Golden Globes 2020: serial vincitori e commenti di Diego Castelli
Son successe belle cose
Ogni anno la stessa storia, dobbiamo decidere da quale sito copiare la lista dei vincitori dei Golden Globes (e agli Emmy, se è per quello). Ormai c’è una sfida sempre più accesa fra i più importanti siti di news, ognuno dei quali vorrebbe l’onore di farsi copiare la lista da noi.
Ebbene, quest’anno a vincere è stata la CNN, alla sua prima vittoria con noi. Bravi tutti, ve lo siete meritato.
E ora, ecco i vincitori dei Golden Globes nelle categorie televisive, con un commento che sono certo bramate da che vi siete svegliati stamattina.
Ah no aspetta, prima della lista: vogliamo ribadire quanto è figo Ricky Gervais? E diciamocelo…
Best Performance by an Actor in a Television Series — Musical or Comedy
Michael Douglas (“The Kominsky Method”)
Bill Hader (“Barry”)
Ben Platt (“The Politician”)
Paul Rudd (“Living with Yourself”)
Ramy Youssef (“Ramy“) – WINNER
Subito una delle sorprese più grosse della serata, per lo meno a guardare i nomi contro cui Ramy Youssef si scontrava. Ma in realtà i Golden Globes hanno una precisa tradizione nel premiare gli outsider (pensiamo a Rachel Bloom di Crazy Ex-Girlfriend, giusto per fare un esempio recente), e quindi ben venga. Ammetto che di Ramy ho visto solo un paio di puntate, che mi erano pure piaciute, ma poi mi ero interrotto. Niente di meglio di un Golden Globe per farsi dare una spintarella verso il recuperone.
Best Performance by an Actress in a Television Series — Musical or Comedy
Christina Applegate (“Dead to Me”)
Rachel Brosnahan (“The Marvelous Mrs. Maisel”)
Kirsten Dunst (“On Becoming a God in Central Florida”)
Natasha Lyonne (“Russian Doll”)
Phoebe Waller-Bridge (“Fleabag“) – WINNER
Non c’è premio vinto da Phoebe Waller-Bridge che non ci paia meritato. Nel caso specifico, poi, mi sembra che l’unica vera concorrente potesse essere la grezzissima Kirsten Dunst di On Becoming a God in Central Florida, ma è evidente che la Waller-Bridge è tuttora su una rampa di lancio molto ripida e molto lunga.
Best Performance by an Actor in a Television Series — Drama
Brian Cox (“Succession“) – WINNER
Kit Harington (“Game of Thrones”)
Rami Malek (“Mr. Robot”)
Tobias Menzies (“The Crown”)
Billy Porter (“Pose”)
Mah, dunque, c’è molto entusiasmo per i due premi a Succession, che come sapete a me piace un botto. Mi stupisce però la vittoria come attore per Brian Cox. E non solo perché mi sembra che tutti gli altri attori in lista se lo meritassero di più (soprattutto Rami Malek e Billy Porter, magari escludendo Kit Harington, la cui carriera presto si limiterà a goffi tv movie e filmettini sconosciuti), ma perché c’era qualcuno che lo meritava di più nella stessa Succession, ovvero Jeremy Strong. Boh…
Best Performance by an Actress in a Television Series — Drama
Jennifer Aniston (“The Morning Show”)
Olivia Colman (“The Crown”) – WINNER
Jodie Comer (“Killing Eve”)
Nicole Kidman (“Big Little Lies”)
Reese Witherspoon (“The Morning Show”)
Della terza stagione di The Crown abbiamo parlato qui, e ci eravamo già detti quanto il lavoro della Colman fosse pregevole pur considerando che il suo personaggio è, paradossalmente, meno centrale rispetto alle prime due stagioni con Claire Foy. L’accoppiata Jennifer Aniston-Reese Whiterspoon non è bastata a scardicare la supremazia della Colman, che chiude con il Golden Globe un anno iniziato con l’Oscar. E che le vuoi dire?
Best Performance by an Actor in a Limited Series or Motion Picture Made for Television
Christopher Abbott (“Catch-22”)
Sacha Baron Cohen (“The Spy”)
Russell Crowe (“The Loudest Voice“) – WINNER
Jared Harris (“Chernobyl”)
Sam Rockwell (“Fosse/Verdon”)
Per quanto mi dispiaccia non vedere vincitore Jared Harris, Russell Crowe si presentava alla sfida con un’interpretazione riuscitissima, in un ruolo che non può non fare un effetto particolare ai giudici dei Golden Globes, che son tutti giornalisti. A meno che abbiano pensato che il buon Russell abbia fatto il sacrificio di mettere su tutto quel peso per l’interpretazione di Roger Ailes. Ma va raga, sono anni che dà dentro con la porchetta, adorabile vizioso…
Best Performance by an Actress in a Limited Series or Motion Picture Made for Television
Kaitlyn Dever (“Unbelievable”)
Joey King (“The Act”)
Helen Mirren (“Catherine the Great”)
Merritt Wever (“Unbelievable”)
Michelle Williams (“Fosse/Verdon“) – WINNER
Da vecchio fan di Dawson’s Creek, il successo di Michelle Williams mi fa sempre piacere. Anche lei, come Olivia Colman, si scontrava con un coppia che veniva dalla stessa serie (le due bravissime Kaitlyn Dever e Merrit Wever di Unbelievable, a cui va aggiunta anche Toni Collette, inserita in un’altra categoria), ma la sua Gwen Verdon, tutta tesa fra i sogni di gloria, le frustrazioni casalinghe e l’amore un po’ malato per Bob Fosse, ha avuto la meglio.
Best Television Limited Series or Motion Picture Made for Television
“Catch-22″
“Chernobyl” – WINNER
“Fosse/Verdon”
“The Loudest Voice”
“Unbelievable”
Nessun dubbio in questo caso, Chernobyl è la miglior miniserie senza se e senza ma. Troppa qualità debordante in tutte le sue componenti, troppa emozione, troppa capacità di rendere determinanti anche i dialoghi sulla carta più noiosi. Scommetto che l’anno prossimo, nel commentare la prossima vincitrice della categoria, diremo “bella, certo non come Chernobyl l’anno scorso”.
Best Performance by an Actress in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television
Patricia Arquette (“The Act“) – WINNER
Helena Bonham Carter (“The Crown”)
Toni Collette (“Unbelievable”)
Meryl Streep (“Big Little Lies”)
Emily Watson (“Chernobyl”)
Quegli stronzetti della Hollywood Foreign Press hanno dato il premio come miglior attrice non protagonista all’unica serie in cinquina che non ho visto. E dire che tutte le altre candidate mi son piaciute moltissimo, a partire da Meryl Streep che mi ha fatto apprezzare la seconda stagione di Big Little Lies, su cui avevo molti dubbi. Mi tocca recuperare.
Best Performance by an Actor in a Supporting Role in a Series, Limited Series or Motion Picture Made for Television
Alan Arkin (“The Kominsky Method”)
Kieran Culkin (“Succession”)
Andrew Scott (“Fleabag”)
Stellan Skarsgård (“Chernobyl“) – WINNER
Henry Winkler (“Barry”)
In mancanza di vincitori fra i protagonisti, Chernobyl si porta a casa un premio per il miglior attore non protagonista. Devo però ammettere che mi fa lo stesso effetto di Brian Cox in Succession. Sicuri che Kieran Culkin e Alan Arkin non fossero meglio? E anche Andrew Scott, pur nel minor tempo a video, non ha lasciato maggiormente il segno con un personaggio che ricorderemo a lungo? Poi oh, i premi a Chernobyl van bene eh, non stiamo a guardare il capello…
Best Television Series — Drama
“Big Little Lies”
“The Crown”
“Killing Eve”
“The Morning Show”
“Succession” – WINNER
Eccolo qui il premio importante per Succession. Una sorpresa devo dire, e non perché Succession non ci piaccia abbestia (abbiamo già avuto modo di parlare benissimo della seconda stagione e in particolare del suo finale), ma perché la concorrenza era davvero agguerrita e molto rumorosa: a parte la solita The Crown e i ritorni di serie di peso come Big Little Lies e Killing Eve, c’era il solido debutto di The Morning Show, che trattava un tema molto caldo e molto sentito dalle parti di Hollywood, e francamente pensavo che questo, data per scontata l’alta qualità della serie, avrebbe fatto la differenza. E invece vince la disagiatissima famiglia Roy, e nemmeno ci possiamo lamentare troppo.
Best Television Series — Musical or Comedy
“Barry”
“Fleabag” – WINNER
“The Kominsky Method”
“The Marvelous Mrs. Maisel”
“The Politician”
Come detto sopra, tutti i premi a Fleabag e Phoebe Waller-Bridge sono meritati, anche se le facessero vincere un premio alla sagra del tortellino di Calderara di Reno. Non era da escludere la vittoria da outsider di The Politician, mentre Kominsky e Marvelous Mrs. Maisel partivano più defilati perché avevano già vinto in passato, e i Golden Globes raramente si ripetono. Fleabag invece non era mai stata nominata ai Golden, e nel frattempo ha letteralmente sbancato gli Emmy, aveva quindi la strada spianata. E francamente non abbiamo nulla da obiettare.