The ABC Murders – Il Poirot malinconico di John Malkovich di Marco Villa
The ABC Murders è un classico istantaneo, con un Poirot diverso da quello che conosciamo
Un mito della letteratura gialla, uno dei romanzi più noti di Agatha Christie, la rete ammiraglia della televisione inglese. Può esistere qualcosa di più classico? La risposta ovviamente è no, anche perché The ABC Murders è pure andato in onda durante le vacanze di Natale.
26, 27 e 28 dicembre, tre giorni per le tre puntate di questa miniserie scritta per BBC da Sarah Phelps, già autrice di Ordeal By Innocence, altro adattamento di Christie previsto per il Natale 2017 e poi slittato a primavera 2018. La storia è una delle più conosciute tra quelle di Christie e vede Hercule Poirot, qui interpretato da John Malkovich, alle prese con un serial killer che uccide seguendo l’ordine alfabetico: in una città che inizia per A c’è la vittima con iniziali A. A., in una città che inizia per B c’è la vittima con iniziali B. B. e così via. Una sfida vera e propria, con tanto di lettere spedite all’investigatore, in cui il killer annuncia le proprie azioni.
Più che addentrarsi nella trama o nella regia (per la cronaca: funzionano entrambe), la questione in fondo è una: John Malkovich è un buon Poirot? A naso, non ha il suo fisico, non ha il suo vago viscidume, ma siamo già passati attraverso il Poirot fascinoso e vitale di Kenneth Branagh in Assassinio sull’Orient Express, quindi da quel punto di vista ormai tutto è lecito. E allora se si prova a dimenticare l’iconografia più tradizionale del personaggio di Agatha Christie, quella incarnata alla perfezione lungo oltre vent’anni da David Suchet nella serie tv di ITV, se si prova ad andare oltre, John Malkovich si rivela un ottimo Poirot.
Sulle doti di Malkovich non spendo nemmeno una parola, quello che merita attenzione è il tipo di personaggio portato sullo schermo: il suo Poirot mantiene l’affettazione tipica, ma perde quasi del tutto l’arroganza (oltre ai baffi, in favore di un pizzetto). Il Poirot di Malkovich è malinconico ed emarginato: non è più all’apice del successo, non viene più cercato come investigatore, né come intrattenitore in serate con delitto. Tutta la prima puntata è il lento tentativo di risalire, di riconquistare non tanto la celebrità, quanto la credibilità. Abbandonato da tutti, senza nemmeno un Hastings al fianco (a differenza del romanzo), Poirot si ritrova da solo, straniero in una Londra e in un’Inghilterra che sta vivendo un periodo di forti sentimenti anti-straniero. A cominciare dal pizzetto ormai bianco che prova a tingersi fino a quando non diventa zimbello del nuovo e giovane ispettore Crome (Rupert Grint), vediamo un investigatore che si trova nella tragica condizione di aver bisogno di un killer spietato per trovare la propria ragion d’essere.
E qui arriviamo al grande antagonista, un altro escluso ed emarginato, che si trova a vivere in quei bassifondi da cui Poirot si tiene ben lontano. ABC – Alexander Bonaparte Cust è interpretato da Eamon Farren (già in Twin Peaks), che riesce a dargli un carattere nevrotico e schizoide, ben oltre il livello di guardia della follia e distante da tutti gli altri personaggi più o meno centrali del caso, a cominciare dal nobile Franklin Clarke (Andrew Buchan, già Matthew in Downton Abbey) e dalla fatalona Thora Grey (Freya Mavor).
Come da tradizione inglese, The ABC Murders dura il giusto: non ci sono lungaggini, non ci sono eccessive indulgenze su aspetti secondari. Tutto fila nella direzione corretta, come si richiede al genere. Una serie che nasce da un classico e che diventa classica nel momento esatto in cui si preme play. A posto così.
Perché guardare The ABC Murders: per la curiosità di vedere John Malkovich in un ruolo in apparenza lontano
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