Most Dangerous Game – La serie di Quibi che poi non è una vera serie di Marco Villa
Episodi quotidiani di meno di dieci minuti, disponibili solo su smartphone e tablet e fruibili sia in verticale, sia in orizzontale: Most Dangerous Game è la nuova serie di Quibi
La prima domanda è: sentivamo il bisogno di un altro servizio di streaming? La risposta è scontata, sia per il budget intrattenimento che non può essere illimitato, sia per quella vecchia questione del tempo a disposizione. Eppure il panorama sembra destinato ad affollarsi sempre di più, fino a quando, presumibilmente, si arriverà a una sorta di big bang che rimodulerà tutti i servizi e tutti i costi. Nel frattempo, però, i servizi si moltiplicano: due settimane fa è arrivata anche in Italia Disney+ e in questi giorni è il turno di Quibi (tre mesi gratuiti, poi 8,99 euro al mese, disponibile solo versione originale con sottotitoli in inglese) .
Quibi è un servizio un po’ diverso dagli altri, perché può essere fruito solo su smartphone e tablet e produce contenuti divisi in mini-puntate sotto i dieci minuti, gran parte dei quali possono essere visti tenendo il device in orizzontale o in verticale. Esatto: entrambe le modalità e il contenuto funziona. Direte: sarà una roba tutta strana con contenuti iper-sperimentali. No, i titoli sono molto larghi e hanno anche cast di livello. Come nel caso di Most Dangerous Game, che ha per protagonista il terzetto formato da Liam Hemsworth, Christoph Waltz e Sarah Gadon. Mica poco per degli esordienti, eh.
Most Dangerous Game è una serie con episodi molto brevi o, come dicono quelli di Quibi, un film a capitoli. Sembra una supercazzola di marketing, in realtà non lo è: contando che i singoli episodi durano in media sui 7-8 minuti e calcolando una dozzina di episodi per stagione, arriviamo intorno ai 120 minuti, che è la durata classica di un film. Most Dangerous Game è ispirata a un racconto di Richard Connell scritto letteralmente un secolo fa e diventato un piccolo classico: la storia, infatti, è quella del gruppo di ricconi disposto a spendere grandi quantità di denaro per poter fare una battuta di caccia in cui la preda è un essere umano.
O per girarla dal punto di vista del protagonista di Most Dangerous Game, è la storia di un uomo malato e con poca aspettativa di vita, pieno di debiti e con un figlio in arrivo, che accetta di farsi cacciare per 24 ore in cambio di un grosso compenso da lasciare alla famiglia. Quell’uomo è Liam Hemsworth, mentre Christoph Waltz è il burattinaio che organizza il tutto e Sarah Gadon è la moglie incinta del disperato. Le regole del gioco sono semplici: Dodge, questo il nome del fuggitivo, deve restare in vita per 24 ore, sfuggendo ai suoi cacciatori senza mai abbandonare la città di Detroit e rivelando la sua posizione per qualche istante ogni tot. In cambio, per ogni ora di sopravvivenza, sul suo conto corrente verranno depositate un bel po’ di soldi.
Una trama thriller che, come detto, non è esattamente nuova, ma che ha nel dna la creazione di tensione. I primi quattro episodi di Most Dangerous Game sono stati pubblicati su Quibi al momento del lancio della piattaforma, mentre i successivi sono arrivati a cadenza quotidiana, con una modalità di pubblicazione non troppo lontana da quella di SKAM, pur partendo da presupposti differenti. L’obiettivo è chiaro: creare un appuntamento fisso che impegna pochi minuti al giorno, ma sa creare fidelizzazione.
In questo senso, l’intreccio di Most Dangerous Game è perfettamente funzionale allo scopo: la divisione in piccole clip aiuta lo spettatore a tenere alta la concentrazione su ciò che accade, evitando che l’accumulo di scene finisca per disperdere l’attenzione. È una formula nuova, a cui non siamo abituati, ma la sensazione è che possa essere un’ottima soluzione per rendere interessanti prodotti non di prima fascia. Per dirla in un altro modo: se avessimo visto il classico pilot da 45-50 minuti, probabilmente non l’avremmo trovato granché interessante. La fruizione spezzettata in qualche modo lo sostiene e il giochino del telefono da tenere in verticale o in orizzontale è un ulteriore elemento innovativo che finisce per catturare l’attenzione. Per sintetizzare: The Most Dangerous Game non è male, ma senz’altro la sua parte più interessante è Quibi.
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