Recuperoni di Natale: serie tv brevi e spicce da recuperare durante le feste di Diego Castelli
Perché è vero che a Natale abbiamo tempo, ma meno di quello che crediate
Non so se a voi capita, perché a me capita SEMPRE. Si avvicinano le vacanze (natalizie, ma pure estive) e subito vieni preso dalla smania del recuperone. Sai benissimo di non essere riuscito a guardare tutte le serie che volevi durante i mesi precedenti, e sai altrettanto bene che alcune di quelle che hai lasciato indietro, pensando che non se le sarebbe cagate nessuno, in realtà sono diventate hit clamorose o, comunque, elementi di quell’indefinibile pantheon seriale fatto di prodotti che se non li hai visti sei uno sfigato e non puoi essere preso seriamente parlando di telefilm.
Per questo e altri motivi, a cui si aggiungono paranoie del tutto ingiustificate, guardi al deserto seriale del Natale come a un’oasi di pace e serenità in cui recuperare tutto il recuperabile, senza che nessuno rompa le balle e senza che arrivino altre valanghe di episodi settimanali, perché pure in America sono in ferie.
Qui però arrivano i problemi, perché non è mica vero che hai tutto questo tempo. Fra Natale e Capodanno ci sono un sacco di regali da comprare, di parenti da incontrare, di feste da organizzare, di addobbi da allestire. E poi non ci sono solo le serie: ci sono i film, i libri che hai lasciato sul comodino a prendere polvere per settimane, i fumetti e le graphic novel, e spesso c’è la semplice, istintiva, feroce necessità di non fare semplicemente un cazzo. Siamo sempre pronti a strappare un’ora al sonno per guardare ancora-un-episodio durante le normali settimane lavorative, salvo poi crollare devastati durante interi giorni di ferie dove ci limitiamo a guardare la finestra con le bollicine sulle labbra e lo sguardo spento. L’ozio chiama l’ozio, come si suol dire. Che poi non si suol dire, me lo sono inventato al momento, ma ci siamo capiti.
Il risultato finale è trovarsi a gennaio, a vacanze finite, con la sensazione di non aver fatto niente. Volevi recuperare quelle quattro serie da settanta episodi l’una, e sei arrivato neanche al decimo di ognuna. E ti senti inadeguato alla vita.
Per questo, il mio consiglio è di prendere coscienza dei problemi intrinseci alle vacanze natalizie, e accettare i limiti loro e vostri, scegliendo obiettivi più realizzabili. Il trucco è puntare a recuperi piccoli, di pochi episodi, roba che si fa fuori in uno o due pomeriggi. Poi magari non riuscite comunque a farli tutti, ma alla fine del periodo vacanziero potreste trovarvi nella condizione di dire “sono in pari con sette serie che avevo lasciato indietro”. Non sarebbe fantastico?
Per cui intanto vi dico i miei progetti di recupero, nell’ottica di evitare serie troppo lunghe (a dire “è il momento che recuperi Breaking Bad” son capaci tutti). E cercherò anche di non citare le serie super nuove, o che tutti conoscono: non vi cito Killing Eve perché l’abbiamo messa in cima alla classifica delle migliori novità dell’anno, è palese che ve ne consigliamo il recupero, ma quello già lo sapete.
Dunque, in primo luogo devo recupere Bodyguard. Avevo visto solo il pilot e non sono andato avanti, impigrito dal fatto che l’avrebbe recensita il Villa. Son pochissimi episodi, mettersi in pari è d’obbligo.
Ho indietro anche The Tick e Future Man, due serie di studiatissima imbecillità, parodie del mondo supereroistico (The Tick) e dei viaggi nel tempo (Future Man) che meritano l’attenzione di chiunque professi nerditudine.
Devo ancora vedere la seconda stagione di Atypical, dopo che prima mi era piaciuta molto (adolescenza e primi amori di un ragazzo autistico, tutto trattato con garbo, ironia e brillantezza), e in questi giorni devo finire The First, con Sean Penn in ottica marziana (visto due episodi, devo concludere).
Il buco più grosso, anche in ottica recensione su Serial Minds, è forse Wanderlust, co-produzione BBC-Netflix con la sempre bravissima Toni Colette. Ci credete se vi dico che non so neanche di cosa parla? E sono solo sei episodi, su Netflix, comodi comodi! Recupero obbligatorio.
Queste sono le mie. Ce ne sono altre, naturalmente, ma a queste darò la priorità. Ora vi farebbe piacere avere degli consigli per voi o per i vostri amici?
Nessun problema. Ancora una volta niente recuperoni da mille episodi e niente serie super-famose (lo sapete già che dovete vedere Homecoming, Kidding, Mayans, ecc ecc).
Fra Netflix, Prime, TimVision ecc ci sono diverse chicche del passato più o meno recente, che ha senso considerare se ancora non le avete viste.
Fleabag, per esempio. Creata da Phoebe Waller-Bridge (poi madre di Killing Eve), la prima stagione consta di sei episodi fulminanti sulla vita sentimentale e sessuale di una giovane donna londinese. La seconda stagione è prevista per il 2019, e la prima è su Prime Video, fatta apposta per ammantare di dolce cinismo british le vostre feste.
Restiamo in Gran Bretagna e citiamo The End of the F***ing World, su Netflix, che ci racconta della fuga di due ragazzi dalle sfighe della loro vita, verso un viaggio fatto di amore, violenza e pura follia. Divertente, disturbante e coinvolgente.
Se ancora non l’avete fatto è d’obbligo recuperare American Gods, su Prime Video, la cui seconda stagione arriverà a marzo 2019. Certo, qui ci sono dei rischi, perché gli showrunner se ne sono andati, e la produzione è passata attraverso diversi problemi. Ma il primo ciclo di episodi merita a prescindere, e bisogna dargli fiducia.
Sempre in tema di “arriverà presto la seconda stagione, correte ai ripari”, c’è Happy!, su Netflix, con un Christopher Meloni completamente fuori di testa che cerca di salvare una bambina parlando con l’amico immaginario di lei, e fracassando crani nel frattempo. Deliziosamente imperdibile.
Considerando quanto ci sta mettendo ad arrivare la seconda stagione (a fronte della prima datata ottobre 2017), direi che si può citare anche Mindhunter, i cui primi dieci episodi sono ancora lì da soli, su Netflix, a brillare come uno dei migliori psico-thriller-drama degli ultimi anni.
Se invece volete partecipare al classico dolore collettivo per la cancellazione di una bella serie dopo una sola stagione, potete puntare a I Love Dick, di Prime, con Kevin Bacon nei panni di una specie di guru del sesso, della vita e dell’amore, tampinato da una regista sempre un passo dietro il successo che matura per lui una vera e propria ossessione.
E se invece volete la serie di cui tutti hanno parlato, che in teoria non è mica morta, ma la cui terza stagione è ancora in una specie di limbo indecidibile, c’è sempre Master of None, che peraltro è particolarmente natalizia, anche se non parla mai di renne e giocattoli.
Non abbiamo citato Succession, Hill House, The Terror, Patrick Melrose, Barry, Chilling Adventure of Sabrina (di cui è appena uscito lo special natalizio), ma sono tutte cose di cui abbiamo parlato o ri-parlato molto recentemente, quindi guardate sempre la classifica.
In chiusura, allora, butto lì la classica eccezione che conferma la regola. Volete anche un suggerimento su una serie vecchia, lunga, ma super famosa e assai poco vista in Italia, che si presta bene a un binge watching divertente e natalizio? Beh, su Prime Video ci sono tutte e nove le stagioni di Seinfeld. Era la sitcom più vista d’America appena prima dell’arrivo di Friends, e ancora oggi è un concentrato di divertimento e creatività. Se volete studiare la Storia della comedy, questo Natale partite da lì.