Lincoln Rhyme: Hunt for the Bone Collector – La serie del Collezionista di Ossa di Marco Villa
A più di vent’anni dal libro e dal film, arriva la versione tv della grande sfida tra il detective paraplegico Lincoln Rhyme e il Collezionista di Ossa
Due serie che compiono lo stesso percorso sono più una coincidenza che una tendenza, ma tanto vale sottolinearla, per poi poter dire tra un po’ di tempo il più classico dei “ve l’avevo detto!”. Il 14 febbraio su Hulu va in onda High Fidelity, tratta da Alta Fedeltà di Nick Hornby: libro del ‘95 (ahia, quanto fa male contare quanti anni sono passati), film del 2000. Parte succosa: Zoe Kravitz è la protagonista. Oggi però parliamo di un altro titolo iconico di quegli anni, per quanto per nulla generazionale ed emotivo. Il Collezionista di Ossa è stato un best-seller di quelli importanti, pubblicato nel 1997 da Jeffery Deaver e trasformato due anni dopo in un film con Denzel Washington e Angelina Jolie. Il motivo per cui oggi, a più di 20 anni dalla combo libro-film, qualcuno abbia deciso di riesumare quella storia e trasformarla in serie è un grosso punto di domanda, così come per Alta Fedeltà. Ma qui siamo e questo guardiamo: e allora Lincoln Rhyme: Hunt for the Bone Collector, dagli anni ‘90 con furore.
In onda su NBC dal 10 gennaio con ottimi ascolti, Lincoln Rhyme: Hunt for the Bone Collector ruota intorno alle indagini portate avanti dal genio della criminologia Lincoln Rhyme (Russell Hornsby, già in Grimm), rimasto paralizzato durante la caccia a un serial killer, quel Collezionista di Ossa che viene nominato anche nel titolo. Rhyme è bloccato su un letto e quindi ha bisogno di qualcuno che stia sul campo al suo posto: quel ruolo è ricoperto da Amelia Sachs (Arielle Kebbel, The Vampire Diaries, Ballers) giovane agente del NYPD che sogna di diventare profiler, ma è stata scartata dall’FBI. Nella prima puntata assistiamo a come nasce il rapporto tra i due e a come l’esperienza di Rhyme e l’istinto di Sachs diventino subito un tutt’uno che funziona alla perfezione.
Se avete letto il libro e visto il film sapete già di cosa parliamo, se invece non avete mai incrociato il mondo del Collezionista di Ossa (Deaver ha scritto una sequela notevole di romanzi con protagonisti Rhyme e Sachs), sappiate che si tratta di prodotti di genere nel senso più classico del termine: thriller che hanno come unico (nobile) obiettivo quello di tenere incollati alla pagina e allo schermo, indizi che si accumulano uno sull’altro e colpi di scena. Lincoln Rhyme: Hunt for the Bone Collector è una versione bigino di quanto raccontato nei libri e nel film, perché si tratta di un procedurale da un caso a puntata. La caccia al collezionista di ossa occupa un arco narrativo lungo che attraversa le varie puntate, mentre ogni episodio si apre e si chiude con un diverso serial killer da catturare. Non è difficile immaginare che, oltre alle indagini, tutto si giocherà sul rapporto tra Rhyme e Sachs, con il primo che tende a essere autoritario in virtù di un’intelligenza superiore (un po’ stile Sherlock Holmes) e la seconda che sgomita per non venire schiacciata.
Il primo episodio della serie dimostra di avere tutte le cose al posto giusto, con una costruzione narrativa semplice quanto efficace: si tratta di un meccanismo estremamente rodato, ma che non sembra avere difetti di sorta. Certo, Lincoln Rhyme: Hunt for the Bone Collector è una serie che non ha un briciolo di novità: è vero che si distacca sia dal libro che dal film, ma a livello narrativo e di regia non introduce niente che non potesse essere già presente in una serie di 20 anni fa. Un classico crime procedurale, con tutto il bene e tutto il male che si porta dietro.
Perché guardare Lincoln Rhyme: Hunt for the Bone Collector: perché è un crime che – presumibilmente – si manterrà sempre a un buon livello
Perché mollare Lincoln Rhyme: Hunt for the Bone Collector: perché quel livello sarà sempre piuttosto medio