A Million Little Things: si dia inizio alla clonazione di This Is Us di Diego Castelli
Imparare dai migliori va bene, ma occhio a non esagerare
La dinamica è sempre la stessa: esce un prodotto che spacca, cambiando le carte in tavola, e nel giro di poco arriva sul mercato una serie di prodotti cloni, o per lo meno debitori.
Non è cosa che valga solo per le serie tv: vale per la tecnologia (pensate agli smartphone che continuano a rincorrersi alla ricerca di nuove funzioni e servizi), vale per le correnti artistiche, vale perfino per la politica, la filosofia e le idee.
Non ci dobbiamo stupire, quindi, se una serie tv particolarmente significativa (quale che sia l’accezione del termine “significativa”) influenza la nascita di altri show che in qualche modo le somigliano, o cercano di replicarne il successo. È successo con ER, con X–Files, con Lost, e molti altri esempi. E naturalmente è successo, o comincia a succedere, anche con This Is Us.
La serie di NBC, di cui ha da poco debuttato la terza stagione, ha dato una sonora, profonda svegliata al drama familiare da tv generalista, che non dico fosse morto e sepolto, però insomma, sonnecchiava. Invece, con This Is Us siamo tornati ad appassionarci in modo totale a storie tutto sommato normali e già sentite, storie di genitori e figli, di nuove e vecchie coppie, di difficoltà economiche, sogni per il futuro, delusioni e arrabbiature. A cambiare non è stato tanto il cosa, quanto il come, grazie a una messa in scena divisa su più piani temporali e capace di nascondere molte sorprese, ma soprattutto giocata su una fluidità quasi musicale, che può anche respingere e risultare troppo zuccherosa, ma che se per sbaglio ti prende sul serio, poi non ti lascia più.
Ecco, la serie di cui parliamo oggi, A Million Little Things di ABC, è un clone di This Is Us, forse il primo così esplicito.
La trama, in realtà, parte da un punto più specifico, e può risultare anche più originale della famosa concorrenza: si racconta infatti di tre amici che prima erano quattro, quattro persone conosciutesi in un ascensore e mai più mollatesi, capaci di costruire la classica amicizia maschile da film, quella un po’ pecoreccia ma piena di affetto. Succede però che uno dei quattro, quello più ottimista, buono, socievole, il vero nucleo del quartetto, si suicida senza lasciare manco un biglietto.
Da qui lo sgomento degli altri, il mistero sui motivi del gesto, e l’approfondimento su tutta una serie di dinamiche che, prima della morte, erano segrete o comunque tenute nascoste da un silenzio più o meno pesante: le tendenze suicide di un altro dei quattro amici, il dolore di quello colpito da cancro al seno, i problemi coniugali di quell’altro ancora, che nasconde anche un ulteriore segretuccio mica male che non svelo per chi non ha visto il pilot.
Già a leggere la trama si intuiscono alcune vicinanze e alcune differenze con This Is Us: qui si parla di amicizia, più che di famiglia, ma in compenso c’è lo stesso gusto per i twist e i piccoli misteri, e c’è un personaggio già morto ma che continueremo a vedere spesso, in flashback più o meno mentali.
Ma è soprattutto nel tono che A Million Little Things tradisce i suoi intenti: si percepisce il tentativo di dare al drama quella stessa patina glamour e ricercata, quell’atmosfera da racconto universale in cui ogni scena e dettaglio vuole essere perfettamente posizionato, musicato e calibrato per dare agli attori la possibilità di spingere al massimo sulle corde emotive, e agli spettatori la scusa per piangere, ridere, e pure provare qualche inaspettato brivido.
Operazione riuscita? Beh, sì e no. A Million Little Things ha effettivamente una sua fisionomia, un concept semplice ma non troppo banale, e un cast quanto meno dignitoso (in cui troverete fra gli altri David Giuntoli di Grimm, Grace Park di Battlestar Galactica, Allison Miller di 13 Reasons Why, Christina Ochoa di Blood Drive e Animal Kingdom). Tutto sommato diverte, e lascia l’interesse per proseguire nella storia, che è la base di qualunque serie tv degna di questo nome.
Certo, allo stesso tempo la sua natura di clone è così smaccata, per i fan di This Is Us, da renderla immediatamente una cugina povera, non tanto perché sia effettivamente tale, ma perché nel confronto perde quasi a prescindere, perché arriva troppo vicino all’”originale” per nascondere il fatto che non lo è.
A questo bisogna aggiungere qualche piccola sbavatura, e la sensazione che non sappiano sempre quando fermarsi. Questione di dettagli e struttura, con nuovi personaggi che entrano in campo con una forza un po’ troppo “scritta” e poco verosimile (penso a Maggie, per esempio), ma soprattutto di equilibri in termini di costruzione dell’emozione: This Is Us è certamente una serie molto commovente e non ne fa mistero, ma non è uno show piagnone, e cerca quasi sempre antidoti alla stucchevolezza, che siano battute di spirito o twist improvvisi. Dal canto suo, A Million Little Things esordisce con una frase: “L’amicizia non è una singola cosa grande, ma un milione di cose piccole”. Ecco, in quella frase lì, piazzata all’inizio così che gente come il Villa possa immediatamente cambiare canale e/o dar fuoco al televisore, è il segno dello scarto fra una serie dignitosa, ma non bella come quella che noi sappiamo essere “quella vera”.
Perché seguire A Million Little Things: di per sé è un drama piacevole che può tenere desta l’attenzione.
Perché mollare A Million Little Things: è un clone di This Is Us, ma meno bello di This Is Us.
8 commenti a A Million Little Things: si dia inizio alla clonazione di This Is Us
Ieri, guardando l’ultimo episodio di This Is Us, mi chiedevo quanti “I’m sorry” e “Thank you” abbiano pronunciato nel corso di queste stagioni. Bella, non c’è dubbio, ma quanto possono andare avanti con questa base di “mai una gioia”, scontri, riappacificazioni, ipersensibilità, lacrimucce e affini? Temo che siamo vicini al temuto “svacco”…
Dubito. Si è sempre detto che This is Us ha un inizio e una fine, il creatore ha immaginato un percorso lungo 5 stagioni, e considerato che hanno già filmato parti del finale, credo sappia bene dove andare a parare. Che poi, di pensieri simili al tuo ne ho letti a bizzeffe anche prima dell’inizio della scorsa stagione,e poi invece si è confermata come uno dei prodotti migliori della stagione. Non è una critica eh ;)
Ma guarda che finora TIU mi è piaciuta moltissimo. Il fatto è che non so se reggerà ancora. Ovviamente, lo spero, ma non ci scommetterei, eh…
Sono curiosa di vedere il pilot solo per vedere quanto NON sia “This is us”.
Fatemi indovinare… il segretissimo è che uno è gay!!! E poi c’è il nero secchione e premuroso e senza un difetto? Roba originalissima immagino…
In realtà non ne hai azzeccata neanche una ^____^’
già li odio tutti! :)
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