Petra – Sky Cinema: una grande Paola Cortellesi di Marco Villa
Petra è la nuova serie thriller di Sky, con Paola Cortellesi a interpretare il personaggio creato da Alice Giménez-Bartlett
Il poliziotto duro e scontroso, segnato dalla vita e dai casi che ha affrontato e che non riesce a comunicare e a legarsi con chi ha intorno. Un personaggio visto e rivisto, letto e riletto, che difficilmente può offrire ancora qualche spunto di novità. Sia al maschile, che al femminile, perché anche questa seconda strada è stata parecchio battuta. Per questo motivo, il primo grande merito di Petra è di avere come protagonista un’investigatrice ad alto tasso di misantropia, che riesce però a sfuggire ai cliché più classici di questo tipo di figura. E non è poco.
Petra è una produzione originale Sky, disponibile dal 14 settembre su Sky Cinema e NOW TV. La sua prima stagione è formata da 4 episodi, tratti dai romanzi di Alice Giménez-Bartlett, pubblicati in Italia da Sellerio. Ambientati su carta a Barcellona, nella versione televisiva le vicende dell’ispettore Petra Delicato, interpretata da Paola Cortellesi, sono spostate a Genova, uno sfondo perfetto con quella sua commistione tra complessità e fascino.
Costruire un personaggio forte e credibile e riuscire a calarlo in trame di livello altrettanto alto: Petra aveva queste due sfide davanti a sé ed entrambe sono vinte. La prima era la più difficile, per i motivi esposti in apertura, ma l’equilibrio di scrittura e interpretazione è eccellente: Paola Cortellesi ha trovato un tono che permette al suo personaggio di essere caratterizzato in modo profondo, senza mai ridursi a stereotipo.
Petra è una donna libera, che non si fa condizionare dagli altri e dagli schemi imposti dalla società: ha due matrimoni alle spalle, non crede più alle relazioni e cerca uomini che la pensino allo stesso modo, per non doversi porre il tema del legame più o meno duraturo. Questo modo di vedere la vita non è rivendicato come una bandiera, ma è la sua semplice quotidianità: così come fa parte della vita di tutti i giorni un atteggiamento mai compiacente, che galleggia tra cinismo e sarcasmo. Una figura complessa, che Cortellesi porta sullo schermo con misura, senza mai perdere il senso della misura nei momenti più drammatici, come in quelli più ironici.
Da questa caratterizzazione discende l’approccio ai casi delle puntate, autoconclusive e di durata superiore agli ottanta minuti. Casi diversi tra loro per ambientazione e sviluppo, che Petra affronta insieme al vice-ispettore Antonio Monte (Andrea Pennacchi), lontanissimo da lei e quindi – per tradizione – perfetto come compagno di lavoro. A livello di racconto e messa in scena, il primo riferimento che viene in mente è Non Uccidere, senza però il carico di dramma che la serie RAI si portava dietro pressoché in ogni scena. La regia di Mariasole Tognazzi è concreta e senza svolazzi, come la città in cui è ambientata la serie, mentre gli showrunner Giulia Calenda, Furio Andreotti e Ilaria Macchia non steccano mai né in termini di intreccio, né in termini di dialogo.
Petra è una serie solida, consapevole del proprio genere e senza alcuna velleità di rivoluzionarlo. Difficilmente diventerà per Sky una nuova hit internazionale, ma nel panorama italiano è di gran lunga tra le più riuscite.
Perché guardare Petra: perché è un giallo ben fatto e per la prova di Paola Cortellesi
Perché mollare Petra: perché è una serie di genere fatta e finita