Tripilot – The Passage, Fam e Schooled di Diego Castelli
Tornano le recensioni brevi per serie che non si meritano molto di più
Anche nel 2019 tornato i tripilot, ovvero le recensioni asciugate (ma non asciuganti) con cui parliamo di quei pilot non abbastanza belli da meritarsi un articolo apposta, ma nemmeno così brutti da farci divertire spernacchiandoli per due pagine.
Ecco dunque i primi tre pilot “così così” del nuovo anno.
The Passage
Degli scienziati fanno esperimenti per trovare cure miracolose. Questi esperimenti però generano dei vampiri, come spesso accade a tutti noi quando mischiamo tachipirina e fluimucil. Gli scienziati pensano di poter risolvere le cose facendo (nuovi) esperimenti su una bambina. Mandano Mark-Paul Gosselaar a prenderla. Lui si affenziona. Scappano insieme.
Questa in soldoni la trama di The Passage, nuovo drama semi-fantascientifico di FOX che in patria ha fatto registrare ottimi ascolti all’esordio, tutti da confermare con il passare delle settimane. È il classico drammone fanta-cospiratorio, in cui l’intreccio politico si dirama da un nucleo forte e chiaro: un eroe protegge una bambina da chi vorrebbe usarla come cavia. Pulito, semplice, abbastanza efficace nella dinamica fra i due protagonisti, e a Gosselaar tocca voler bene un po’ a prescindere perché è nostro amico d’infanzia. A mancare sono uno o più guizzi creativi che riescano a far brillare la serie oltre una solidità apprezzabile, ma da compitino. Si segue facilmente, ci si può pure affezionare, ma le serie “davvero belle” sono altre.
Fam
Dai vampiri creati in laboratorio passiamo a una che amava andarci a letto. Parliamo di Nina Dobrev, ex protagonista di The Vampire Diaries, che torna con una sitcom multicamera che più classica non si potrebbe. Lei deve sposarsi con un tizio, va d’accordissimo coi genitori di lui, e alla sua nuova famiglia ha raccontato di essere figlia unica e senza genitori. Peccato che non è vero: c’è una sorellastra, ma soprattutto un padre poliziotto di cui la protagonista si vergogna, perché è un buzzurrone che non solo non è mai stato un buon padre, ma non ci ha neanche mai provato. Fam è abbastanza irritante quando racconta l’affetto zuccheroso fra Clem e i futuri parenti, con battutine veramente da Settimo Cielo. A questo bisogna aggiungere che Nina Dobrev è simpatica come un calzino che per sbaglio infili quando ancora è umido. Un po’ meglio quando entra in scena Freddy, il padre, che col suo cinismo sguaiato riesce a essere un po’ più divertente. In generale, Fam sembra una sitcom di scarso spessore, col fiato abbastanza corto. Senza che faccia “completamente schifo”, la possiamo comunque lasciar perdere.
Schooled
Dopo il successo della serie madre, arriva anche lo spinoff di The Goldbergs. La protagonista qui è Lainey (AJ Michalka), che nell’altro show ha appena lasciato Barry, e qui torna a scuola, dieci anni dopo, diventando insegnante. Al di là che i personaggi che ritornano sono identici a come li abbiamo visti una settimana fa, anche se sono passati due lustri, il vero problema di Schooled è che il lavoro sulla nostalgia anni Novanta sembra meno riuscito di quello sulla nostalgia anni Novanta. Magari è effettivamente un problema di scrittura, o semplicemente gli anni Ottanta sono più strani e godono ancora di un fascino maggiore, almeno finché non ci ricorderemo davvero di come andavano in giro vestiti Britney Spears e Justin Timberlake. Il risultato è una comedy gradevole, simpaticona, ma con meno mordente dell’originale e, in generale, più perdibile. Poi diciamolo, con tutti i personaggi su cui si poteva fare uno spinoff, Lainey? Boh, non mi sembrava sta forza della natura. Però buoni ascolti per l’esordio, magari funziona lo stesso.