Sex/Life – Netflix: un softcore piuttosto imbarazzante di Marco Villa
Sex/Life è la versione Netflix dei romanzi Harmony: grandi passioni amorose, tanto sesso, pessima scrittura
Lo sapete: a Serial Minds siamo laici. Cerchiamo sempre di evitare di inveire contro le serie, anche quelle che non ci piacciono, a patto di trovare un senso per la loro esistenza, che di solito significa: capire quale pubblico può apprezzarle. Perché è normale: tanti pubblici, tanti gusti. A volte, però, la faccenda sfugge di mano e così pur avendo ben chiaro il tipo di pubblico per cui una serie è stata pensata ed essendo tutto alla luce del sole, beh il senso laico di Serial Minds incontra il suo limite e si ferma. È il caso di Sex/Life, che non è ultima nella nostra classifica solo perché quest’anno abbiamo visto il buco nero della serialità contemporanea, ai più noto come Che fine ha fatto Sara?
Sex/Life è disponibile su Netflix dal 25 giugno ed è un misto tra un romanzo Harmony, di quelli con il maschione dal capello fluente e la donzella con il volto di tre quarti e lo sguardo perso (vedi foto in apertura), e un soft core che ci ha provato, ma alla fine ha tirato il freno a meno. La storia è quella di Billie, madre di famiglia che vive una ricca vita provincia con l’uomo dei sogni. Un bambino di tre anni, uno appena nato e tutto che fila nel verso giusto. Se non fosse che il marito tende un po’ a trascurarla in camera da letto e lei va con il pensiero alla sua vita prima di diventare Miss perfezione, ovvero la vita di una ragazza che si divertiva e si sapeva divertire a Manhattan e che aveva una relazione focosissima con il classico bello & dannato, che finirà però per farla soffrire. Lei sfoga queste frustrazioni su un diario, il marito le legge e dà vita a una sorta di gioco perverso in cui lui finisce per essere ossessionato dall’ex della moglie proprio mentre lei ricomincia a sentirlo, scoprendo che lui tornerebbe con lei in tempo zero.
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Intreccio amoroso abbastanza classico, raccontato con scene di sesso frequenti e accese, che sono un vero e proprio perno narrativo della serie: Sex/Life punta tantissimo su questa parte, sperando di diventare un caso e di porsi come una sorta di versione seriale di 50 sfumature di grigio, senza la parte sadomaso. Dicevamo in apertura: scelta legittima, perché proprio la saga letteraria e cinematografica di Mr. Scopoforte dimostrano l’esistenza di un pubblico estremamente ricettivo a questo tipo di narrazioni. Peccato che Sex/Life (esattamente come 50 sfumature) sia una cosa inguardabile, messa in scena con i peggiori cliché del genere e soprattutto scritta malissimo. Vi lascio due righe che mi sono appuntato durante una scena in cui Billie scrive sul suo diario i propri sentimenti ripensando alla relazione del bel tempo che fu: “L’intensità delle nostre conversazioni era inebriante, godevo del fatto che ero l’unica persona sul pianeta terra che vedeva cosa c’era sotto la sua corazza dura come la roccia”.
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Capite che già il tasso di doppiosensimo è oltre il livello di guardia, ma si tratta anche di una spia rivelatrice di come l’autrice Stacy Rukeyser (Greek, One Tree Hill e Unreal nel suo cv) spari ad alzo zero, senza timore alcuno. Sex/Life è tutta giocata sul triangolo amoroso Billie-marito-ex, dove Billie e l’ex sono nettamente le parti forti, in termini di carisma e di intesa. Billie è Sarah Shahi, attrice su cui qualche anno fa avrei scommesso tanto dopo Life: nel tempo si è un po’ persa, ma ritrova qui un ruolo da protagonista, che senz’altro le darà anche grande popolarità. L’ex, che si chiama Brad, è invece l’australiano Adam Demos, che ha già lavorato in Unreal, che sul set si è fidanzato proprio con Shahi e che soprattutto ha lasciato ai posteri una scena di nudo full frontal che sta facendo la gioia dei siti di mezzo mondo. Il marito? Beh, è Mike Vogel una specie di Homelander di The Boys senza poteri.
Eh niente, è tutto qui: tutto come potreste immaginarlo, ma un po’ peggio, con momenti zarrissimi e altri in cui tutti sono convinti di stare facendo una cosa intensa, dove il livello di intensità sono i pianti di Ex On The Beach. Ciononostante, Che fine ha fatto Sara? rimane peggiore. Mamma mia, che zozzeria.
Perché guardare Sex/Life: perché avete voglia di un quasi softcore
Perché mollare Sex/Life: perché a quel punto tanto vale farsi davvero del male con Sara
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