Debris – NBC: Orfani di X-Files e Fringe, questa serie è per voi di Marco Villa
Debris, ovvero “detriti”: quelli che piovono dal cielo dopo l’esplosione di una nave aliena e che una coppia di investigatori deve recuperare
L’avete letto nel titolo, quindi inutile girarci intorno: Debris è una serie che farà felici i fan di Mulder & Scully e di Bishop & Dunham. Come in X-Files e Fringe, c’è un evento macro che provoca tanti eventi micro, al centro delle singole puntate: un meccanismo che fa tanto tv generalista di una volta, ma portato avanti con un linguaggio contemporaneo.
Ma veniamo ai fatti. Debris è in onda dal primo marzo su NBC. Esatto, NBC: una rete generalista e se seguite Serial Minds sapete bene che ormai è molto difficile che da queste parti si spinga prodotti che arrivano da quel mondo. Creata da J.H. Wyman (già autore di Fringe e Almost Human), Debris si spiega dando la traduzione del titolo: detriti. Non un titolo accattivante, va detto, ma estremamente chiaro: i detriti in questioni sono quelli provocati dall’esplosione di una astronave aliena. La nave scoppia e una quantità enorme di detriti inizia a cadere sulla Terra: si tratta di tecnologia aliena, di materiali sconosciuti agli umani e con caratteristiche e specificità uniche. I detriti cadono dappertutto e polizie e servizi segreti di tutto il mondo si organizzano per recuperare ogni singolo reperto, per studiarlo. Come sempre, la legge della domanda e dell’offerta fa sì che si sviluppi anche un mercato nero, con soggetti poco trasparenti che fanno concorrenza alle istituzioni per arrivare prima sui detriti e rivenderli a compratori interessati.
Al centro di Debris ci sono Bryan Beneventi (Jonathan Tucker, uno che ormai ha un cv lungo così, Westworld e City on a Hill, i lavori più recenti) e Finola Jones (Riann Steele, attrice inglese già in Lovesick, tra gli altri). Il primo è un ex marine statunitense, la seconda è un’agente dell MI6, il servizio segreto britannico, nonché figlia di uno dei primi scienziati ad avere studiato i detriti, poi scomparso. I due formano una coppia di investigatori che gira gli Stati Uniti (il mondo? Lo scopriremo) inseguendo le segnalazioni di nuovi detriti. E in occasione di ogni ritrovamento si scopre un pezzo diverso di astronave, con dei poteri differenti: da materiali con un peso specifico devastante a componenti che permettono di teletrasportarsi, fino a forme senzienti in grado di entrare nei ricordi delle persone.
Ed è esattamente qui che Debris si pone sulla strada di X-Files e Fringe, portando ogni settimana sullo schermo un evento straordinario da indagare e risolvere. Da questo punto di vista, Debris non propone nulla di nuovo, se non il presupposto iniziale che fa muovere tutto. Per il resto, dal tipo di eventi fino alla coppia di investigatori, la serie si inserisce in un filone estremamente chiaro, senza peraltro volerlo nascondere. Il vero merito di Debris è quello di essere un procedurale fatto e finito, ma di non appartenere a un’altra epoca televisiva: non mancano gli spiegoni per entrare nella psicologia dei protagonisti, ma ritmo e messa in scena sono assolutamente contemporanei. Sono passati oltre dieci anni dall’esordio di Fringe e Debris ne è pienamente consapevole, aggiornando al tempo presente il racconto. È una serie che non sorprende, ma che funziona e che potrà avere i propri estimatori. Resta solo un elemento da valutare, non da poco: riuscirà a creare un immaginario forte come le due serie a cui fa riferimento? La forza di Debris dipenderà da questo.
Perché guardare Debris: perché si mette in scia a titoli molto amati
Perché mollare Debris: perché potrebbe avere poco respiro