23 Novembre 2020

Serial Moments 453 – Dal 15 al 21 novembre 2020 di Diego Castelli

Tornado in bianco e nero, barbe grigie e biscotti azzurri

ATTENZIONE! SPOILER MASCHERINATI DI GREY’S ANATOMY, THE MANDALORIAN, THE UNDOING, FARGO, THE GOOD LORD BIRD

5.Grey’s Anatomy 17×03 – Costanza
No, non voglio più parlare di Derek, per quanto verso fine episodio ci sia Meredith che corre sulla spiaggia, inciampa, cade e si impasta con la faccia per terra in un modo che mi ha fatto molto ridere. Volevo solo dire che mentre The Good Doctor ha proposto due puntate a tema-Covid, salvo poi tornare in un suo mondo dove la pandemia non esiste (con introduzione del protagonista che in pratica diceva “noi ora facciamo finta, ma voi ricordatevi che c’è l’emergenza”), Grey’s rimane incollata alla realtà e continua a far vivere i suoi personaggi in un ospedale in cui il virus è ben presente e continua a imporre rigidi protocolli. Beh, che dire, punto per Grey’s, così di fa. E al Buon Dottore, shame on you, cos’è sta pigrizia?

4.The Mandalorian 2×04 – Biscotti!
Sentite io ho provato a non metterlo, mi son detto “dai, è una cosa veramente piccola, non è che ogni volta ci possiamo sciogliere per la pucciosità di sto pupazzo”. E invece no, lo metto lo stesso. Perché il Child che ruba i biscotti a scuola e poi si entusiasma durante la battaglia contro gli imperiali manco fosse sulle montagne russe, è una roba da portarsi nel cuore e basta. Lui e Gina Carano, che al suo ritorno è ancora più thicc dell’anno scorso e ci ispira pensieri bellicosi.

3.The Undoing 1×04 – E bravo Hugh
Finora, parlando di The Undoing, abbiamo molto elogiato il lavoro di Nicole Kidman, ma è giunta l’ora di dare a Hugh quello che è di Hugh. In questo episodio, il nostro ex sovrano delle commedie romantiche crea una tensione pazzesca semplicemente oscillando in continuazione, in maniera sempre sottile e mai caricaturale, fra il fedifrago tutto sommato pentito e quindi perdonabile (ma soprattutto innocente) e il losco mentitore che nasconde ancora qualcosa che non sappiamo. Alla fine, The Undoing si continua a reggere su quello, sulla possibilità o meno per Grace, e per noi, di credere al marito traditore quando si professa innocente dell’omicidio, e in questo episodio Hugh Grant ci rende difficilissimo scegliere fra le due opzioni. L’intervista in tv, a fine puntata, è poi un gran pezzo di televisione, con Grace costretta a guardare il marito confessare di aver amato Elena (ma poi sarà vero? O lo dice solo per ingraziarsi il pubblico?) mentre le inquadrature ravvicinate sulla tensione dei protagonisti ci entrano sottopelle impedendoci di sbattere le palpebre. Tanta roba.

2.Fargo 4×09 – The Future is Now
Dopo le sparatorie dell’episodio precedente, una puntata che lascia in sospeso quella storia preferendo concentrarsi sul duo Rabbi-Satchel. E per quanto volessi vedere il prosieguo della faida ormai lanciatissima che rappresenta la trama principale della stagione, questo è stato proprio un bell’episodio, in pieno stile Fargo. Questo a partire dalla fotografia quasi tutta virata a un bianco e nero che mette in un risalto realmente anni Cinquanta piccole vicende dal sapore surreale – come la cena dei due protagonisti con una strana compagnia di buffi personaggi, in un hotel sulla via della fuga – oppure uno scontro finale con Calamita in mezzo al tornado, che trasmette le stesse sensazioni di certi mega drammi epocali propri di un cinema che, dal punto di vista visivo e simbolico, sostanzialmente non esiste più. Su tutto, la presa in giro del cartello “The Future is…” che rimane monco per tutto l’episodio, salvo rilevare alla fine che il futuro è, o sarebbe, “adesso”. Somma delusione per il povero Rabbi: se anche il futuro è adesso, non è poi sto gran futuro.

1.The Good Lord Bird 1×07 – L’inizio della rivoluzione
Considerando che la miniserie romanza, senza stravolgerli, eventi realmente accaduti, chiunque si fosse fatto prendere dalla curiosità andando ad approfondire, già sapeva che la storia di John Brown non sarebbe finita bene. Ma è proprio nella capacità di ribaltare, in una prospettiva storica, quel finale teoricamente tragico, che sta la forza del racconto fortemente voluto dallo stesso protagonista Ethan Hawke. È vero, John Brown e quasi tutti i suoi muoiono, ma la scintilla abolizionista che riescono ad accendere soprattutto nelle ultime ore di vita del protagonista, una scintilla su cui poi hanno soffiato intellettuali e persone comuni, permette di rileggere la storia di Brown non come la fine di un tentativo fallito, quanto come l’inizio di un percorso che sarebbe sfociato nella Guerra Civile e, poi, sarebbe giunto all’effettiva abolizione della schiavitù. A commuovere è soprattutto il discorso finale fra John w Onion, in cui ci rendiamo conto che il vecchio bianco ha sempre saputo che la ragazza fosse in realtà un ragazzo, senza che il suo atteggiamento cambiasse di una virgola: la vera priorità non era la protezione di Onion in quanto ragazza, bensì in quanto esponente di una generazione nera e giovane, a cui John voleva consegnare un futuro che nessun’altro era disposto a concedergli. Ed è qui che si inserisce il discorso prettamente religioso in cui John sottolinea l’importanza di accettare qualunque cosa Onion sia, perché Dio l’ha voluta/o così, e non c’è motivo di cambiare niente.
Ora spero veramente che arrivi almeno una nomination a globi ed Emmy per la recitazione di Ethan Hawke, perché se c’è un ruolo e un risultato capace di rilanciare una carriera, è questo.



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