Ginny & Georgia – Netflix: Gilmore Girls incontra Desperate Housewives di Maria Laura Ramello
Una madre (giovane), una figlia (ancora più giovane, ovviamente), tanto tempo passato in caffetteria: Gilmore Girls, certo. Ma non solo.
Cosa saresti disposto a fare per salvare la tua famiglia? Mai frase di lancio fu tanto abusata nel mondo della serialità televisiva come nelle ultime settimane. E se da una parte abbiamo il giudice Walter Whit… – ah no scusate – il giudice Michael Desiato di Bryan Craston, che in Your Honor affonda in un abisso infernale per proteggere suo figlio, dall’altro abbiamo Georgia Miller, astuta cinica manipolatrice pronta ad uccidere col sorriso per il bene dei suoi bambini.
Di Your Honor sapete già, qui vi raccontiamo Ginny & Georgia, ultima serie da binge watching arrivata in casa Netflix e già ribattezzata “Una Gilmore Girls con le tette”. Che incontra Desperate Housewives. Ed è molto più di entrambe in quanto a stratificazione.
Come Gilmore Girls, Ginny & Giorgia racconta la storia di una mamma (Georgia) e una figlia (Virginia/Ginny) separate da solo 15 anni d’età. Come in Gilmore Girls, entrambe spendono parecchio tempo in una caffetteria, i dialoghi al vetriolo sono velocissimi e lo show si concentra su difficili dinamiche familiari, ritorni di fiamma con gli ex, e conflitti di classe, oltre che razziali (Ginny ha la mamma bianca e il papà nero).
A differenza di Lorelai, però, Georgia (Brianne Howey) è un personaggio complesso, che nasconde sotto la superficie da sex bomb molto più di quel che vuole far sapere a chiunque, figli (ha anche un maschietto avuto da un altro compagno) compresi.
Grazie a continui flashback scopriamo – SPOILER OF COURSE – che a soli 14 anni è scappata di casa da un patrigno che la violentava, per finire tra le braccia di un bellimbusto in anno sabbatico col quale ha avuto Ginny. Da lì pur di sopravvivere e dare alla sua piccola tutto quel che non ha mai avuto, ha fatto di tutto, il che significa che ha spesso infarto la legge.
A rendere Ginny & Georgia un trash show irresistibile è proprio la ricchezza di generi che contiene. È un po’ crime drama: un investigatore privato inizia a indagare su Georgia convinto che abbia fatto fuori il suo ex marito; è un po’ romance: Ginny (Antonia Gentry) si trova a dover decidere tra il cattivo ragazzo, gemello della sua migliore amica gay, e il bravo ragazzo che dimostra 40 anni anche se ne ha solo 16 (indovinate con chi perderà la verginità? Esatto, lui). È un po’ teen drama: essere adolescenti in America è difficile, l’abbiamo capito; è un po’ political dramedy: dal momento che Georgia inizia a lavorare per il sindaco della cittadina che non può permettersi di perdere le vicine elezioni. Ma c’è dentro anche del dark humor in scia alla già citata Desperate Housewives, atmosfere alla How To Get Away With Murder, adolescenti a la Euphoria e una deriva Breaking-Badiana (si dice?)
Troppa roba? Forse. Ma a tenere unito il tutto, e a fare la buona riuscita dello show, è la riflessione sull’identità. Se le parti dedicate alla mamma Georgia, faticano ad avere sempre una certa forza, quando è Ginny la protagonista gli autori danno il meglio di sé. La ragazza, alle prese con un mondo che non la identifica né come bianca, né come nera, deve vedersela con compagni di classe viziati, professori razzisti, tensioni sessuali, tempeste emotive e disparità sociali. Pur con tutti i cliché del caso, lo show funziona perché ci regala una giovane protagonista in cui è impossibile non rivedere se stesse adolescenti. Allo stesso tempo fragile e decisa, insicura e spietata. La vediamo commettere errori e comportarsi da vera stronza, eppure ogni sua azione è giustificata a comprensibile.
Non stupisce che nel finale di stagione sia lei a spiccare il volo, pronta a prendere in mano le redini della sua vita. O a schiantarsi alla prima curva.
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