The White Lotus – HBO: una serie difficile da incasellare di Marco Villa
Il primo episodio di The White Lotus non si fa rinchiudere in una definizione: tante idee, un bel tono e la voglia di continuare a guardare
“Ho visto la prima di The White Lotus, mi è anche piaciuta, e non so assolutamente dire che genere sia”. Non so se sia il caso di usarla come quote da mettere su un poster promozionale, ma è il primo commento che mi ha mandato il Castelli dopo aver visto la prima puntata di The White Lotus, serie HBO che arriverà su Sky Atlantic il 30 agosto. Quella frasetta, per alcuni potrebbe essere una stroncatura impietosa, ma se conoscete Serial Minds e come la pensiamo, sapete anche che più una cosa è difficile da inquadrare e più noi ce ne innamoriamo.
E The White Lotus è così: difficile da definire. Il primo episodio è quasi esclusivamente di setting e arrivati al termine dei 50 minuti accade quello che deve essere sempre l’obiettivo primario di un pilot: ne vuoi di più, vuoi sapere dove andranno a parare quei personaggi che vengono presentati come se fossero degli stereotipi ambulanti, ma che in realtà sono ovviamente ben più complessi. Il White Lotus del titolo è il nome di un resort di lusso alle Hawaii, dove si ritrovano una manciata di personaggi che a vario titolo possono essere riassunti come ricchi&nevrotici. Parlavo di stereotipi perché è così che vengono introdotti, mentre si trovano sulla barca che li porta al resort e due ragazze li passano in rassegna provando a indovinarne la biografia basandosi solo su apparenza e comportamenti.
Ci sono Shane (Jake Dacy, il “bravo ragazzo” di High Fidelity) e Rachel (Alexandra Daddario), coppietta in luna di miele che si è sposata a pochi mesi dal primo incontro e sta iniziando a conoscersi solo adesso; c’è la famiglia Mossbacher, ovvero donna manager che controlla tutto (Connie Britton, sempre ottima), marito in crisi personale e due figli + amica della figlia in quella fase di noia che è sempre alla base di qualsiasi caratterizzazione di un teenager; e c’è Tania (Jennifer Coolidge), sessantenne in cerca di un centro di gravità anche non permanente. Questi sono gli ospiti, perché poi ci sono i lavoratori dell’hotel, capeggiati da Armond (Murray Bartlett), direttore che cerca di far filare tutto liscio, anche quando è evidente che nulla potrà funzionare – bellissimo in questo senso lo scontro a denti stretti con il neo-sposo Shane.
La forza di The White Lotus è un’ambientazione molto chiara, che si divide però in quelli che potremmo definire cluster, ovvero i mondi privati dei vari ospiti e il dietro le quinte dei dipendenti dell’albergo. Si tratta di situazioni molto definite, che hanno la forza per reggere una narrazione autonoma e che poi vengono messe in contatto tra loro. Se fossimo in una trama thriller, ogni personaggio sarebbe coinvolto in una trama comune e la sua sfera personale sarebbe usata per motivare le sue azioni. In The White Lotus è un po’ il contrario, perché al momento una trama comune non c’è, l’unico elemento che unisce i personaggi è il luogo, ma ognuno ha la sua storia. Certo, c’è il personaggio di Armond che fa da collante tra tutti, ma anche in questo caso si tratta di un collante piuttosto labile.
Oltre a questa decentralizzazione del racconto, The White Lotus si fa notare anche per un senso dello humour piuttosto particolare e tendente al cupo. Vi basti sapere che nel primo episodio si riesce anche a ridere del momento in cui uno dei personaggi viene messo in attesa dal suo medico, che sta per dirgli se ha un cancro oppure no. Il risultato di tutto questo è un’atmosfera di perenne sospensione, sottolineata da una fotografia che vira ai toni caldi che distorce il senso di realismo.
Come si diceva in apertura, però, il merito maggiore di The White Lotus è di invogliare a continuare la visione, senza cliffhanger particolari, né una trama che non lascia scampo. Lo fa con un’identità forte che promette di strutturarsi e di diventare ancora più originale. Complimenti a Mike White, che scrive e dirige tutti gli episodi.
Perché guardare The White Lotus: perché il primo episodio spiazza in modo molto intrigante
Perché mollare The White Lotus: perché no cliffhanger, no party