntsch, è realmente esistito e nella serie è interpretato dal nostro amico Joshua Jackson. Dr. Death inizia dalla fine, ovvero da quando Duntsch viene in qualche modo scoperto: a farlo sono due colleghi chirurghi dell’ospedale in cui si è trasferito da poco, spaventati dalla mole di errori commessi nell’arco di una sola settimana, con conseguenze anche fatali sui pazienti.
La serie ricostruisce poi i passaggi che hanno portato fino a quel punto, mostrando come Duntsch sia un misto di incompetenza e arroganza, due elementi che in qualche modo si nutrono a vicenda: gli mancano le abilità per compiere gli interventi chirurgici e maschera queste mancanze con un ego spropositato, arrivando ad autoconvincersi di essere un genio incompreso della medicina. La storia vera di Duntsch è incredibile, un incrocio tra burocrazia (sulla carta il cv del chirurgo è impressionante) e malvagità personale che lascia a bocca aperta e Dr. Death riesce a raccontarla con efficacia, grazie in primo luogo a un cast che, oltre a Jackson, mette in fila anche Alec Baldwin e Christian Slater, che interpretano proprio i due medici che fanno scoppiare il caso.
Creata da Patrick McManus, che l’ha adattata da un suo podcast del 2018, Dr. Death è una serie che funziona sotto ogni aspetto. Abbiamo detto che viene distribuita su Peacock, ma potrebbe agilmente essere una serie di NBC, visto il suo taglio classico. Non ci sono rivoluzioni dal punto di vista narrativo o stilistico, perché tutto è improntato alla solidità dell’impianto generale. Dr. Death è una serie che lascia allo spettatore un’angoscia non da poco, che è alla base del progetto stesso. Quando guardiamo un medical, infatti, la nostra tensione dipende dal non sapere se un determinato intervento avrà successo o meno, con conseguente sopravvivenza o morte del paziente. In Dr. Death siamo nello stesso identico setting, con sala operatoria e un chirurgo che chiede gli strumenti, ma sappiamo già che le cose andranno male, se non malissimo: la tensione da medical sfuma quasi in quella da horror, genere in cui abbiamo la consapevolezza che la speranza di salvezza è sempre ridotta al lumicino.
Questo cambio di prospettiva è l’elemento più interessante di Dr. Death, una serie che meriterebbe senz’altro più visibilità. Fosse su Netflix, per dire, andrebbe facilmente in testa alle classifiche di visione, perché il suo toccare un elemento intoccabile come la fiducia nei medici è qualcosa che lavora nel profondo dello spettatore. Ed è un ottimo spunto per costruire una narrazione di peso.
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