3 Ottobre 2018 6 commenti

FBI – Secondo voi di cosa parla questa serie? di Marco Villa

Una serie tv sull’FBI con tutto quello che potete immaginare, compreso il caso che si apre e si chiude in quaranta minuti netti

Copertina, Pilot

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Dai su, perché girarci intorno? Perché cercare titoli complicati o giri di parole quando basta un nome, anzi una sigla? E allora ecco qua: FBISì, esatto, dopo decenni di serie tv sull’FBI, c’è qualcuno che ha avuto la grande pensata di chiamarne una semplciemente FBI, lasciando indietro quelli che non avevano osato spingersi oltre Quantico. Quel qualcuno è Dick Wolf, ovvero il signore del crime seriale, che si è inventato non uno, ma due franchise di enorme successo come i vari Chicago (Fire, PD, Med, Justice) e soprattutto Law & Order, oltre ad aver scritto polizieschi di ogni tipo. Quindi giusto che sia lui a prendersi la responsabilità di essere andato al livello zero della creatività nella scelta del titolo, il problema è che a livello di inventiva non ci siamo alzati granché nemmeno in quanto a storia. FBI è in onda dal 20 settembre su CBS e ovviamente parla di una squadra di federali impegnati a ruota in indagini senza sosta. Ho detto indagini al plurale, perché siamo dalle parti del caro vecchio procedurale, con un caso diverso da risolvere a ogni puntata.

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Del resto siamo su una rete generalista e il procedurale è il formato che ha dominato per anni su questi network: certo, nel 2018 suona un po’ fuori dal tempo, ma è comprensibile che si punti anche a un pubblico che non vuole sbattersi più di tanto a seguire una storia che prosegue di settimana in settimana. Non serve nemmeno dire che noi non facciamo parte di quel pubblico, anche perché fa impressione il fatto che la trama del primo episodio potesse tranquillamente avere vita ben più lunga: serie di bombe nel Bronx, con colpevoli e moventi che legano traffico di droga, gruppi para-nazisti ed ex marine. Il tutto viene risolto nei canonici 40 minuti, durante i quali riusciamo anche a conoscere tutta la squadra di personaggi e in particolare i due protagonisti: la determinatissima-con-tragedia-alle-spalle Maggie Bell (Missy Peregrym) e il suo partner Jubal Valentine (Jeremy Sisto). Come sempre nei procedurali, andremo a scoprire il loro privato a poco a poco, ma senza mai esagerare, perché in ogni puntata ci sarà da conoscere un nuovo caso, una nuova vittima, un nuovo cattivo, che immancabilmente sarà interpretato dall’attore un filo più conosciuto/più bravo degli altri.

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In FBI non c’è niente di nuovo, niente che non si sia già visto in decine (non esagero) di altre serie. Non è una serie inguardabile, senz’altro in ogni episodio riuscirà a catturare per un tot l’attenzione di chi la guarda, ma a parte essere su un’isola deserta senza nessun’altra distrazione a disposizione, davvero fatichiamo a capire per quale motivo si possa decidere di schiacciare play.

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Argomenti Crime, fbi, procedurale


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