Serial Moments 463 – Dal 24 al 30 gennaio 2021 di Diego Castelli
Purgatori commoventi, proprietari di treni e attrici incazzate
ATTENZIONE! SPOILER FINALMENTE GIALLI DI THE STAND, AMERICAN GODS, SNOWPIERCER, STAGED E WANDAVISION
5.The Stand 1×07 – Brutta fine
Purtroppo le impressioni iniziali su The Stand sono state via via confermate, e quella che abbiamo fra le mani è una serie abbastanza godibile, ma significativamente lontana dal livello raggiunto dal romanzo da cui è tratta. Del settimo episodio mi va però di citare la morte di Harold, più che altro per l’impressione che suscita dal puro punto di vista visivo: prima il nostro finisce fuori strada con la moto e rimane trafitto dai rami di certi tronchi caduti. Poi decide di uccidersi, non prima di aver mangiato un’ultima merendina, quando si rende conto che tanto nessuno lo aiuterà. Poi lo rivediamo in forma di cadavere completamente martoriato dagli uccelli, carcassa spolpata di ogni gloria dopo un ultimo tratto di vita segnato da niente più che rabbia, frustrazione e delusione. Quanta amarazza.
4.American Gods 3×03 – Purgatori
Nel terzo episodio stagionale di American Gods mi interessa poco di Odino e Shadow, mentre ho trovato molto più stuzzicante i primi passi nell’aldilà di Laura, che si è trovata a rivedere scene della sua infanzia per scoprire che no, non era stata lei la causa della separazione dei suoi genitori, perché era solo una bambina spaurita che al massimo è stata vittima delle circostanze. Un momento sorprendentemente toccante, ben messo in scena in un’atmosfera dal sapore retrò. Ma a un certo punto lei tornerà viva, sì? E Sweeney che fine ha fatto?
3.Snowpiercer 2×01 – Wilford, sei proprio tu?
La prima stagione di Snowpiercer mi era piaciuta perché, pur non essendo un capolavoro assoluto, era una serie basata su un’idea forte, in cui succedevano un sacco di cose in ogni episodio. L’esordio della seconda stagione prosegue sulla stessa falsariga, e non annoia mai durante tutti i 50 minuti circa. Il serial moment direi che è scontato, e peraltro adeguatamente spoilerato dalla stessa produzione che evidentemente ci teneva a celebrare il nuovo arrivo nel cast: a interpretare il signor Wilford, che sul finale della prima stagione arrivava ad agganciare lo Snowpiercer, c’è Sean Bean, ex Ned Stark di Game of Thrones, nonché Boromir de Il Signore degli Anelli, nonché un sacco di altre cose. Un attore prestigioso dal carisma innegabile, che dovrebbe dare nuovo pepe a una storia che, con i soli personaggi dello Snowpiercer, aveva forse finito il carburante. Ora resta solo una domanda, che tutti si pongono quando vedono Sean Bean. Non “se morirà”, ma “quando morirà”. Staremo a vedere.
2.Staged 2×07 – Phoebe e Cate
Dopo i molti casting del precedente episodio, Michael e David vengono a scoprire che la nuova versione americana di Staged potrebbe essere virata al femminile, con protagoniste Phoebe Waller-Bridge e Cate Blanchett. La comparsata delle due attrici è semplicemente perfetta, adorabile, comicissima, specie nella diatriba fra Phoebe e David, che scopriamo avere trascorsi maligni sul set di Broadchurch. Una vera chicca.
Ho trovato questo episodio anche superiore al successivo finale di stagione, che però vale comunque la pena citare perché molto puccioso, non fosse altro per il fatto che per la prima volta dall’inizio della serie i due protagonisti si trovano effettivamente a recitare nello stesso posto, divisi solo dal vetro di un finestrino.
1.WandaVision 1×04 – Un po’ di realtà
Ho letto opinioni contrastanti circa il quarto episodio di WandaVision, divise fra chi bramava qualche brandello di informazione circa quello che stavamo effettivamente guardando (e ha quindi ricavato soddisfazione) e chi invece era così rapito dall’ambientazione e dallo stile sitcomoso, da non volersene allontanare tanto presto. Per parte mia, sono felice. Ho amato l’inizio particolarmente spiazzante e giocoso di WandaVision, ma sono anche qui per vedere che diavolo sta succedendo a un personaggio proveniente da un ambiente diverso. Paul Bettany, interprete di Vision, aveva detto che il quarto episodio ci avrebbe mandato fuori di testa, e secondo me non è stato esattamente così perché, in effetti, quello che si è visto era in larga parte già previsto: Wanda vive all’interno di un mondo di sua stessa creazione, per motivi che ancora non sappiamo e che continuiamo a non sapere, nonostante il quarto episodio ci abbia mostrato un “esterno” in cui agenzie governative di vario genere cercano, come noi, di capirci qualcosa. A piacermi molto, però, è stata la capacità di mettere insieme tanti pezzi del puzzle in un ingranaggio coerente e divertente: la scoperta che i personaggi che vediamo sono effettivamente persone piegate al volere di Wanda (o almeno così pare); la trasformazione vintage subita da ogni oggetto o persona che superi il confine della cittadina; il fatto che all’esterno giunga un segnale che effettivamente mostra la stessa sitcom che noi abbiamo visto; il ritorno della simpatica Darcy (Kat Dennings) che non vedevamo dal secondo capitolo di Thor; la solita cura dei dettagli che, per esempio, cambia il formato dell’immagine da 4:3 a 16:9 quando il mondo esterno riesce a penetrare nella percezione auto-distorta di Wanda, per poi tornare in 4:3 quando la stessa Wanda riprende il controllo della sua illusione. Tutti elementi ben dosati, snocciolati al punto giusto, in una puntata-spiegone che non risulta mai pesante, riesce anzi a darci l’idea di aver ottenuto molte informazioni, trattenendone però molte altre.
E se vogliamo un serial moment specifico, allora cito il momento in cui Wanda vede Vision in versione “cadavere ambulante”. È il momento più inquietante perché, dopo aver scoperto che Wanda manipola i vicini di casa realmente esistenti, la deduzione più semplice è che stia muovendo anche il cadavere di Vision come una specie di burattino metallico con cui interagisce nei modi più vari.
Magari scopriremo che non è così, ma intanto brrr, brividoni.