29 Giugno 2020

Serial Moments 433 – Dal 21 al 27 giugno 2020 di Diego Castelli

Sigle vintage, detective sfigati e accuse pubbliche

ATTENZIONE! SPOILER AFOSI DI AGENTS OF SHIELD, STARGIRL, PERRY MASON, I MAY DESTROY YOU, THE POLITICIAN (TUTTA LA STAGIONE 2), DARK (SOLO LA 3X01)

4.Marvel’s Agents of SHIELD 7×05 – Sigle
Questa settimana i nostri sono stati catapultati negli anni Settanta, e giustamente è partita una sigla della serie (che normalmente neanche c’è) in versione anni Settanta. Son quelle cosine che fan piacere.

3.Stargirl 1×06 – Progressione
Nel sesto episodio di Stargirl assistiamo alla prima, vera battaglia “di gruppo” fra i protagonisti buoni e una parte dei cattivi. Ma al di là della scena in sé, a convincere è il modo in cui gli autori stanno facendo progredire i personaggi, che nello scontro rischiano seriamente di rimanerci, imparano cose nuove su di sé e sui loro poteri, e capiscono (specie la protagonista) di essere ancora ragazzi che hanno bisogno di fare un sacco di gavetta. Sembrerà poca cosa, o magari scontata, ma non lo è, perché spesso, in questo tipo di serialità, la nascita degli eroi viene comunque gestita nel giro di un episodio, e dal secondo sono già tutti espertissimi delle loro abilità. In questo modo, invece, la forma seriale viene sfrutta meglio ed è più facile partecipare del percorso dei personaggi sullo schermo.

2.Perry Mason 1×01 – Sfigaggine
Del debutto di Perry Mason abbiamo già parlato, e in particolare della performance di Matthew Rhys. Proprio a questo riguardo, invece di incollare foto inquietanti di neonati morti, metto questa scena in cui si vede perfettamente, a colpo d’occhio, il lavoro fatto dall’attore sulla sua presenza scenica. Guardate quanto è sfigato e dimesso sto tizio, senza nemmeno bisogno che dica una parola.

1.I May Destroy You 1×05-06 – Consapevolezze
Lo vedi che mi pareva fosse passata troppo in cavalleria? La settimana scorsa la povera Arabella, già costretta a subire i postumi dello stupro che è al centro della narrazione, si è trovata a subire un ulteriore abuso da parte dell’apparentemente buono e caro Zain, che si è tolto il preservativo durante il rapporto. Lì per lì lei aveva gestito la cosa come un niente di che, e mi era parso strano, ma ora capiamo perché: Arabella nemmeno sapeva che era equiparabile a uno stupro, e quando lo scopre si sente ingannata e usata, cosa che la porta a denunciare il vigliacco durante un evento pubblico, dopo il quale la sua accusa diventa virale. Di nuovo, I May Destroy You racconta quello che di solito non si racconta: il viscidume di un abuso che si maschera da pratica legittima; i social come terreno di supporto ma anche di potenziale solitudine; gli errori e le mancanze delle forze dell’ordine, che trattano Arabella con molto rispetto, ma non fanno la stessa cosa con Kwame, che va a denunciare il suo stupro e si vede sostanzialmente mandato via, perché è gay e figurati se sotto sotto non gli è piaciuto.
E nell’episodio successivo, di nuovo dedicato a un flashback, ecco la giovinezza di Arabella e Theo, una sua compagna bianca che da grande fonderà il gruppo di supporto in cui finirà la protagonista, e che da giovane si trova molestata da un ragazzo che le piaceva e che la fotografa mentre fanno sesso. Nel tentativo di smascherare l’abuso (reale), Theo aggiunge una menzogna che finisce col ritorcersi contro di lei, in un ambiente scolastico pieno di razzismo, meschinità, e un rapporto fra sesso e tecnologia (foto sui cellulari ecc) che era già malato e pericoloso nel 2004.
Insomma, tanta roba in poco spazio.

SERIAL MOMENTS VINTA(BIN)GE

The Politician 2×07 – Tarallucci
Il Villa ha già parlato della seconda stagione di The Politician, quindi non serve dilungarsi. Mi soffermo giusto su un finale molto positivo, in cui Payton vince le elezioni grazie alla rinuncia della sua avversaria, che riconosce il suo valore e gli lascia il posto, scegliendolo poi, sul finale, come potenziale Vicepresidente qualora venisse eletta.
Lì per lì ci trovavo una parziale discordanza con quanto visto fino a quel momento, perché Payton non è un personaggio esclusivamente positivo nella serie, tutt’altro, ma alla fine il succo di The Politician è proprio questo: ti mostra una politica che funziona secondo dinamiche tanto articolare quanto precise, e in cui trovare il buono e il cattivo in termini assoluti è difficile se non impossibile. Payton si rivela un buon politico, che fa cose buone, ma non ci sarebbe arrivato senza un’ambizione pura e personale. Ha sempre cercato di comportarsi rettamente, ma non ha saputo resistere dalla tentazione di sfruttare cinicamente qualche vantaggio inaspettato. Ha messo insieme le esigenze narrative di una serie in cui gli intrighi sono necessari, con la verve ottimista dell’ultimo Ryan Murphy, lo stesso di Hollywood, che in un mondo un po’ marcio cerca di mostrare come si potrebbero migliorare le cose. Il fatto di non capire davvero se è un buono o un cattivo è in fondo una scelta voluta, che rifugge le semplificazioni e punta alla complessità.

Dark 3×01 – F4, basiti
Allora, sono al terzo episodio della terza stagione di Dark, quindi non l’ho finita. Vi prego (vi prego) non spoilerate nei commenti.
Detto questo, mi pare doveroso piazzare il facciotto attonito di Jonas, che come tutti noi faceva una fatica boia a star dietro alla trama già così com’era, e nella terza stagione s’è trovato pure le dimensioni parallele. Cioè, son cose che sconfortano di brutto.
Battute a parte, devo anche dire che per ora questa idea non mi fa impazzire. Fin dall’inizio Dark ha costruito un meccanismo precisissimo per trasmettere il suo senso di smarrimento e costrizione di fronte all’inevitabilità del fato e alla pochezza umana, e veder arrivare le dimensioni parallele nell’ultima stagione suona un po’ forzato, il classico “qualcosa dovevamo aggiungere, sennò era uguale a prima”. Nei prossimi giorni voglio proprio vedere come finisce…



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